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Oltrepò, Raso: “La Serie D è la nostra Serie A. Gioventù e territorialità i nostri mantra”

Il direttore sportivo dell’Oltrepò, Nicola Raso, ha raccontato ai nostri microfoni tutti i segreti dietro il progetto della società lombarda, incentrato sulla valorizzazione dei giovani del territorio

Una delle sorprese più belle dell’ultimo girone A di Serie D è stata senza dubbio l’Oltrepò, squadra lombarda neopromossa, alla prima storica partecipazione alla nostra quarta serie. I biancorossi, nonostante l’età media e il budget più basso di tutti e nove i gironi, hanno centrato una straordinaria salvezza con due giornate d’anticipo, concludendo il proprio torneo al tredicesimo posto con 40 punti totali.

Tanti meriti di questo capolavoro vanno al direttore sportivo del club pavese, Nicola Raso, il quale ha rilasciato un’intervista ai microfoni di SerieD24.com per spiegare nel dettaglio come è nata la stagione dell’Oltrepò e quali sono i valori e gli obbiettivi futuri della società lombarda. “L’approccio alla prima storica stagione in Serie D non è stato facile. Già sul finire dell’anno della promozione sono subentrati dei problemi economici, abbiamo perso in corsa degli sponsor e questo ci ha creato grosse difficoltà.”

Il progetto fondato interamente sui giovani nasce quindi da un’esigenza, una necessità. L’unico modo per fare la quarta serie era quello di lavorare e investire su giovani del territorio, non potevamo permetterci calciatori affermati per mancanza di risorse. Quest’anno nella nostra rosa avevamo addirittura undici ragazzi della provincia di Pavia.”

Il campionato dei lombardi è iniziato con grosse difficoltà (cinque sconfitte nelle prime cinque giornate), del resto anche normali considerando l’età media della squadra, 20.5 anni. Tutti i calciatori erano compresi tra il 2001 e il 2007, davvero un unicum nel panorama nazionale. “A inizio anno ho acquistato giocatori che a mio avviso possedevano ottime qualità, necessitavano soltanto di una fisiologica fase di adattamento alla categoria. Certo che ottenere la salvezza con due giornate d’anticipo ha rappresentato una sorpresa in positivo anche per il sottoscritto.”

Oltrepò, Raso: “Coi giovani serve più coraggio, il nostro obbiettivo è farli crescere e valorizzarli”

Non c’è dunque miglior persona che il direttore Nicola Raso per parlare di un tema tanto attuale quanto problematico, ovvero la difficoltà ad emergere dei giovani calciatori italiani. “Questo è un argomento molto complesso e delicato. Noi siamo arrivati a costruire una squadra basata interamente su giovani anche per delle contingenze esterne, tuttavia d’ora in avanti resterà sempre il nostro mantra. In generale penso che oggi servirebbe più coraggio nel lanciare i giovani calciatori.”

“La soddisfazione per l’ottenimento della salvezza è davvero grande, ancora maggiore considerando l’età media della squadra e il fatto di essere quella con il monte ingaggi più basso di tutta la Serie D. Io sono contento in primis per alcuni ragazzi che hanno molto mercato. Ciò significa che l’obbiettivo l’abbiamo raggiunto e che il lavoro è stato proficuo. Abbiamo valorizzato diversi giovani, lanciandoli verso palcoscenici importanti.”

Raso: “Ringrazio Parolini per il fantastico lavoro. Adesso vogliamo consolidare la categoria”

Enormi meriti per la salvezza raggiunta vanno anche all’allenatore, Maurizio Parolini, il quale ha saputo dare un’identità chiara alla squadra, con un gioco corale propositivo e divertente. A inizio anno mister Parolini lo avevamo preso per la Juniores Nazionale. Poi, a causa dei problemi prima citati, lo abbiamo promosso in prima squadra. Va ringraziato perché ha dato fiducia a noi come società in un momento difficile e perché ha centrato alla fine un risultato straordinario.”

Sul futuro dell’Oltrepò le idee del direttore Raso sono molto chiare. “Il nostro mantra sarà sempre quello di far crescere i giovani del territorio, valorizzarli e cercare di lanciarli verso l’alto. La Serie D rappresenta la nostra Serie A, vogliamo provare ad affermarci e a consolidare questa categoria. Alcuni giocatori lasceranno perché molto ambiti, stiamo valutando già diversi profili da inserire per la prossima stagione. Ad oggi, credo comunque che un 70% della rosa resterà quella dell’anno scorso. Diversi calciatori hanno bisogno di fare ancora un anno con noi per completare il loro percorso.”

“Ho ricevuto diverse offerte, sono rimasto perché convinto del nuovo progetto”

Il direttore di Lungavilla ha ripercorso le principali tappe della sua carriera e ha, infine, volto lo sguardo anche verso il futuro. Io devo ringraziare il presidente Catenacci, sono nove anni che lavoro con lui, il prossimo sarà il decimo. Sono partito dalla Terza Categoria e sono arrivato alla Serie D, un bellissimo percorso. Quest’anno, dopo la salvezza, mi sono giunte diverse offerte interessanti e ho anche valutato di cambiare. Tuttavia, per motivi personali alla fine ho declinato e sono rimasto all’Oltrepò convinto del nuovo progetto presentatomi.”

“Il mio futuro non ha un nome e un cognome, penso tutti i giorni a fare del mio meglio e poi si vedrà quello che accadrà. Adesso sono concentrato sul presente, sono un fatalista, non mi pongo obbiettivi a lungo raggio. Il mio obbiettivo è quello di costruire una rosa competitiva per centrare nuovamente la salvezza. La sfida che mi pongo è quella di migliorarmi sempre, di anno in anno, saranno poi gli altri a giudicare.”