20 Aprile 2023

Brindisi, la conferenza stampa del presidente Arigliano |LIVE

Segui in tempo reale con seried24.com la conferenza stampa del presidente del Brindisi, Daniele Arigliano.

Brindisi Arigliano conferenza

Tre giornate al termine del girone H di Serie D. La Cavese pare sempre più l’indiziata al salto di categoria in Serie C. Tuttavia dietro ai campani ci sono Nardò e Brindisi, rispettivamente a quattro e sei punti di distanza dalla capolista, ancora speranzosi di poter colmare le distanze.

Il Brindisi è reduce dall’inaspettato pareggio interno contro il Molfetta, arrivato nel miglior periodo di forma della squadra da inizio stagione. Tra i tifosi c’è chi già afferma di pensare ai play-off, il club tuttavia non è d’accordo. Come affermato dal vicepresidente Damiano Pozzessere nel post partita di domenica, il Brindisi tenterà l’assalto alla promozione in Serie C fin quando non sarà condannato dall’aritmetica. Quest’oggi inoltre, la parola passerà al presidente Daniele Arigliano. La società, infatti, ha indetto per questo pomeriggio alle 17:00 una conferenza stampa. Noi di seried24.com saremo presenti e vi aggiorneremo in diretta.

brindisi arigliano conferenza
Il presidente Daniele Arigliano (fonte foto: canale YouTube Antenna Sud)

Brindisi, la diretta della conferenza stampa di Arigliano

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Finisce qui la conferenza.

“Nei prossimi giorni ci vedremo con Danucci per discutere anche del futuro, credo sia doveroso. Ripartiremo da almeno due/tre persone che rappresenteranno un piccolo zoccolo duro. Se dovessero essere 5/6 diventerà un medio zoccolo, in maniera tale che chi arriverà capirà l’importanza della nostra piazza”.

“Al di là della classifica finale, credo che quest’anno ci siamo tolti parecchie soddisfazioni sul campo. Adesso incontreremo due squadre che vorranno dire la loro. Avrei voluto fare 102 punti ma non ci siamo riusciti, ci riproveremo il prossimo anno”.

“Ho parlato alla squadra l’altro giorno. Quest’anno ci troviamo in una situazione opposta rispetto allo scorso anno. Se prima ci affrontavano con un coltello tra i denti, adesso avviene con due. Credo che ci manchi più di qualcosa in classifica. Spesso abbiamo prodotto, ma abbiamo portato a casa solo un punto. Nel calcio moderno un punto alle volte equivale ad una sconfitta. Adesso mi aspetto nove punti, lo meritiamo. Per i sacrifici che fanno i nostri ragazzi e l’abnegazione di mister Danucci e il suo staff”.

“Vogliamo far ricredere chi pensa che il calcio a Brindisi non possa tornare a essere grande. Ma serve che la società, la politica e i cittadini vadano nella stessa direzione. Il calcio, dopo tante vicissitudini, è diventato uno sport minore in città. Non ho le preferenze per un prossimo candidato sindaco, chiediamo solo il giusto rispetto”.

“Oggi il calcio a Brindisi è figlio di un dio minore. Negli ultimi dieci anni nei quali la pallacanestro ha dato enormi soddisfazioni, il calcio non esisteva. Anche il semplice di appassionato di sport, l’unica alternativa era quella di andare a vedere le partite di basket. Deve esserci anche da parte nostra l’impegno di continuare a battere forte e riportare gente allo stadio. Un politico se dovesse vedere nel calcio un piccolo serbatoio di voti, difficilmente è portato a far qualcosa in più”.

“Proprio ieri abbiamo avuto un incontro con il candidato sindaco Roberto Fusco. Gli abbiamo esposto quali sono le nostre difficoltà e quelle che potrebbero essere le nostre richieste. Ci sono diverse zone pericolanti, parti in totale abbandono. Lo stadio ha bisogno di un intervento strutturale importante. Per il manto erboso bisogna fare il sottosuolo, altrimenti l’unica soluzione è il sintetico. E’ agli occhi di tutti quello che ci serve. Vogliamo che a Brindisi ci sia una visione di sport da quella che c’è oggi. Noi chiediamo soltanto il giusto rispetto per un capoluogo di provincia”.

Adesso spazio alle domande dei giornalisti.

“Sapete quando faremo una squadra per salvarci? Quando capiremo che a Brindisi non si può far nulla. Ma noi ci crediamo”.

“Riportare le famiglie allo stadio non deve accadere una volta tantum contro il Fasano. Portare i bambini allo stadio significa farli capire i veri valori dello sport”.

“Bisogna cercare di valorizzare chi ci rappresenta, non criticarlo. Così si costruiscono i grandi progetti. Roma non fu costruita in un giorno. Noi non vogliamo costruire Roma, ma vogliamo un’organizzazione aziendale, ma di quelle vere. A quel punto sei forte, perché sai come ottimizzare le risorse che si hanno”.

“Non bisogna pensare che possano essere sempre la società e i partner commerciali a portare il tutto avanti. Fortunatamente abbiamo avuto degli sponsor sempre pronti a sostenerci. Gli imprenditori hanno capito la nostra voglia di far bene”.

“Stiamo facendo il punto della situazione fino ad oggi. Dagli obiettivi già raggiunti a quelli che possiamo ancora raggiungere. Tutti dicono ‘sempre forza Brindisi, ma bisogna dimostrarlo. Che sia Brindisi-Foggia o Brindisi-Lavello sono sempre tre punti. Quel che è stato è stato, ma se vogliamo che quest’anno ci voglia far crescere dobbiamo prendere amor proprio per la maglia e per la città. Quando allo stadio ci sono 3000 persone la società non ha enormi esborsi economici da dover sopportare”.

“Adesso vi aspetto tutti in casa con la Cavese, a prescindere dal risultato. I ragazzi che erano presenti in Curva Sud domenica scorsa con il Molfetta il prossimo anno avranno l’abbonamento pagato dal sottoscritto per tutta la stagione. Loro sono persone con gli attributi. Alcuni si lamentano della partita con il Martina che è stata un’occasione persa, io invece sono convinto che un arbitro con 4000 persone sugli spalti quella punizione non l’avrebbe mai fischiata, stesso discorso domenica contro il Molfetta. Qui invece siamo in pochi e chi viene si lamenta”.

“Siamo pieni di allenatori, che criticano ragazzi di 20 anni per un passaggio sbagliato. Noi non abbiamo fatto mai mancare nulla ai nostri ragazzi, anzi. A Brindisi ci sono società che da anni sono obbligati ad allenarsi in terra battuta e poi altre società di provincia hanno il campo sintetico”.

“Brindisi deve diventare una fede. Noi qui ci facciamo il mazzo. Abbiamo comprato due mezzi affinché possono essere trasportati. Tutti soldi che avremmo potuto spendere meglio. Non me ne voglia il Francavilla in Sinni, che è una società virtuosa, ma loro che sono solo in 3.000 posso capire che si alleni fuori”.

“Quest’anno abbiamo fatto due campionati: viaggiavamo per giocare in casa e in trasferta. Abbiamo fatto un’annata da zingari. I ragazzini non li abbiamo neanche potuti mandare a scuola, perché bisognava portarli fuori per farli allenare. Perché? Perché a Brindisi non c’è un campo sintetico degno di nota. Vergogna. Il pre campo tra poco diventerà maggiorenne e non è mai stato menzionato. Vergogna parte 2”.

“La Casertana sta realizzando un nuovo stadio dove giù ci saranno una serie di negozi che supporteranno il club. Se non si è una società sostenibile dal punto di vista economico non si va a nessuna parte. Se non decidiamo tutti assieme di tifare in maniera continua e senza il vento che ci porta allo stadio solo se primi o secondi, non si può fare calcio. Non è un campanello d’allarme, in caso qualcuno pensa che vogliamo lasciare. Il nostro progetto continua”.

“Oggi in Serie C saranno una decina le società che possono andare avanti senza pensare al minutaggio, sponsor ecc. Ma anche per loro dopo un po’ di tempo, anche se ti chiami Moratti, prima o poi arriverà il momento in cui si stancheranno. E a quel punto il calcio sparisce. Se una società non produce introiti è destinata a morire”.

“Le possibilità sono abbastanza probabili ed è giusto perseguirle fino alla fine, ma tutti insieme. Se in Serie C anziché giocare con l’Avellino ci toccherà giocare con il Monterosi e ci presentiamo con 400 persone poi si inizia a traballare. In Italia ci sono società storiche che rischiano il tracollo vero e proprio”.

“La settimana prossima avremo un sopralluogo da parte di un delegato della Lega Pro per vedere le ipotetiche carenze che questa struttura possa avere. Non dimentichiamo che fino a qualche anno fa il “Fanuzzi” ospitava la Virtus Francavilla. Noi dal 21 maggio fino a quasi tutto giugno, abbiamo la possibilità di adeguare quello che c’è da adeguare. In Lega Pro non ci va chi chiama per primo il delegato per il sopralluogo”.

“La media di spettatori di quest’anno non arriva neanche a 600 spettatori. La partita con il Molfetta non veniva considerata una partita di cartello, come se lo scorso anno giocassimo con il Bari. Tuttavia, bisogna dimostrare che Brindisi non merita questa categoria andando tutti insieme sulla stessa direzione. C’è gente che da 4/5 settimane dice che ormai il campionato l’ha vinto la Cavese. Oggi tutti quanti in città non immaginiamo la grande differenza dall’arrivare secondi all’arrivare terzi o quarti. Sono tutti vantaggi che ti portano ad avere un punteggio nelle graduatorie per un ipotetico ripescaggio o ammissione”.

“Due anni fa dopo la retrocessione ero completamente solo. Sembrava la società che tutti schifavano. In molti pensavano che il calcio sarebbe nuovamente finito a Brindisi. Noi invece abbiamo cercato di ridare credibilità alla nostra piazza, un vero brand. Abbiamo un’organizzazione invidiabile, non a detta nostra ma di chi abbiamo avuto ospite”.

“Purtroppo domenica non è stata l’unica occasione in cui sono rimasto avvilito dalle 500 persone. Una società non pensate che al giorno d’oggi si possa portare avanti solo con la voglia di fare o con gli sponsor. A volte si cerca di trovare una giustificazione al nostro mancato tributo come cittadino, ad una società che sta cercando di riemergere”.

“Uno può comprare i migliori giocatori della categoria, ma se poi non viene messo nelle condizioni di fare bene si fa veramente fatica. Non possiamo guardare solo quello che viene fatto fuori e non contare ciò che viene fatto a Brindisi. Non possiamo ritrovarci in 500. Domenica scorsa, nonostante il meteo, mi sarei aspettato che almeno la tribuna sarebbe stata piena per una squadra che se avesse vinto sarebbe andata al secondo posto in classifica”.

“Purtroppo tutto ha un costo, dai movimenti logistici all’allenarsi fuori dalla propria città. In molti si sono lamentati di non aver potuto vedere la squadra in allenamento durante l’anno, ma ci sono una serie di motivi dietro. Il Brindisi calcio dovrebbe aspettarsi supporto dal Comune, da chi dice che è innamorato della nostra città. Invece, non solo sono stati nostri amici in assenza ma anche in critiche”.

“Noi abbiamo dovuto combattere con i mulini a vento per un anno intero. Il prossimo anno, che il nostro allenatore possa essere Danucci o Ancelotti, tutti vorrebbero informazioni sul nostro manto erboso. Oggi ci troviamo davanti al dover trovare risorse mentali, economiche per poterci allenare a 60 km di distanza, perché Brindisi non riesce a offrire alla prima squadra della città un campo sintetico a undici degno della nostra città. Non abbiamo un manto erboso che possa essere nostro amico. Per un anno è stato un nostro nemico”.

“Credo che ci sfugga qual è il vero obiettivo di questa giovane società. Pochi anni fa se non fosse stato per il Covid probabilmente il Brindisi sarebbe retrocesso, due anni addietro la squadre venne smantellata. Tra l’altro di quella rosa ne faceva parte Giuseppe Lacarra e ne approfitto per fare un pensiero, non si può morire a 36 anni”.

“A mio parere, non si sta focalizzando ancora che se oggi malauguratamente dovessimo perdere le tre giornate rimaste disputeremo comunque i play-off. Sembra che non sia nulla, come se sia tutto dovuto. Pare che per emozionarci bisogna giocare col Monza o con il Parma. Io ricordo, invece, che fino a qualche anno fa questa squadra giocava sui campi di terra battuta. E qualcuno si permette di dire che per noi questa è stata un’annata fallimentare. Oggi ci sono ancora almeno quattro squadre pronte a dire la loro al vertice della classifica”.

“Per noi che continuiamo a crederci da quasi un anno, non sono ancora del tutto perse le occasioni per centrare il primo posto. Abbiamo sempre promesso di non arrenderci finché la matematica non decreterà la prima classificata. Questo campionato, inoltre, ci ha dimostrato che nessun risultato è scontato. Ogni società a questo punto ha i suoi piccoli obiettivi. Da chi non vuole fare i play-out, a chi è ancora in piena zona retrocessione e spera ancora di poterne uscire fuori. A tre giornate dalla fine ancora matematicamente non c’è un vincitore e neanche una retrocessa”.

Parola al presidente del Brindisi, Daniele Arigliano: “Il motivo di questa conferenza stampa è di fare chiarezza sulla situazione del nostro campionato e gli eventuali scenari futuri per le prossime tre giornate. Credo che questo club da un paio di anni abbia intrapreso un percorso di chiarezza verso i propri tifosi, quindi è giusto dare le conferme a chi oggi è avvolto da qualche dubbio. Siamo a tre giorni da una partita importantissima contro il Nardò. Purtroppo sono stati assegnati solo 100 tagliandi per i nostri tifosi, nonostante ci sia stata una riunione tecnica a cui ho anche partecipato. Ma purtroppo era stato già tutto deciso. Dispiace che saremo in pochi. Qualora facessimo bottino pieno andremmo al secondo posto”.

La conferenza sta per iniziare. Il presidente Daniele Arigliano è pronto a parlare.

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La stagione del Brindisi

La stagione del Brindisi è stata caratterizzata da diversi alti e bassi che hanno condizionato l’andamento della squadra. Dopo un avvio disastroso del 2023, adesso gli uomini di Danucci pare che abbiano trovato la giusta continuità. I biancazzurri, infatti, sono reduci da ben nove risultati utili consecutivi, tra cui sette vittorie. Numeri importanti che, tuttavia, non potrebbero bastare per il salto di categoria, a causa dei diversi passi falsi compiuti in passato. Il mese di gennaio, in particolare, non viene ricordato nel migliore dei modi dal Brindisi. In questo mese, la formazione guidata da Danucci riuscì a trovare i tre punti solo contro il Gravina.

Brindisi

Domenica è arrivato il pari interno contro il Molfetta, inaspettato vista l’importante differenza di classifica tra le due squadre. Adesso a tre giornate dal termine, la Cavese dista sei punti. Il Brindisi però, crede ancora in un miracolo, forte di dover ancora affrontare in casa la formazione metelliana.