Massimo Donati: “Il calcio non è solo il risultato. Vi racconto la sfida con il Barcellona”
Martedì 8 marzo, stagione 07/08. Ottavi di ritorno della UEFA Champions League. In un freddo e nuvoloso Camp Nou arriva il Celtic di Massimo Donati. Davanti a sé, si presentano Puyol, Zambrotta, Xavi e Deco. Ma anche, e soprattutto, tre monumenti del nostro calcio come Ronaldinho, Eto’o e Lionel Messi. “Emozione? Tanta. Paura? Assente”. Nel dizionario di Massimo Donati – oggi allenatore del Legnago in Serie D – questo vocabolo non esiste.
Massimo Donati e la doppia sfida con il Barcellona
“Al ritorno, quando perdemmo 1-0 al Camp Nou, giocai titolare. – racconta Massimo Donati ai microfoni di seried24.com – Normale che quando ti trovi a giocare partite del genere, con giocatori così importanti, la cosa ti fa piacere. Allo stesso tempo però, non può esserci paura. Non possono tremare le gambe. Altrimenti non fai questo mestiere”. La gara di andata, giocata al Celtic Park di Glasgow e decisa dai gol di Messi (18’, 79’) ed Henry (52’), vede Donati subentrare al 65’. In quella di ritorno invece (terminata 1-0 in favore dei blaugrana, in gol Xavi al 3′), l’ex Bari parte dal 1’. “Ci può essere emozione, voglia di fare e di confrontarsi con grandi giocatori ma la paura no, non può esistere. E’ stata una bella sfida, così come sono state belle tante altre partite di Champions. E’ davvero una competizione stupenda, davvero spettacolare”.
Massimo Donati, una carriera passata nel rettangolo verde
Celtic, Bari, Palermo e Messina. Ma anche Atalanta, Milan ed Hellas Verona. Quelle menzionate sono soltanto alcune delle squadre in cui Massimo Donati milita nel corso della sua lunghissima carriera. Adesso però, bisogna pensare in avanti: “Dal punto di vista caratteriale sono una persona a cui non piace pensare a quello che è stato – racconta il classe ‘81 – mi piace piuttosto guardare a quello che c’è da fare. Normale che poi, quando ti fermi a pensare a quello è stato, magari qualcosina di diverso l’avresti fatto“.
“Io apprezzo tutto quello che ho fatto da calciatore, sia le cose positive che negative perché la vita è fatta così. Normale che ci siano momenti positivi e negativi, scelte giuste o sbagliate; però stare a riflettere su quello che è stato, no. Non fa parte di me. A me piace pensare a quello che devo fare in futuro, di conseguenza sono sempre proiettato e concentrato su quello”.
L’esperienza al Milan
Tra le casacche citate, c’è anche quella del Milan. Donati difende i colori rossoneri nella stagione 01/02. Arrivato a Milano, Massimo incontra delle colonne portanti della nostra Serie A come Maldini e Costacurta. Ma anche Gattuso, Pirlo, Shevchenko e Inzaghi. Una rosa di livello superiore. “E’ stata un’esperienza bellissima anche se sono arrivato in un Milan forte, fortissimo. Dal punto di vista mentale probabilmente non ero pronto ad affrontare una situazione così grande”.
Un Milan che chiude la stagione al 4’ posto in classifica dietro Juventus, Roma e Inter. “Mi son trovato in un contesto grande, grandissimo, in una stagione dove il Milan non aveva fatto benissimo. Come esperienza è ovvio che la porto sempre dentro di me anche perché giocare nel Milan, che tra l’altro tifavo da piccolo, era un sogno. Poi magari ecco, non andò per il verso giusto ma di rimpianti non ce ne sono”.
Il Palermo ed un giovanissimo Paulo Dybala
Spostiamoci nel sud della nostra penisola, in Sicilia, e fermiamoci al Renzo Barbera di Palermo. Con i rosanero Donati disputa la stagione 12/13 e, nella medesima rosa, trova un giovanissimo Paulo Dybala. Un talento puro che, fin da subito, dimostra di avere le qualità del campione. “Dal punto di vista tecnico si vedeva che aveva le qualità, era un bambino con delle qualità incredibili. Dal punto di vista fisico invece non era ancora pronto. Era giovane e, quando giocava con i più grandi, faceva fatica”.
Dybala che arriva dall’Argentina, più precisamente dall’Atletico Central. “Veniva da una nazione diversa, all’inizio non è stato semplice per lui soprattutto sotto il punto di vista fisico. Allo stesso modo però, è stato molto bravo sotto l’aspetto mentale. – racconta Donati – E’ stato bravo a credere nelle sue qualità. Alla fine in ogni calciatore, forte o meno che sia, è la testa quella che determina tutto. E Dybala lo ha dimostrato. Ha dimostrato di essere veramente un grande giocatore e lo sta dimostrando tuttora”.
Donati: “Bari? Momenti bellissimi. Oggi faccio i complimenti a Polito e Mignani”
Ultima, non per importanza, l’esperienza con il Bari. O meglio, ‘La Bari’. Con la casacca dei pugliesi Donati fa registrare circa 135 presenze. “Bari? Sono stati momenti bellissimi”. Il gol rifilato alla Juventus di Leonardo Bonucci e Fabio Quagliarella: “Quella stagione (10/11, NDR) è stata fantastica. Poi segnare alla prima giornata contro la Juventus fu spettacolare”.
Oggi il Bari viaggia spedito in Serie B. Arrivati alla nona giornata di campionato, i galletti di Michele Mignani guidano la testa della classifica con 18 punti. “Devo dire che il Direttore Polito e l’allenatore Mignani hanno fatto un percorso incredibile nel costruire la squadra e portarla avanti. Hanno fatto le cose bene, gli faccio i miei complimenti. Hanno trovato giocatori fortissimi. Cheddira? E’ devastante. Bravi davvero tutti perché sono riusciti, oltre che a fare una grande squadra, a creare un ambiente, una situazione, ottimale. Bari se viene trascinata dalla gente, se viene trascinata da fuori, può fare davvero grandi cose come sta facendo adesso”.
“Qualcuno in cui mi rivedo? Difficile da dire. Sicuramente Mattia Meita, che gioca davanti alla difesa, è un giocatore davvero forte. Dà molto equilibrio e gioca bene. Ma in generale è tutta la squadra che funziona”.
Massimo Donati: “Il calcio non è solo il risultato”
Oggi Massimo Donati ha appeso gli scarpini al chiodo e ha dato il via a quella che è la sua ‘seconda vita’ da allenatore. Nel 2019 affianca, con il ruolo di Vice, Angelo Alessio prima e Alex Dyer poi sulla panchina del Kilmarnock. Nel 2021 poi la chiamata italiana dalla Sambenedettese e, un anno dopo, quella del Legnago in Serie D.
“Questi primi anni da allenatore vanno abbastanza bene – racconta l’ex Bari- sto facendo quello che mi piace. Adoro andare al campo tutti i giorni a vedere il confronto, il rapporto con la squadra. Ma proprio in generale, amo stare in campo. Noi allenatori siamo sempre giudicati solo ed esclusivamente dai risultati ma io non guardo solo quelli. Io vedo tutto quello che sta intorno: come si lavora e come ti segue la squadra. Ma anche quello che riesci a dare ai giocatori e quello che riesci a tirar fuori da loro. Il calcio non è solo il risultato”.
“I miei ragazzi devono avere ambizione”
“Purtroppo dall’esterno si guarda solo quello, il risultato. – esordisce Donati – Il calcio però comprende anche quello che c’è fuori dal campo. Adesso è questo che voglio fare, ci metto il massimo impegno. A volte le cose vanno bene ed altre volte meno ma alla fine, una cosa è sicura: io darò sempre il massimo. Sia dal punto di vista mentale che fisico. Voglio che tutti i miei ragazzi abbiano ambizione. Ambizione di diventare, di scalare le categorie perché alla fine, credo che tutto sia possibile e che basti volerlo. Basta volerlo veramente ed è questo che cerco di trasmettere a tutti i ragazzi”.
Un messaggio chiaro, preciso e senza troppo giri di parole quello trasmesso da Donati, che prosegue: “Basta vedere anche l’ultimo Europeo vinto dall’Italia: è’ stata una vittoria molto significativa anche perché in quella rosa c’erano diversi giocatori che, fino a qualche anno fa, giocavano in Serie C. Se uno si mette con la testa e lavora sodo per raggiungere gli obiettivi, alla fine li raggiunge”.
“I risultati non dicono il valore di un allenatore. Vi dico a chi mi ispiro”
Carattere forte e deciso quello del classe ’81 che ci svela quelli che sono gli allenatori a cui si ispira. Uno di questi oggi, 14 ottobre 2022, allena una big della nostra Serie A. “Preferisco sempre prendere spunto da qualcuno che mi ha allenato, che quindi conosco, perché alla fine so quello che mi ha dato. Uno di quelli che mi ha insegnato di più è stato Gian Piero Ventura. Anche se poi è finito nell’occhio del ciclone (in merito alla mancata qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018, NDR), con Ventura a Bari giocavamo a calcio praticamente ad occhi chiusi. Sapevamo sempre quello che dovevamo fare con e senza palla. Potevamo giocare anche bendati”.
“L’altro invece a cui mi ispiro è Gian Piero Gasperini. Seppur abbia idee di gioco leggermente diverse, io lo ho avuto a Palermo e con lui in panchina giocavamo benissimo. Idee e principi giusti. Magari non vincevamo tutte le partite però giocavamo davvero bene. Tornando al discorso di prima, non sempre i risultati dicono il valore di un allenatore”.
“Ambizioni? Provo ad arrivare più in alto possibile”
Dove vuole arrivare Massimo Donati? Ce lo dice lui stesso: “Se uno ha ambizione, se uno vuole arrivare in alto, è normale che vuole raggiungere l’apice. Poi ci vogliono mille componenti. L’unica cosa certa è che io provo ad arrivare più in alto possibile. – prosegue – Bisogna fare degli step. Bisogna essere bravi, avere un po’ di fortuna però ecco, l’ambizione deve essere sempre alta”.
Come riportato in precedenza, da qualche mese Donati siede sulla panchina del Legnago ed è quindi impegnato nel girone C di Serie D. “Io adesso sono ovviamente focalizzato e concertato su quello che sto facendo e dove sono adesso. In questo momento cerco di dare il meglio di me stesso. Cerco di darlo io e cerco di tirarlo fuori dalla squadra”.
A cura di Davide Balestra