6 Gennaio 2024

Alla scoperta di Bassanini, il diciassettenne che si è preso il Piacenza: “Sogno la Juventus”

La nostra intervista al classe 2006, nipote di Fabio Paratici, rivelazione del girone d'andata dei biancorossi

Piacenza

Oggi ero a scuola per mettermi d’accordo coi professori sulle verifiche da recuperare. L’ultima settimana ne ho saltate un po’ perché avevo gli allenamenti al mattino”. Inizia così la nostra chiacchierata con Riccardo Bassanini e, a primo impatto, non sembrerebbe nemmeno di sentire parlare un calciatore. Infatti, la sua carta d’identità recita, alla voce data di nascita, 23 ottobre 2006.

Questo ragazzo non ancora maggiorenne, nelle ultime 7 partite del girone d’andata, è diventato un punto fermo del Piacenza di Stefano Rossini. In queste gare, giocate tutte da titolare nel ruolo di esterno alto a sinistra, ha messo a segno 2 reti, entrando nel cuore della tifoseria. Rendimento che gli è valso, nei primi giorni del nuovo anno, la firma sul primo contratto fino al 2026. Dopo questo traguardo, il gioiello del Piacenza ha raccontato ai microfoni di SerieD24.com la sua favola che, però, è ancora solo all’inizio.

Credit: Piacenza Calcio

L’inizio del sogno di Bassanini: “L’esordio è stato una sorpresa, ho subito chiamato mia mamma”

Dal 12 novembre scorso, giorno del suo esordio in Serie D contro il Ponte San Pietro, Bassanini è entrato nel calcio dei grandi, trovandocisi quasi catapultato dentro da un momento all’altro. Non ha però risentito del peso di una maglia prestigiosa come quella del Piacenza. Rappresentare la propria città e i sacrifici che questo comporta non hanno cambiato nulla della sua vita di tutti i giorni, da sempre incentrata sul calcio: “Io ho sempre fatto la vita da atleta. Andavo a scuola al mattino, mangiavo in giro e poi andavo subito agli allenamenti. Questo è cambiato poco. Poi mi stanno aiutando molto i professori e la società dandomi molte attenzioni“.

Credit: Piacenza Calcio

L’inatteso debutto in prima squadra è stato la prima grande gioia della sua stagione: “L’esordio è stato una sorpresa. Eravamo al ristorante prima della partita. Rossini ha portato tutta la squadra in una sala per dire la formazione e ho visto il mio nome sul foglio. L’ho scritto subito a mia mamma“. Prima squadra che aveva già iniziato a conoscere da inizio anno: “Già con Maccarone ero stato convocato in Coppa Italia, senza esordire. Anche quella è stata un’esperienza formativa. Maccarone mi ha sempre fatto annusare lo spogliatoio e il calcio dei grandi“. Il salto definitivo l’ha poi compiuto con la promozione di Rossini sulla panchina della prima squadra, per sostituire proprio “Big Mac“. Anche questa volta, però, non c’era niente di programmato: “Non sapevo neanche questo. C’era un’emergenza, con Silva, Corradi e diversi under fuori. Così mi ha portato su, inizialmente solo per fare qualche allenamento, poi però ho giocato anche la partita e sono rimasto lì“.

L’affetto della tifoseria: “Quando ho sentito il primo coro per me stavo per piangere”

Faccia pulita e imberbe, umiltà, voglia di sacrificarsi, e soprattutto qualità. Caratteristiche che lo hanno fatto entrare nel cuore della tifoseria. Per il suo allenatore, però, la qualità più importante di Bassanini è quella di essere “mentalizzato“: “Forse è così, ma a me non lo dice mai. Mi dice sempre che posso fare meglio, che poi è ciò che penso anche io. Non ho dimostrato niente e devo sempre lavorare su me stesso“. Rossini, dopo averlo allenato a inizio stagione con la Juniores Nazionale, lo ha messo al centro del suo gioco anche in Serie D, dove il Piacenza con lui in campo non ha mai perso. Un rapporto speciale, che gli ha permesso di crescere tanto: “Rossini è aggressivo, tenace, punta sempre al meglio e alla perfezione. Sono caratteristiche che condivido. È un piacere lavorarci tutti i giorni e confrontarsi con lui. È un allenatore che ti fa capire la sua fiducia attraverso semplici gesti“.

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Credit: Piacenza Calcio

E, a proposito di rapporti speciali, in poche partite è diventato uno dei giocatori più amati dalla tifoseria, essendo piacentino e prodotto del settore giovanile biancorosso: “Non mi aspettavo niente di tutto questo. La prima volta che ho sentito un coro per me non dico che sono scoppiato in lacrime, perché ero stato sostituito da un minuto e avevo ancora l’adrenalina della partita, però gli occhi lucidi mi sono venuti. È un sogno che la Curva Nord canti il mio nome“. La prima volta con la maglia del Piacenza rimarrà un momento indimenticabile: “L’esordio è stato forse l’emozione più bella che ho vissuto, era il mio sogno. Poi negli anni ho sempre visto l’affetto dei piacentini per il Piacenza e ora viverlo in prima persona è fantastico“.

Credit: Piacenza Calcio

Il viaggio continua: “Mi vedo in Serie C col Piacenza”

La quotidianità di Bassanini si divide tra scuola e campo: “Dopo il primo gol, il lunedì a scuola mi hanno fatto tutti i complimenti. Tra i miei compagni di classe alcuni erano in curva e altri comunque seguono il Piacenza. Avevo il telefono pieno di notifiche e messaggi. In squadra invece quelli che mi aiutano di più sono i più grandi, come Gerbaudo, D’Agostino e Silva. Poi D’Agostino ha fatto gli assist per i miei due gol e su questo scherziamo sempre”. Nel girone di ritorno il Piacenza cercherà di recuperare i 7 punti di ritardo dal primo posto dell’Arconatese. Per farlo serviranno anche le sue giocate che, come la personalità, non gli mancano: “Ancora più che una responsabilità, vestire questa maglia è motivo d’orgoglio. Non sento tanto la pressione, diciamo che io gioco a calcio. Noi giochiamo per vincere, il nostro obiettivo è quello e pensiamo solo a lavorare per farcela. Dove vedo il Piacenza a fine anno? In Serie C“.

Piacenza, Bassanini ha un sogno: “Juventus o Sampdoria”

E se sognare non costa nulla, lui non vuole porsi alcun limite, dato che in famiglia c’è già qualcuno che ha raggiunto i massimi palcoscenici possibili. Suo zio è infatti Fabio Paratici, anche lui giocatore del Piacenza prima di aver avuto grande successo da dirigente. Non a caso, Riccardo è cresciuto guardando la Juventus, che non è però l’unica passione: “Mio zio l’ho visto a Natale e mi fa sempre i complimenti. Sono juventino, Il mio idolo calcistico è Carlos Tevez. Poi sono anche un po’ appassionato di basket e ammiro LeBron James, mi sono sempre un po’ispirato a lui“. Adesso è lui che potrebbe diventare l’idolo di molti, ancora di più dopo essersi legato fino al 2026 col Piacenza. Testa solo al biancorosso, ma con un sogno nel cassetto: “L’obiettivo per il 2024 è la vittoria del campionato. Nel 2026 mi vedo ancora al Piacenza. Se dovessi dire qual è il mio sogno sarebbe la Juventus o la Sampdoria, perché sono molto legato anche a queste due squadre“. Il futuro ci dirà dove potrà arrivare, il presente lo vede già protagonista al Garilli. Riccardo Bassanini ora prosegue il suo viaggio, sempre senza porsi limiti.

A cura di Simone Solenghi