17 Febbraio 2022

Mancini, Cavani e la Real Calepina: Paolo Dellafiore si racconta

Il difensore della Real Calepina, ai microfoni di Serie D24: "Mancini mi fece esordire in Champions League, Cavani un fuoriclasse"

370 presenze in carriera tra Serie A, B, C e D. Più di 30mila minuti raccolti in campo, 18 stagioni di calciatore. Paolo Hernán Dellafiore vuole ancora stupire e a 37 anni compiuti lo scorso 2 febbraio non vuole proprio smettere di giocare. Difensore centrale classe 1985 della Real Calepina (Girone B), l’italo-argentino ha alle spalle una carriera decisamente importante, che lo ha portato a vestire diverse maglie prestigiose. Settore giovanile dell’Inter, il difensore veste ben 15 maglie oltre a quella nerazzurra: Spezia, Treviso, Palermo, Torino, Parma, Cesena, Novara, Siena, Padova, Latina, Perugia, Paganese, Mantova, Sona e Real Calepina.

L’esordio e Roberto Mancini: “Ha coraggio che altri non hanno avuto”

I primi passi il difensore italo-argentino li muove con la casacca nerazzurra. In una serata del lontano 2004 un certo Roberto Mancini in un Inter-Anderlecht di Champions League si gira verso la panchina e chiama un 19enne. Un’emozione fortissima che ai microfoni di seried24.com il difensore racconta così: È un’emozione difficile da descrivere. Penso che sia un’esperienza e un’emozione incredibile che ricorderò per sempre. Quando sei ragazzino vedi la Champions e pensi che sarebbe un sogno poter giocare un giorno quelle partite. Poi quando ti ritrovi lì da ragazzino ad essere in panchina con l’Inter e il mister che ti chiama e ti fa entrare… Al momento non realizzi, ti rendi conto dopo di quello che è successo. È un ricordo che porterò per sempre con me”.

Era la stagione 2004/05 e sulla panchina dell’Inter c’era un certo Roberto Mancini, che già allora dimostrò alcune caratteristiche che quasi 20 anni dopo saranno cruciali nella vittoria dell’Europeo: “Ero un ragazzo aggregato dalla Primavera, erano le mie primissime esperienze. Da quel che ricordo era un allenatore molto tranquillo, che metteva a loro agio tutti i campioni che aveva a disposizione. Metteva in primo piano i rapporti umani, era un ottimo gestore. Erano i suoi primi anni nell’Inter, che poi è tornata a vincere scudetti, quindi un po’ del suo lo ha messo”.

Dall’Inter Mancini è poi passato ad allenare in tutto il mondo, il cui culmine è la vittoria ad Euro 2020: “Ovunque è andato ha sempre fatto bene e con l’Italia quest’estate ha fatto un grosso lavoro. Il fatto che ai tempi alcuni ragazzi ed io avevamo avuto la possibilità di salire in Prima Squadra dimostra che è un allenatore a cui piace valorizzare i giovani e non ha paura di farli giocare e debuttare. Questo è stato un suo credo che ha portato avanti in tutti i club e in Nazionale, perché ha convocato giocatori che nessuno aveva mai convocato, che non avevano mai giocato in Serie A o che arrivano dalla Serie B. Ha avuto il coraggio di fare scelte che altri non hanno avuto“.

Una carriera con grandi giocatori: “Cavani il migliore, Recoba mezzi di altro livello”

Tra le varie esperienze in Serie A particolarmente segnante quella di Palermo. Fu qui che l’intera città si innamorò di un giovane uruguagio di nome Edinson Cavani: “Ai tempi era sconosciuto, era ancora giovane e non aveva avuto la fiducia di mister Guidolin. Quando è entrato con la Fiorentina (13 marzo 2007 ndr) ha fatto un eurogol al volo. Da quel momento ha acquisito sempre più fiducia e ha dimostrato sul campo il suo valore. Sicuramente è uno dei migliori con cui ho giocato“. La carriera di Paolo Hernan prosegue, poi, in altre squadre di Serie A e nel 2008/09 ha come fermata Torino. Qui conosce un altro grande campione, ormai a fine carriera, Alvaro Recoba: “A Torino era a fine carriera, ricordo che in allenamento era immarcabile, aveva mezzi di un altro livello…“.

Il ricordo su Maurizio Zamparini: “Ha sempre messo davanti a tutto il Palermo”

A Palermo c’era anche un presidente che metteva anima e cuore per i rosanero. Maurizio Zamparini, recentemente scomparso all’età di 80 anni, viene ricordato così da Dellafiore: “Il presidente si può dire che era un vulcanico ed impulsivo, però sentiva addosso il Palermo e mettendo i soldi si prendeva le responsabilità delle scelte giuste o sbagliate e quindi magari mandava via allenatori. Nonostante questo penso sia stato uno di quei presidenti che volevano il bene della loro squadra a tutti i costi. Se cambiava era perché qualcosa non andava e voleva migliorare la situazione, ha sempre messo davanti a tutto e tutti il bene del Palermo. Avercene di presidenti così che tengono tanto alla loro squadra. Portare il Palermo dalle serie inferiori all’Europa non è facile“.

Il Sona e Maicon: “Le giocate col tempo non si perdono”

Dellafiore debutta in Serie D nella stagione 2019/20 con la maglia del Mantova. Sole 4 presenze e un’esperienza poco positiva lo portano alla ricerca di una nuova avventura. L’anno dopo ecco la chiamata del Sona, dove gioca con due personaggi provenienti da due mondi opposti. Maicon ed Enrico Ruggeri la scorsa stagione hanno avuto una risonanza mediatica senza precedenti. Il primo ha mantenuto i colpi da fuoriclasse: “Maicon ha ormai 40 anni, fisicamente non è logicamente più quello di una volta. Si vedeva, però, che dal punto di vista tecnico che aveva giocato a determinati livelli. Il tocco e le giocate col passare del tempo non si perdono. Ci sta che fisicamente un giocatore sia in fase calante, i passaggi e il tocco rimangono. Fuori dal campo è molto riservato ma si rideva e si scherzava molto con lui negli spogliatoi. I ragazzi che inizialmente erano intimoriti dalla sua figura poi si sono sentiti a loro agio. Se c’era da fare una battuta era sempre disponibile ed è come se avesse giocato da sempre con noi“.

Il cantante, invece, da tifoso del Sona ha chiesto di realizzare un sogno: “Enrico Ruggeri, invece, è venuto a giocare con noi proprio tramite ‘Maic’: essendo un tifoso ha chiesto di incontrarlo. Parlando ha poi chiesto questa possibilità ed ha giocato solo 10 minuti con la maglia del Sona, non è poi venuto mai al campo se non una volta a trovarci“.

Dellafiore si allena con la Real Calepina: si tratta della sua quindicesima maglia in carriera (Foto: Real Calepina Facebook)

Ora la salvezza con la Real Calepina: “Ci sarà da soffire fino alla fine”

Ora la Real Calepina nel Girone B, che lotta per mantenere la categoria: “L’obiettivo è la salvezza, siamo in un girone in cui a parte le prime, che hanno qualcosa in più a livello di organico. Le altre, da metà classifica in giù sono più o meno sullo stesso livello. Quando il campionato è così equilibrato le partite si giocano sugli episodi, ci sarà da soffrire fino alla fine“. A causa di un infortunio e di qualche rotazione il centrale ha raccolto 9 presenze in campionato: “Ho avuto un problemino al polpaccio all’inizio, sono stato fermo un mese. C’è stato un periodo con molte gare infrasettimanali e il mister ha fatto rotazioni. Però dai, al momento riesco ancora a tirare la carretta… (ride ndr)“.

Paolo Dellafiore non ha intenzione di smettere e vuole andare avanti a conquistare obiettivi. Di quel ragazzo di 20 anni che fece l’esordio in Champions non è cambiato nulla. L’età è un numero e la voglia di vincere come le qualità non cambiano mai.

A cura di Simone Schillaci