6 Gennaio 2022

Udinese, Torino e Savoia: la storia di Giovanni Rais

La storia di Giovanni Rais, ex Direttore Generale del Savoia. Dall'esperienza con Udinese e Torino, all'opportunità a Torre Annunziata.

Tra le squadre migliori della scorsa annata, nel Girone G, c’era sicuramente il Savoia. La compagine campana, ora in Eccellenza, nella scorsa stagione ha raggiunto la finale playoff pareggiando contro il Latina, poi ripescato in Serie C. Il Direttore Generale di quella squadra era Giovanni Rais, nativo di Porto Torres (SS), classe 1976, con un passato anche nei settori giovanili di squadre di Serie A come Udinese e Torino.

Offerte post Savoia

Giovanni Rais ha lasciato i “bianchi” lo scorso luglio: “In questi mesi ho avuto dei contatti, ma secondo il mio punto di vista non c’erano le condizioni per poter formulare l’offerta. Mi ha fatto piacere essere stato contattato da diverse società, ma i miei progetti non erano conformi alle idee di queste squadre e quindi ho ritenuto giusto non andare oltre”.

Tre anni, tante avventure e tanti ricordi

Giovanni Rais è rimasto a Savoia per tre stagioni, annate in cui la compagine di Torre Annunziata ha certamente ben figurato, contro squadre del calibro di Palermo, Fidelis Andria e Latina.

Voglio cominciare col dire che quella al Savoia è stata una grande palestra. Avevo un ruolo nevralgico e centrale, come quello del Direttore Generale, in una piazza che ha un passato tra B e C. Non è mai facile approcciarsi a piazze del genere, perché hanno sempre l’aspirazione di tornare in palcoscenici che le competono. Torre Annunziata ha una tifoseria che non è da Serie D, ma di categoria certamente superiore e posso dire di avere un ricordo bellissimo di tutti e tre anni. La prima stagione siamo arrivati in semifinale playoff, la seconda l’abbiamo conclusa, anzitempo, dietro al solo Palermo (il campionato è stato poi interrotto per Covid). Lo scorso anno, invece, abbiamo pareggiato col Latina la finale playoff.
Nella stagione 2020/2021 i presupposti erano quelli di vincere il campionato, ma così non è stato. Va detto comunque che anche nella scorsa annata siamo stati falcidiati dalla pandemia, che non ha permesso il regolare svolgimento del campionato.
Col Savoia sono riuscito a mettere in piedi quelle che sono le mie reali visioni di una società di calcio e non posso che averne un buon ricordo
“.

Giovanni Rais

Rimpianti

In tre anni comunque positivi, a Giovanni Rais non mancano i rimpianti:

Il mio rimpianto è quello di non aver ottenuto la promozione in Serie C col Savoia. I presupposti, in questi tre anni, c’erano tutti, soprattutto il secondo anno, grazie all’ottimo lavoro svolto dal DS Marco Mignano. La nostra era però una squadra costruita ex novo, a cominciare dallo staff tecnico. Abbiamo ingranato nella seconda parte di stagione e ci è stata tolta la caramella nel nostro momento migliore“.

Udinese e Torino

Giovanni Rais, all’inizio della sua esperienza è volato prima a Udine e poi a Torino, dove ha potuto conoscere il mondo del calcio sotto un altro punto di vista, che non fosse quello del campo:

Le esperienze in Friuli Venezia Giulia e Piemonte risalgono agli albori della mia carriera e ho avuto la fortuna di stare vicino a squadre di Serie A per capire la loro metodologia di lavoro. All’Udinese per quanto riguarda lo scouting per iniziare la mia carriera, poi a Torino sono riuscito ad abbracciare più settori. Ho costruito le basi sulle quali si è poi svolta la mia carriera da dirigente. Anche a Torre Annunziata ho avuto un occhio di riguardo per il settore giovanile, perché penso che qualsiasi società debba partire dalla valorizzazione dei giovani, indipendentemente dalla categoria“.

I talenti scoperti da Rais

Nel corso delle sue esperienze a Udine e Torino, il talent scout portotorrese si è imbattuto in tanti giocatori, ma uno in particolare sta riuscendo a emergere nel cosiddetto calcio che conta:

Tra i giocatori mi piace ricordare Alberto Savini, che da terzo portiere Primavera del Torino, lo portai a Torre Annunziata. Dopo un anno da titolare col Savoia, oggi gioca titolare all’Albinoleffe (al momento Savini è infortunato ndr). Per me questo è motivo d’orgoglio, perché in pochi credevano in questo ragazzo. Ha avuto la forza di venire a giocare al sud e si è affermato riscuotendo l’interesse di diversi club. Sono contento anche perché è un professionista esemplare. Ha avuto una grande opportunità con l’Albinoleffe e penso che tra qualche anno ne sentiremo parlare in categorie più alte.”

Pandemia e giovani

A partire da febbraio 2020, molti giovani, tra rinvii e partite annullate, hanno giocato poche partite e questo può avere serie ripercussioni sulla loro carriera:


I continui stop influiranno tantissimo. Quest’anno il grosso problema per i Direttori Generali è trovare i 2003, perché non hanno giocato con frequenza negli ultimi 2 anni. Devono andare un po’ alla cieca su ragazzi che devono essere titolari e il problema è che in ogni squadra ne servono almeno tre.
Chi ha la fortuna di prendere ragazzi dai settori giovanili di squadre professioniste, trova un prodotto un po’ più pronto, ma per chi deve attingere dai propri o da altre società dilettantistiche è più difficile, perché al giocatore manca un anno. Il prossimo anno ci potranno essere ancora più problemi, con i 2004. A Torre Annunziata avevo fatto una scrematura importante, ma ormai ho perso di vista questi ragazzi. Se da parte della società c’è stata una programmazione, si possono trovare in casa, perché per me i 2004 devono già essere aggregati alla prima squadra, ma purtroppo poche squadre sono capaci di agire in questa maniera“.

Il campionato delle squadre sarde

In questi mesi Rai ha avuto l’opportunità di vedere da vicino i match delle sette squadre sarde impegnate nel Girone G:

Penso che ci sia un ritardo da parte di Muravera, Lanusei e mi meraviglia anche la posizione dell’Arzachena, perché ritengo che abbiano rinforzato le loro rose rispetto allo scorso anno. A mio parere il livello in questa stagione è più abbordabile ed è proprio per questo che rimango stupito per il campionato di queste squadre. Nella scorsa annata Lanusei e Muravera avevano fatto un’ottima stagione e con un pizzico di fortuna in più avrebbero anche potuto raggiungere i playoff. Con i rinforzi del mercato estivo ero convinto che potessero battagliare nelle prime cinque posizioni da inizio anno.
La Torres? Il tifoso sassarese con questa società non dovrà più avere patemi d’animo. C’è stata una completa rivoluzione rispetto agli altri anni e sono convinto che nei prossimi due anni i rossoblù potranno combattere per la primissima posizione. Quest’anno c’è ancora tutto un girone di ritorno, ma sulla vittoria finale non sono in grado di esprimermi. Molte partite verranno rinviate e lì veramente sarà bravo chi saprà organizzare la metodologia di lavoro con allenamenti con soli 10 ragazzi.
Per quanto concerne il Sassari Calcio Latte Dolce era prevedibile che non avesse una rosa come quella degli ultimi anni. Non è facile fare una stagione con una rosa nuova e ridimensionata, ma sono convinto che Pierluigi Scotto (allenatore dei biancocelesti ndr) riuscirà a traghettare i sassaresi alla salvezza
“.

La favorita del Girone G

Vedo il Giugliano una spanna sopra tutti: ha una panchina all’altezza dei titolari. Non me ne voglia nessuno, ma vedo i campani superiori. Le altre squadre hanno 12/13 titolari e i giocatori della panchina, a mio parere, non sono all’altezza degli 11 titolari“.

A cura di Fabrizio Pinna