18 Maggio 2022

Giugliano in C, Righi: “Non eravamo la squadra più forte. Vittoria che sa di riscatto sociale”

Uno degli artefici della promozione del Giugliano in Serie C è Emanuele Righi, responsabile dell'area tecnica: "È un sogno che si realizza"

Emanuele Righi

Il Giugliano ha ottenuto aritmeticamente la promozione in Serie C dopo un percorso netto e senza storia, che ha visto la squadra campana in prima posizione dalla prima all’ultima giornata. Per far sì che successi del genere arrivino, serve ovviamente una società esemplare, composta da persone altrettanto capaci. Una di queste è sicuramente Emanuele Righi – responsabile dell’area tecnica del Giugliano – capace di costruire una rosa perfetta, che ha macinato record su record. In esclusiva a seried24.com, il dirigente gialloblù ha raccontato le emozioni nei momenti appena successivi alla promozione in C. “Questo è un sogno che si realizza. Non eravamo la squadra più forte o con il budget più alto. Eravamo una squadra partita per fare un campionato importante sì, ma avevamo sul nostro cammino squadre come la Torres, l’Albalonga e la sorpresa Nuova Florida, che non ci aspettavamo”.

Righi ha poi indicato subito una delle chiavi del successo del Giugliano. “Siamo stati bravi grazie a un allenatore e a uno staff tecnico che hanno avuto grande equilibrio, gestendo benissimo la squadra – spiega con fierezza il dirigente giuglianese – Questa è stata la nostra arma segreta. In mezzo a mille tempeste, questo staff tecnico ha dimostrato di avere tutti i requisiti per vincere. Siamo in testa dalla prima giornata, ce lo meritiamo”.

Righi, dirigente del Giugliano: “Presidente esemplare, gruppo sempre unito e compatto”

“La nostra forza è stata un presidente serissimo come Alfonso Mazzamauro, che non è mai venuto meno a nessuna parola data, un direttore generale come Ciro Sarno, capace di mantenere l’equilibrio quando la barca poteva rischiare di avere uno scossone non gradito”, continua poi Righi, responsabile dell’area tecnica del Giugliano. Non solo la dirigenza però, un ringraziamento particolare va anche agli interpreti in campo. “Ovviamente c’è anche un gruppo di giocatori che ha deciso di mettere il ‘noi’ davanti all’io’. Nei momenti di difficoltà – che ci sono sempre – hanno fatto prevalere la voglia di vincere e di fare qualcosa che rimarrà sempre nella nostra vita. ‘Fare qualcosa che ci ricorderemo per tanti anni’: Questo è stato il nostro motto per l’intera stagione”.

“Tutti fantastici, un grazie particolare a Raffaele Poziello”

Il dirigente gialloblù non vuole fare alcun nome specifico, perché “tutti sono stati protagonisti, davvero”. Nonostante ciò, c’è qualcuno a cui Righi fa un particolare ringraziamento per l’atteggiamento avuto durante tutta la stagione. “Se proprio devo fare un nome, dico Raffaele Poziello perché ha accettato la panchina. Non era semplice mantenere un atteggiamento del genere in quelle condizioni, per questo voglio fargli un ringraziamento particolare – ha dichiarato -. Dobbiamo tanto anche all’altro dei fratelli Poziello, Ciro. Poi beh, ovviamente Federico Cerone, ma per lui parlano i numeri. Anche Nicola Ferrari da quando è arrivato. Biasiol è stata invece una mia scommessa. Non faceva bene da due anni e si è rivelato un muro”.

Infine, anche belle parole per i “piccoli” del Giugliano, gli under. “I nostri giovani sono molto bravi, ma si sono dimostrati più forti fuori dal campo. Hanno grande potenziale, ma fuori si sono sempre dimostrati ragazzi umili, che hanno seguito sempre i più grandi e che hanno accettato qualsiasi consiglio. Hanno vissuto anche loro momenti non semplici, ma sono sempre stati uomini. È stata una grande soddisfazione. Sono tutti under che vogliono fare i calciatori e lo hanno dimostrato. Gli auguro tutto il bene del mondo”.

“Giugliano vive il calcio come un riscatto sociale. Sui nostri tifosi…”

Una città con una passione sconfinata per il calcio e la dimostrazione è arrivata domenica dopo domenica. “Vincere in una piazza come Giugliano, che vive il calcio come un riscatto sociale, è bellissimo. Quando siamo scesi in campo, non è mai stata solo una partita di calcio. Sapevamo che con noi c’era un popolo che ha sofferto tanto, spesso ingiustamente violentato. Nel calcio ha trovato un po’ di ristoro e quella voglia di provare a lasciare il segno anche per delle cose belle – prosegue Righi – Giugliano è molto bella, lo dico io che vengo da Bologna. È una città ferita e che ha subito tanti abusi, ma che ha tanto da dare e la sua gente merita tantissimo. Ecco perché abbiamo voluto dare anche un riscatto tramite il calcio. Giuliano è nel calcio dei grandi e noi siamo orgogliosi di esserne stati gli artefici”.

Una tifoseria fedelissima ai colori gialloblù, che non ha mai lasciato da sola la squadra. Emanuele Righi ci tiene a portare con sé il simbolo della stagione del Giugliano. “Mi porto dietro una foto dei tifosi. Al di là della presenza quotidiana, girando per le vie di Giugliano, mi porto nel cuore una foto a Lanusei. Match d’andata, pioveva e faceva un freddo incredibile. Arrivare a Lanusei è oggettivamente complicato, ma loro erano in quindici – dichiara il dirigente gialloblù – Abbiamo vinto una partita che non meritavamo, ma vincerla con loro quindici è stata una roba che ho ancora nel cuore. È la foto simbolo di ciò che abbiamo fatto quest’anno. Nonostante le tempeste e la pioggia, siamo arrivati all’obiettivo”.

Righi, ds del Giugliano: “Giusto che festeggino loro, vi racconto un aneddoto”

Prima di concludere l’intervista, Emanuele Righi ci tiene a raccontare un aneddoto avvenuto proprio oggi, in occasione di Real Monterotondo-Giugliano. “Oggi ero in panchina. Da quando abbiamo perso contro il Latte Dolce, abbiamo deciso di essere sempre presenti in panchina. I ragazzi non ne avevano bisogno eh, era più un fatto scaramantico – spiega Righi – A cinque minuti dalla fine ho deciso di andare via, sono andato nello spogliatoio, ho tolto la maglia e indossato la camicia e sono uscito. Mentre uscivo c’era la dirigenza e i giocatori non convocati che mi bloccavano perché io rimanessi, ma ho detto che dovevo andare a lavorare. So che faranno una grande festa, ma è giusto che la facciano loro. Umiltà, trasparenza, riconoscenza e anche un pizzico d’emozione: tutto ciò che Emanuele Righi – direttore sportivo del Giugliano e uno degli artefici del successo – ha mostrato durante le sue parole post promozione.

“E se ne va, la capolista se ne va…” cantavano squadra e tifosi al termine del match. Questa volta definitivamente e verso palcoscenici più ambiti.