29 Dicembre 2022

Babù e Botticella, lo staff dello zemaniano Cangelosi si arricchisce con due fedelissimi per rilanciare la Casertana | FOCUS

Prende forma la nuova Casertana di Vincenzo Cangelosi. Chiaro l'intento di replicare l'ideologia di Zeman

Babù e Botticella

Dopo il fulmine a ciel sereno dovuto dall’esonero di Luigi Panarelli, in casa Casertana comincia ufficialmente un nuovo corso. Il nuovo timoniere è Vincenzo Cangelosi, storico vice di Zdenek Zeman ed alla prima grande esperienza da capo-allenatore. In cerca di rilancio, il presidente D’Agostino punta ad invertire una stagione storta seppur nata sotto aspettative differenti. Chiara la volontà della società di replicare il diktat zemaniano con l’arrivo in panchina dello storico assistente del boemo. Tuttavia Cangelosi non sarà solo, poiché a Caserta approdano altri due fedelissimi come Babù e Domenico Botticella, nel ruolo rispettivamente di vice e preparatore dei portieri.

Babù e Domenico Botticella, alla scoperta degli storici collaboratori di Zdenek Zeman

La decisione da parte della Casertana di puntare su Vincenzo Cangelosi e su collaboratori che hanno un trascorso con Zeman, lascia intendere la strategia tecnica che i campani vorranno adottare nei prossimi mesi. Da sempre pallino del patron, il boemo era già in passato in cima alla lista dei papabili per la panchina, ma difficilmente sarebbe sceso in D. Per questo, la scelta più logica ed accattivante era affidarsi a qualcuno che conoscesse alla perfezione il pensiero calcistico zemaniano. Ecco dunque Vincenzo Cangelosi, per 33 anni al fianco di Zeman ed ora prossimo nell’affrontare la prima esperienza da capo-allenatore.

Casertana Cangelosi

Ad affiancare lo storico vice a Caserta, ci saranno altri due fedelissimi doc come Babù e Domenico Botticella, figure che incarnano alla perfezione la filosofia del boemo. Seppur molto spesso abbiano mosso i fili da dietro le quinte, si tratta di due personalità fondamentali per incanalare una determinata idea di gioco. Andiamo alla loro scoperta.

Babù, il fulmine brasiliano scoperto quasi per caso da Zeman

Tra Babù – all’anagrafe Anderson Rodney De Oliveira – e Zeman fu amore a prima vista. Nato a San Paolo, muove i primi passi nel mondo del calcio sotto la gestione del leggendario Cafù. La piccola squadra si chiamava Timbò e grazie alle rinomate conoscenze del Pendolino, disputò un’amichevole a Roma contro il Frosinone. In quell’occasione, quasi per caso, sulle tribune sedeva Zdenek Zeman che, tra una sigaretta e l’altra, notò le abilità tecniche di questo ragazzo che tutti chiamavano Babù. Nonostante le prime perplessità dell’allora diciannovenne, il boemo lo convinse a seguirlo alla Salernitana. Seppur ancora da raffinare per il calcio italiano, il classe 1980 dimostra di possedere doti notevoli, certificate anche da un gol al Napoli nella bolgia del San Paolo.

L’approccio con la Serie A è incredibile

Dopo un’altalenante stagione al Venezia in Serie B, il suo padre calcistico lo richiama al Lecce, ma questa volta nel teatro della Serie A. Nel consueto 4-3-3 di stampo zemaniano, Babù si rivela una delle migliori frecce nell’arco del suo allenatore. Questo nonostante la presenza di punte di diamante come Mirko Vucinic e Valeri Bojinov. Imprendibile sulla corsia, intelligente nel servire i compagni e letale quando c’era da far gol: l’impatto di Babù con i giallorossi è stato letteralmente devastante, diventando fin da subito beniamino dei tifosi. Tre assist all’esordio contro il Messina, addirittura doppietta all’Olimpico contro la Lazio, momento in cui la Serie A ha imparato a conoscere questo semi-sconosciuto ragazzo proveniente dal Brasile. Probabilmente la sua carenza più grande da calciatore è stata a livello mentale: un grave infortunio e l’approdo della sua ancora calcistica – Zeman – verso altri lidi gli hanno procurato un autentico senso di smarrimento.

Nervosismo evidente anche durante la sua ultima apparizione in Serie A, terminata anzitempo a causa di un’espulsione per una sciocca manata ai danni del laziale Siviglia. Proprio l’Olimpico rappresenta dunque il picco ed il declino di Babù nel massimo campionato italiano. Tornato agli ordini di Zeman in Serie B, il brasiliano rinasce forte del supporto del suo mentore. Quando la ripresa era cosa fatta, Babù ripiomba in un’altra serie di infortuni, nemica costante della sua carriera.

I tanti infortuni e l’avventura farsa alla Roma

Per lui comincia un lungo peregrinare fra diverse squadre e svariate categorie, riassaporando anche per una manciata di minuti la Serie A con il Catania. Nel 2013 viene addirittura acquistato dalla Roma, ma il suo tesseramento dura due giorni ed utile solo a liberare il posto da extra-comunitario per Gervinho. Male in Portogallo, ritrova serenità con l’Afro United, centrando l’Eccellenza dopo una cavalcata partita dalla Terza Categoria. Arrivato a 40 anni, si concede una nuova chance in Promozione prima di ricevere un’altra chiamata dal suo mentore. Perché si sa, gli amori fanno giri immensi per poi ritornare, regalando a Babù un lieto fine anche una volta appesi gli scarpini al chiodo. Ora proverà ad inculcare agli attaccanti della Casertana tutti i preziosi consigli assorbiti negli anni da Zeman in persona.

Babù e Botticella, insieme nella Salernitana di Zeman

Il nuovo preparatore della Casertana sarà Domenico Botticella. Anche lui come Babù è cresciuto calcisticamente sotto l’ala protettrice di Zdenek Zeman. Nato a Deliceto, piccolo comune nel foggiano, Botticella è sbocciato difendendo i pali proprio della storica squadra rossonera, territorio nel quale il suo mentore aveva istituito la ‘Zemanlandia’. Il primo approccio con la filosofia del boemo lo trova a Salerno nel 2000, condividendo lo spogliatoio anche con lo stesso Babù.

Babù e Botticella

Lasciata la Salernitana a 29 anni, difenderà poi i pali di Manfredonia, Catanzaro, Paganese, Sorrento, Arezzo e Cavese, prima del grande ritorno a Foggia nel 2011. Ritiratosi l’anno successivo dopo la parentesi a Canosa in Prima Categoria, comincia una nuova vita da preparatore dei portieri nella vicina San Severo. Nel 2017 ha seguito Delio Rossi nella travagliata esperienza in terra bulgara al Levski Sofia. Rientrato in Italia, sempre con Rossi militerà a Palermo prima e ad Ascoli poi. Ora nella riunione tra i fedelissimi di Zeman, Botticella e Babù, insieme all’allenatore Cangelosi, sono pronti a cominciare un nuovo capitolo con la Casertana.