16 Febbraio 2023

Sant’Angelo, stangata del Giudice Sportivo dopo la gara con il Riccione: “Non siamo un paese razzista”

Il club non accoglie di buon occhio la decisione del Giudice Sportivo dando la parola ai calciatori

Sant'Angelo

Quella in corso d’opera è una settimana alquanto movimentata per il Sant’Angelo Lodigiano, attualmente quindicesima forza del girone D di Serie D. Nell’ultimo week end il club, suo malgrado, si è reso protagonista di uno sgradevole episodio di razzismo. La denuncia mediatica è partita dallo United Riccione, avversario dei lombardi nell’ultima giornata di campionato. Secondo le ricostruzioni, dagli spalti dello stadio Chiesa sarebbero stati intonati alcuni epiteti razzisti nei confronti dei calciatori ospiti. La diatriba tra le due squadre, continuata nel mondo digitale con continui botta e risposta, è stata parzialmente risolta dall’intervento del Giudice Sportivo. Questo, fatti i dovuti accertamenti, ha multato il Sant’Angelo infliggendogli un turno a porte chiuse poiché i propri sostenitori proferivano espressioni discriminatorie per motivi di razza all’indirizzo di alcuni calciatori di colore della squadra avversaria. Secca la risposta del club: “Sant’Angelo non è un paese razzista”.

Sant'Angelo

Il pensiero del Sant’Angelo

2.500 euro di ammenda, un turno a porte chiuse e tre mesi di squalifica per un proprio dirigente. Questo il responso del Giudice Sportivo ai danni del Sant’Angelo, finito al centro di un uragano mediatico in occasione del match contro lo United Riccione. Dagli spalti dello stadio Chiesa, i tifosi lodigiani avrebbero pronunciato espressioni di matrice razziale nei confronti di alcuni calciatori di colore della squadra avversaria.

Sant'Angelo

I rossoneri non hanno preso di buon occhio la decisione del Giudice Sportivo, rimanendo fermi sulla propria posizione: “Sant’Angelo non è un paese razzista”. Apprezzabile infine la decisione del club di dare parola ai quattro calciatori di colore presenti in squadra. Silla, Opat, Ekuban e Gomez sono diventati testimonial contro quella piaga chiamata razzismo e ribadendo la correttezza del pubblico barasino. “Veniamo trattati come dei figli, qui a Sant’Angelo non abbiamo mai avuto problemi legati al razzismo“, così in coro i quattro tesserati del club rossonero in merito al polverone sollevato dopo il match contro lo United Riccione.