8 Dicembre 2022

Robert Oberrauch si racconta: tra hockey, Virtus Bolzano e appartenenza verso il territorio

Il presidente del club in esclusiva ai nostri microfoni su presente, futuro e filosofia del club

Trentino Alto-Adige, Bolzano. E’ lì che nasce e cresce la figura di Robert Oberrauch, numero uno della Virtus Bolzano, nonché cenerentola della Serie D, in particolare del Girone C dove per adesso è al comando della classifica. Il suo percorso nel mondo dell’hockey su ghiaccio parla da solo: ha giocato per quasi tutta la sua carriera nell’Hockey Club Bolzano. Fece poi esperienza per una stagione nella WHL (Western hockey league), una lega giovanile canadese.

Al ritorno in Italia divenne un punto fermo della formazione biancorossa, con cui ha vinto ben otto scudetti e due Alpenliga. Importante anche la sua carriera in nazionale, dove è stato capitano per molti anni. Con la maglia azzurra ha partecipato ai Giochi olimpici invernali del 1992 ad Albertville, del 1994 a Lillehammer e del 1998 a Nagano, oltre che ai Mondiali di Gruppo B del 1987, 1989, 1990 e 1991 e a quelli di Gruppo A del 1992, 1993, 1994, 1995, 1996 e 1998.

Ha smesso di giocare nel ’98, ma nell’aprile 2020 è stato selezionato dalla federazione internazionale nella ideale miglior nazionale italiana di tutti i tempi assieme a Mike Rosati, Armin Helfer, Lucio Topatigh, Roland Ramoser e Mario Chitarroni.

Nel 2012, Robert Oberrauch succede a Veleo Sgarbi nella Presidenza della AS Virtus Don Bosco, una società che ha rappresentato un punto di riferimento importante per i giovani calciatori locali, e tre anni dopo avviene la fusione tra FC Bolzano 1996 e AS Virtus Don Bosco, dando vita così all’attuale AC Virtus Bolzano.

Una lunga carriera passata nei campi di hockey su ghiaccio

Chi è appassionato di hockey su ghiaccio saprà sicuramente che Robert Oberrauch ha dedicato buona parte della sua vita a questo sport: “Questo sport è stato parte della mia vita. Giocare a hockey mi ha formato come persona e mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi. Per cui sono grato alla carriera che ho fatto, agli allenatori, ai compagni che ho avuto, perché mi hanno insegnato sia a giocare che a come relazionarsi con gli altri nel mondo sportivo e non”.

Da vicepresidente a direttore sportivo, passando anche per le vesti di allenatore

Robert Oberrauch, dopo l’attività sportiva, ha deciso di dedicarsi all’attività imprenditoriale, in particolare nell’Hockey Bolzano dove ha ricoperto più di una mansione nel corso della sua esperienza: “Ho fatto il vicepresidente per 3 anni. E’ stata una bella esperienza. Non sempre gli ex calciatori riescono a ritagliarsi un ruolo importante nelle squadre dove hanno giocato. In un anno molto particolare dove abbiamo licenziato due allenatori, parlando col presidente George Knoll, mi è stato proposto di ricoprire quel ruolo. L’ho fatto per un finale di stagione di un campionato. E’ stata un’esperienza interessante, anche perché allenavo giocatori che fino a qualche anno prima giocavano con me. I ruoli erano molto chiari, così come le gerarchie nonostante fossimo ottimi amici”.

L’intenzione di entrare nel mondo del calcio dopo anni vissuti nell’hockey

Dopo tanti anni passati nell’hockey, Oberrauch ha scelto di entrare nel mondo del calcio. Il motivo? Anche un figlio calciatore che ha trasmesso la passione per questo sport: “Mio figlio più grande gioca a calcio negli Stati Uniti nel campionato universitario. Nonostante io abbia respirato e mangiato hockey per tutta la mia vita mi son ritrovato un figlio calciatore. Il calcio è entrato così nella mia vita. La Virtus, che all’epoca era ancora Virtus Don Bosco, era in un momento di difficoltà e mi hanno chiesto se volevo entrare in società. Ho accettato molto volentieri. Il mondo del calcio mi sembrava più familiare di quello che era anni prima. Adesso sono 11 anni che sono alla guida di questo club”.

Dal 2012 è il massimo esponente della Virtus Bolzano

Dal 2012, Robert Oberrauch è il numero uno della Virtus Bolzano, club con la quale ha centrato anche uno storico “Triplete“: “Questo è l’undicesimo anno che sono il presidente della Virtus Bolzano. E’ una grande soddisfazione, un grande onore, ma anche un grande onere, nel senso che la Virtus è una società molto importante. Nasce nel 1945, ed è la squadra con più tradizione a Bolzano e probabilmente in tutto l’Alto Adige, forse anche nel Trentino. Abbiamo una struttura importante con circa 400 ragazzini oltre alla prima squadra. Ci piace molto anche il fatto che abbiamo una squadra un pò più particolare e speciale.

Come prima squadra abbiamo ottenuti dei grandi risultati. Quando sono arrivato io eravamo in Promozione, mentre adesso siamo una realtà importante. Siamo andati tre volte in Serie D, abbiamo assaporato l’amarezza della retrocessione, ma non ci siamo preoccupati più di tanto perché ci siamo rimboccati le maniche e siamo ritornati in D per starci in modo stabile. Credo che la realtà vera della Virtus Bolzano sia la Serie D. In questo momento stiamo andando anche bene visto il primo posto, ma il campionato è ancora molto lungo e ci sono squadre molto attrezzate. Noi però ci godiamo il momento, poi vedremo tra qualche mese. Sicuramente non ci fa paura essere primi e provare a rimanerci”.

E’ lecito sognare o quanto meno pensare ad un ritorno della Virtus Bolzano tra i professionisti?

Oberrauch non si pone limiti sul fatto che la Virtus Bolzano, un giorno, possa ritornare tra i professionisti: “E’ doveroso sognare, non è solo lecito. Ogni calciatore sogna di giocare a San Siro, di provare qualcosa di importante in carriera. Lo dicevo anche ai ragazzi dopo l’ultima sconfitta in campionato: bisogna sognare. Noi abbiamo un gruppo di uomini che sono nel giusto momento di maturazione e devono sfruttare l’occasione. Magari non gli ricapita, forse neanche a noi. Però la carriera di un calciatore è più corta rispetto a quella di un presidente. Ai ragazzi ho detto di provarci. Noi ci crediamo. Poi ci sono squadre veramente molto più attrezzate e sicuramente non siamo noi i favoriti, però siamo lì e ce la giochiamo fino in fondo”.

Virtus Bolzano
Fonte Foto: pagina Facebook Virtus Bolzano

Alla base della società Virtus Bolzano c’è soprattutto l’appartenenza verso il territorio

Una Virtus Bolzano stile Atheltic Bilbao? Oberrauch spiega la filosofia del club: “Noi siamo diversi rispetto alle altre squadre di Serie D. Abbiamo una realtà dove credo che il 90% dei giocatori che abbiamo sono altoatesini o trentini, e forse 2-3 provenienti da fuori. Molte squadre di D, nel loro bilancio, hanno 15-16 appartamenti per i calciatori provenienti da fuori, noi invece ne abbiamo solamente due. Questo solo per dire che noi puntiamo su calciatori locali. Credo che una figura del genere sia più responsabilizzata rispetto ad una che viene da un’altra realtà. Un calciatore locale che vive qui ha le sue amicizie e i suoi rapporti, quindi quando gioca bene ha gli elogi e quando non gioca bene ha le critiche. Per cui la responsabilità è maggiore giocando nei luoghi dove più o meno si abita. Massimo 1-2 profili non locali, perché noi privilegiamo chi più o meno abita qui.

Modello Athletic Bilbao? Loro sono baschi, perciò ci sono anche altri aspetti socio-politici. Però è vero. Quando io giocavo a hockey e vincevamo tanto, buona parte della squadra era composta da calciatori bolzanini e con 2-3 stranieri eccellenti che ci davano una mano. Ma l’ossatura della squadra era la stessa di anno in anno con tutti calciatori del posto, e con ciò siamo riusciti a vincere tanto”.

Uno sguardo al futuro per quanto riguarda le strutture

Il progetto Virtus Bolzano non guarda solamente al risultato sportivo, bensì anche ad investimenti per quanto riguarda le strutture: “Le strutture sono sempre un tasto dolente in tutta Italia, ma io parlo per la nostra realtà. Noi abbiamo circa 20 squadre che si devono allenare, gli orari son pochi perché i ragazzini con i rientri a scuola nel pomeriggio son liberi dalle 15:30-16, quindi non è che si può cominciare alle 13. Ovvio che non si può far allenare un ragazzino alle otto di sera d’inverno. Il campo purtroppo è uno solo, e avere più impianti sarebbe il massimo. Io penso che un ragazzo deve giocare, perché più ore gioca e migliore sarà la sua crescita. Adesso dobbiamo fare allenamenti un pò contingentati, tipo un’ora o cinquanta minuti a squadra col campo diviso a metà. Dobbiamo un pò arrangiarci. Se solo avessimo più strutture si potrebbe fare allenamento ogni giorno”.

Un percorso della Virtus Bolzano come quello del Sudtirol?

La Virtus Bolzano come il Sudtirol? Per Oberrauch non è proprio così:Noi siamo una realtà diversa. Il Sudtirol nasce già con l’idea del professionismo, la Virtus invece da quartiere Don Bosco. Siamo molto più radicati col territorio. Abbiamo anche una storia diversa. Poi è chiaro che guardiamo al futuro, però è vero anche ci piace mantenere i valori con cui è nata questa realtà”.

L’obiettivo stagionale della Virtus Bolzano

L’obiettivo della Virtus Bolzano, per il presidente Oberrauch, è sicuramente la salvezza: “Il nostro obiettivo è sicuramente quello di salvarci, per cui credo che la salvezza sia sui 42 punti e noi neanche a metà stagione siamo messi molto bene. Poi è anche vero che in questo momento siamo davanti e cercheremo di starci il più a lungo possibile, poi vediamo cosa succede. Spesso nelle partite serve anche un pò di fortuna al momento giusto. Nessuno perde un campionato per sfortuna, semmai perde una partita per sfortuna. La fortuna, secondo me, è importante averla nelle partite che contano come gli scontri diretti”.

Intervista a cura di Gerardo Guariglia