13 Gennaio 2022

Rizzo si racconta tra Napoli di Sarri, Nocerina e Sorrento

Francesco Rizzo si racconta a SerieD24. Cresciuto nel Napoli di Sarri, ora è a Sorrento, "dove si lavora da veri professionisti"

“Un passo indietro per farne molti più in avanti”. Questa frase, pronunciatagli dal padre, è diventata un mantra per Francesco Rizzo, difensore del Sorrento, che si è raccontato ai microfoni di SerieD24

La prima volta che ha indossato la maglia del Napoli aveva 10 anni, per lasciarla e poi riprenderla. Vive uno spogliatoio storico, senza mai esordire. Dimostra le sue qualità in D, riuscendo a raggiungere la Serie C, che lo stop dei campionati a causa covid gli toglie, a 4 punti dalla salvezza con 12 giornate ancora da giocare. Adesso è a Sorrento, un ambiente che di professionismo ha tutto, tranne la categoria.

Francesco Rizzo con la maglia della Nocerina

Difensore centrale, all’occorrenza anche terzino. Da quando Rizzo è giunto a Sorrento, nel girone H di Serie D, la squadra ha infilato un filotto di tutto rispetto. In 9 partite disputate, ha collezionato 4 vittorie, 4 pareggi (di cui due con gol subito al 92’), e una sola sconfitta. Il tutto condito da un gol e ben tre assist.

Napoli: le giovanili, gli allenamenti con Sarri, gli scherzi di Maggio e Jorginho

Arrivato nel settore giovanile del Napoli a 10 anni, Rizzo lo lasciò momentaneamente dopo quattro anni per provare un’esperienza in Serie D al Francavilla e in primavera all’Avellino, prima di tornare a vestire di nuovo l’azzurro partenopeo.

Tornato al Napoli sono stato aggregato alla prima squadra, senza però esordire. Era il Napoli di Sarri, un gruppo storico, per me si è trattata di un’esperienza formativa fondamentale, grazie alla quale ho imparato la mentalità, l’abnegazione, il sacrificio, l’impegno”.

Sarri, come noto, è un allenatore che fa dell’allenamento il suo pane quotidiano, un lavoro volto alla codifica di determinati schemi. Su questo tipo di allenamenti, Rizzo racconta:

Sarri noi giovani ci trattava come ragazzi della prima squadra, ci allenava alla stessa maniera, come fossimo giocatori dello stesso livello. Gli allenamenti erano maniacali, Sarri è un vero maestro del calcio, curava ogni minimo dettaglio. Secondo la mia umile opinione credo che non siano arrivati trofei in quel periodo a causa prima di tutto di una mancanza di fortuna, poi c’era una squadra davanti come la Juventus che quelle stagioni aveva una rosa lunghissima, e un’esperienza maggiore”.

Così giovane, il difensore si è ritrovato inserito all’interno di un gruppo storico, abituato a giocare insieme da anni, e spesso si lasciavano andare a scherzi nei confronti dell’ultimo arrivato. Tra i più coinvolti, Christian Maggio, veterano di quello spogliatoio, e Jorginho, fulcro del gioco di Sarri:

Ricordo che Maggio (Christian) ripeteva continuamente che assomigliavo a Floro Flores, allora ogni giorno mi scattava una foto e gliela mandava. Io ero giovane, ovviamente ero imbarazzato, diventavo sempre rosso in faccia. Un’altra volta, invece, rientrati nello spogliatoio al termine dell’allenamento, andai per prendere la frutta che si trovava sul tavolo, Jorginho mi diede uno schiaffetto sulla testa dicendomi: “Il più piccolo non può aprire il buffet”. Momentaneamente rimasi gelato, poi si mise a ridere, stava scherzando”.

Le esperienze ad Avellino, Taranto e Sarnese

Salutato il Napoli per la seconda volta, per la seconda volta Rizzo torna ad Avellino. Dove venne aggregato alla primavera, allenandosi però anche con la prima squadra.

Il vecchio presidente mi promise l’esordio in prima squadra, in Serie B, che però non avvenne, a causa della salvezza conquistata solamente all’ultima giornata, con il Latina. Probabilmente ancora non ero pronto. È stata comunque un’esperienza importante, c’era una rosa importante, tra cui Djimsiti, oggi all’Atalanta”.

Dopo l’Avellino, Rizzo si sentiva pronto ad un’esperienza da protagonista in prima squadra, e decise di andare a Taranto, in Serie D. In Puglia rimase meno di metà stagione, per dirigersi alla Sarnese.

Nell’estate del 2017 andai a Taranto, dove però non ho trovato fortuna, lasciandolo a dicembre per andare alla Sarnese. A Sarno ebbi la mia prima vera esperienza da protagonista, in metà stagione giocai 13 partite, segnando anche un gol”. Tutto ciò gli permise il salto tra i professionisti, in C al Gozzano.

La Serie C a Gozzano e una retrocessione causata dal covid

Le porte del professionismo per Francesco Rizzo si aprono nella stagione 2018/19, quando firma con il Gozzano, squadra piemontese militante nel girone A di Serie C.

Il salto dalla D alla C per me è stato un orgoglio. Il salto di categoria si avverte, la D è penalizzata dalla regola dalla regola delle quote, con giovani probabilmente non pronti. In Serie C i giovani che trovi sono più pronti, provenienti spesso in prestito da squadre di Serie A. La qualità è maggiore

Nella prima stagione il Gozzano raggiunge la salvezza, e Rizzo scende in campo 12 volte.

La stagione successiva, 2019-20, il difensore trova più minutaggio, giocando 18 partite prima dello stop imposto dalla prima ondata di covid. La Serie C, a differenza della A e la B, non riprese in estate, i campionati furono congelati e le promozioni/retrocessioni assegnate senza aver disputato tutte le partite.

Venimmo retrocessi a causa del congelamento dei campionati post Covid, a 12 giornate dal termine, 13 per noi, che dovevamo recuperarne una. Eravamo a 4 punti dalla salvezza. Siamo stati retrocessi con ancora molte giornate da giocare”.

Francesco Rizzo con la maglia del Gozzano

Il ritorno in D alla Nocerina: “La gente ama la squadra. Meritano chiarezza”

Dopo la retrocessione, Rizzo lascia il Gozzano, tornando in Campania, alla Nocerina, in Serie D.

Credevo, e credo tutt’oggi, di poter giocare in C. Vedermi togliere la categoria a causa del covid mi dà fastidio, per fortuna ho la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. Mio padre mi ha aiutato dicendomi di aver fatto un passo indietro per farne tanti in più davanti. Andai a Nocera perché il direttore mi volle fortemente, la piazza è molto importante, una delle più blasonate della categoria”.

Rizzo poi si lascia andare su delle dichiarazioni circa l’attuale situazione proprietaria della Nocerina:

Sulla attuale questione posso dire che, purtroppo, quando c’è una cattiva base, è difficile costruire il resto. Se mancano le fondamenta, la casa barcolla. Così è ciò che sta succedendo a Nocera: il problema è a monte. C’è un problema di trasparenza con la gente. Questa categoria non è facile, tanto più in momenti di difficoltà come questi con la pandemia. I tifosi della Nocerina non lasciano mai sola la squadra, li ho visti fare centinaia di chilometri per seguirci in trasferta, per puro amore. Questa gente merita chiarezza. La situazione è brutta, si rischia di macchiare una società storica del calcio, ed è un vero peccato”.

L’arrivo a Sorrento: “Una società dove si respira professionismo”

Dopo 35 partite (con due gol e quattro assist) in una stagione e mezzo, il difensore a dicembre 2021 lascia la Nocerina ma non il girone H, per vestire nuovamente il rossonero, stavolta del Sorrento.

Prima parlavamo di professionismo, e ti posso dire che qua a Sorrento ho trovato una società che lavora in maniera professionistica a tutti gli effetti. La società è davvero professionale, costituita da persone che amano questa maglia e rispettano la gente. Ho trovato un ambiente eccellente, ti fanno sentire l’appartenenza a questi colori”.

Rizzo con la maglia del Sorrento

Il Sorrento è attualmente 10° nel girone H di Serie D, avendo collezionato 25 punti in 18 partite in un ruolo tutto nuovo per lui visto che gioca da esterno in un 3-5-2. Una squadra in salute, come riportato in precedenza dalle ultime 9 partite, quelle in cui Rizzo ha giocato. Sugli gli obiettivi stagionali, il difensore non si sbilancia:

Quello che ci diciamo nello spogliatoio è di pensare partita dopo partita. Il nostro obiettivo è la salvezza, poi vedremo dove ci condurrà l’entusiasmo”.

Infine, Rizzo ci ha raccontato come a Sorrento stanno gestendo il rinvio delle due giornate di campionato:

In questo periodo di stop, il nostro staff, molto preparato, ci sta indirizzando molto bene. Dopo essere stati qualche giorno a casa fermi, ci hanno sempre mandato programmi da seguire. Adesso abbiamo fatto un piccolo richiamo di preparazione, che è stato comunque difficile tra le varie problematiche dettate dal momento, ma lo staff e la dirigenza sono molto bravi a non farci mai mancare niente”.

Intervista realizzata da Lorenzo Vero