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Lecco, Serie B a rischio: gli scenari in caso di mancata iscrizione

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Dal sogno all’incubo: il Lecco rischia di vedere respinta la propria domanda di iscrizione in Serie B. La società lombarda non sarebbe riuscita, infatti, a depositare entro la mezzanotte del 20 giugno (termine perentorio per la presentazione dei documenti) il nullaosta della Prefettura di Padova per l’utilizzo dello stadio ‘Euganeo‘, indicato come impianto alternativo al ‘Rigamonti-Ceppi’, che, come è noto, non è omologato per la B. Il Presidente Paolo Di Nunno assicura che il dispositivo arriverà, seppure in ritardo, ma questo potrebbe non bastare, e allora si profila una calda estate di ricorsi. Ma cosa accadrà alla Lecco calcistica in caso di bocciatura definitiva? Al netto di possibili interventi del presidente federale con decreti straordinari, le strade sono stanzialmente due.

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Serie D con una nuova società scelta dal Sindaco

L’ipotesi più probabile è la ripartenza del Lecco dalle categorie dilettantistiche. Il regolamento parla chiaro: in caso di mancata iscrizione di un club professionistico, affinché la città non perda un soggetto calcistico che la rappresenti, è possibile costituire una nuova società accreditata dal Sindaco e richiedere l’iscrizione in sovrannumero in Serie D o Eccellenza pagando un fondo perduto a discrezione degli organi federali (solitamente si tratta di circa 300.000 euro ma negli ultimi anni ci sono state modifiche ‘ad hoc’ in base al bacino di utenza della piazza, come accaduto per i casi di Palermo, Foggia, Salernitana e Catania).

Si tratta della norma che ha preso il posto del ‘Lodo Petrucci’. Nello specifico, il primo cittadino nella maggior parte dei casi apre un bando pubblico e assegna il ‘titolo’ al soggetto che garantisce il miglior progetto.

Lecco, Di Nunno potrebbe provare a ripartire dalla D…

Tuttavia non è completamente esclusa l’ipotesi della ripartenza dalla D con l’attuale società. Negli ultimi anni, infatti, ci sono stati alcuni casi che potrebbero fare giurisprudenza, in particolare quelli di Casertana e Sambenedettese che, dopo una serie di ricorsi contro Federazione e LND, si sono visti riconoscere dal Tar la possibilità di iscriversi in sovrannumero in D con lo stesso presidente e il medesimo club che era stato bocciato dalla Lega Pro.

Troppi ricorsi rappresentano un grosso rischio

Insomma sarà un’estate caldissima ma occhio a non accanirsi troppo con i ricorsi che, spesso, rappresentano un’arma a doppio taglio. Allungare la speranza può significare anche allungare l’agonia e magari far scadere i termini per l’ammissione in Serie D (non è possibile infatti richiedere l’iscrizione in sovrannumero finché il vecchio soggetto è ancora ‘in ballo’ in quanto poi si rischierebbe di avere due squadre in D). Il caso più eclatante in questo senso è quello del Campobasso che, a causa dei tanti ricorsi presentati arrivò a settembre quando ormai i campionati di D erano già iniziati e fu costretto a ripartire dalle categorie regionali.

A cura di Fabrizio Caianiello