6 Febbraio 2022

L’ex River Plate che piaceva al Milan ha firmato in Italia, ripartirà dai dilettanti…

Dall'annuncio di lavoro via Twitter alla nuova occasione in Basilicata

Muth

Dare una seconda possibilità a chi ne ha bisogno, questa è la filosofia del Tricarico Pozzo Sicar. La squadra milita nel campionato di Promozione della Basilicata. Il progetto prende vita nell’ambito delle azioni di prossimità e contrasto all’esclusione sociale messe in atto dalla Caritas diocesana di Tricarico. Favorire l’integrazione e prevenire le devianze sono i motivi portanti dell’iniziativa che veicolano con il calcio le dinamiche educative in esso contenute.

Tra i volti principali della rosa c’è Ezequiel Muth, portiere classe 1999, ex promessa del River Plate. Il giocatore è sbarcato ufficialmente in terra lucana il 25 Gennaio. La sua ascesa sembrava inesorabile, tanto da essere stato ad un passo dal vestire la maglia del Milan, ma a causa di intoppi burocratici la trattativa saltò. Dopo gli anni ai “Los Millonarios”, si trasferisce in Spagna prima al Villacarillo e poi Horta (allenato da Victor Valdes), in Gibilterra (Mons Calpe) e infine Emirati Arabi Uniti (Al Hilal United). Sulla storia dietro al suo acquisto è intervenuto ai nostri microfoni Glauco Orsellini, direttore sportivo del Pozzo Sicar.

Muth
Muth al fianco di Victor Valdes, suo allenatore ai tempi dell’esperienza in Spagna

Dal River agli Emirati Arabi

Quella che sembrava essere l’occasione della vita (dal punto di vista economico), si è rivelata una cocente delusione per l’estremo difensore. “La storia di Muth è molto particolare. Dopo le tante esperienze in Europa, nel Gennaio 2021 decide di trasferirsi al Al Hilal United. Ma da li in poi iniziano i problemi, dato che gioca gratis per molti mesi e il club decide poi di svincolarlo senza nessun preavviso in piena pandemia“.

Un colpo partito da un intuizione fantasiosa da parte del dirigente. “Vedendo com’è nata la trattativa Insigne-Toronto, con il presidente che ha scoperto la scadenza del contratto del giocatore, attraverso Transfermarkt, ho deciso di fare la stessa cosa nella ricerca di un portiere per la nostra rosa“.

Tra i primi nomi trovai proprio Muth, per via della storia del suo annuncio di lavoro su Twitter. Il primo contatto è avvenuto via Instagram, con il ragazzo che si è subito mostrato disponibile al trasferimento. Purtroppo il suo arrivo ha subito un piccolo intoppo, siccome al momento della partenza è stato trovato positivo al Covid-19. Ora è finalmente con noi e sarà il nostro portiere titolare“.

Ezequiel Muth ai tempi del River

Il rilancio di Muth

Il numero uno aumenta il numero di albiceleste all’interno della squadra.Muth è molto contento e vuole mettersi alle spalle le disavventure della sua passata esperienza negli Emirati Arabi Uniti. Sono dell’idea che con la giusta continuità potrà ritornare a risplendere. Qui a Tricarico ha a disposizione un ambiente tranquillo e pulito, inoltre, abbiamo in rosa altri quattro giocatori argentini“.

Il giocatore è stato subito protagonista di un aneddoto molto divertente. “La cosa che più mi ha colpito in questi giorni è che il ragazzo non aveva mai mangiato la pizza (ride n.d.r), al primo assaggio è stato subito amore a prima vista“.

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Ezequiel Muth con la sua nuova maglia

I principi del Tricarico Pozzo Sicar

Una squadra aperta a dare una seconda chance a chi ne ha più bisogno, questo è il mantra del presidente Vito Pianelli e di Glauco Orsellini. “La nostra filosofia si basa sull’accogliere giocatori che vengono da situazioni personali difficili o da paesi stranieri, che si aggiungono ai ragazzi del posto e dei paesi limitrofi, per integrarsi ulteriormente nel tessuto sociale e lavorativo del nostro paese. Oltre a Muth abbiamo in squadra quattro ragazzi provenienti dall’Argentina, due dal Gambia ed uno dalla Nigeria, per un progetto che va avanti da quattro anni”.

Sugli obiettivi di stagione: “Noi siamo attualmente quarti in campionato, a meno due dal terzo posto, in piena lotta per la promozione diretta in Eccellenza. Cercheremo di regalare una gioia ai nostri tifosi“, chiude Orsellini.

A cura di Niccolò Parenti