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Sartiano: “Calcio malato in Serie C e D, ho avuto offerte ma ho declinato”

Demetrio Sartiano

La nostra intervista a Demetrio Sartiano, grande esperto di Serie C e Serie D, che vanta tante esperienze, l’ultima come DG del Chieti

Tema penalizzazioni in Serie C e Serie D, passato, futuro e idee. Di questo e altro ha parlato il direttore Demetrio Sartiano, in questa nostra intervista nella quale spiega che ha anche declinato alcune offerte non adeguate a livello di progetto.

“Credo che sia un momento di malessere generale nel calcio, poche società di Serie D hanno un programma solido e sono tutti campionati un pochino falsati. Senza risorse economiche o progetti è difficile ambire a categorie superiori. Ci sono società così, come a Lucca che è società storica e una città che merita ben altro, per cui mi chiedo perché vengano vendute a chi non offre garanzie a livello calcistico”.

Secondo l’ex Chieti manca una visione corretta: “Non essendoci un programma, ci sono poi presidenti senza soldi e ricade tutto su un direttore generali o un direttore sportivo che deve abbassare i costi. Serve un binomio con gli sponsor perché devono anche modo di fare crescere la propria azienda tramite l’indotto calcio. Noto che i professionisti che hanno fatto crescere giovani oggi sono tutti a spasso”.

“Ho vissuto due anni a Chieti, abbiamo fatto cose importanti con soldi minimi valutando anche quattro giovani che sono finiti nei professionisti. La società ha avuto situazioni economiche importanti con un organigramma valido. Secondo me è un calcio un po’ malato. Quest’anno ci sono stati dei ritiri in Serie D e anche in Lega Pro lo stiamo vedendo”, spiega Sartiano.

Cosa serve per vincere un campionato

Il direttore commenta poi quelle che sono le dinamiche sulle spese e sui rapporti con le società più blasonate e sottolinea il fatto che non sia necessario spendere dei capitali per vincere un campionato di Serie D.

“Sono stato chiamato dall’Akragas e dall’Angri però avevo già preventivato queste situazioni e come mi era successo alla Turris. Nonostante cerchi di portare gente vogliosa di investire per un calcio corretto, poi dopo mesi di trattative viene venduto a persona che rischiano di rovinare l’indotto non solo del calcio ma anche dei benefici sociali. Quando vai a fare colloqui anziché guardare come uno ha lavorato in passato generando plusvalenze, la prima cosa che chiedono è se dietro abbiamo li sponsor e questo diventa deleterio”.

“Oggi non si lavora più per meritocrazia. Sono stato chiamato da tantissime società ma ho evitato senza una progettualità economica, non credo che per vincere un campionato serva spendere 1,5 o anche 2 milioni. Basta un settore giovanile che funzioni, poi le società più blasonate possono concedere anche qualche prestito ma per fare questo devi avere una società costruttiva per i ragazzi. Non penso poi che persone che non hanno mai avuto esperienze importanti da calciatori non possano far bene questo mestiere, penso all’esempio di Beppe Marotta e per me sarebbe un sogno lavorare con lui”.

Lo sviluppo dei settori giovanili e le seconde squadre

Sartiano spiega poi come si dovrebbe curare la crescita di un settore giovanile e fornisce una sua opinione sulle seconde squadre delle big di Serie A come Juventus, Atalanta o Milan in Serie C.

“Il prossimo anno sarà peggio, serviranno un 2005, un 2006 e un 2007 e non è semplice per affrontare dei campionati impegnativi come girone F, girone H o il girone I. Questo deve far pensare che serva far crescere un giovane del proprio settore giovanile per far migliorare tutto il calcio italiano. Quest’anno non solo le società di Serie D ma anche in C le abbiamo viste con una gestione malfatta. Sento società di Serie D che sono indebitate in maniera esponenziale, mancano dinamiche buone a livello manageriale”.

“Seconde squadre dei grandi club in Serie C? Sicuramente a livello di entrata come botteghino però per alcuni giovani rischi di perderli e allora li mandano in Lega Pro. Se io potessi gestire qualche squadra di Serie A farei piuttosto un binomio con qualche altra società di Serie C e di Serie D per dare i giovani in prestito e farli crescere ma serve una progettualità, ci sarebbe un risparmio ma ne gioverebbero entrambe. Serve poi avere fiducia della crescita nel tempo perché anche in categorie dilettantistiche passano dei talenti importanti, penso a Boloca e a Gatti”.

L’intuizione legata a Postiglione, dal Chieti alla Serie A col Monza

Infine Sartiano svela i dettagli dell’intuizione su un giovane difensore oggi al Monza come Niccolò Postiglione che ha saputo lanciare da giovanissimo a Chieti grazie ad un prestito dal Pescara.

“Io ho sempre cercato di fare così, il Pescara ci aveva dato Postiglione per sei mesi in prestito e oggi è al Monza e ha fatto la Primavera ma segue anche la prima squadra. Ne beneficerebbero sia il Pescara che il Chieti se dovesse esordire in prima squadra. L’ho preso in prestito perché lo avevo visto e insieme al mio staff ho puntato su di lui. Questa è la mia modalità che non tutti capiscono per inseguire un’immediatezza economica”.

“Ho avuto tante richieste, mi piacerebbe andare nei professionisti perché questa parola vuol dire tanto. Ci vuole la professionalità di far crescere i giovani e lavorare con plusvalenze perché è giusto che una proprietà dopo un investimento iniziale possa avere un utile futuro, questo è il mio pensiero sul campo”.