1 Aprile 2022

Arrigo Sacchi, dove nasce il mito di un maestro di calcio

La storia di un dei più grandi allenatori della storia del calcio inizia in provincia. Nella sua Fusignano, in seconda categoria, inizia ad allenare grazie ad un amico bibliotecario

La storia di Arrigo Sacchi bene o male è nota a tutti. I trionfi con il Milan stellare di Van Basten, il mondiale del 94 come commissario tecnico, la difesa a zona ed il modo di fare calcio innovativo e pioneristico che ha aperto le strade al tatticismo moderno. Ma la cosa più straordinaria di Sacchi e che spesso viene ricordata quando lo si nomina, sono le sue origini. Non quelle geografiche, è nato in Romagna a Fusignano, ma bensì quelle calcistiche. Sacchi infatti, non ha seguito il classico sentiero del nobile giocatore poi divenuto allenatore al termine della carriera. E’ stato figlio d’arte, suo padre ha giocato nella Spal e nella Gallaratese, ma la sua carriera da giocatore si è sviluppata completamente tra i dilettanti. Quattordici anni prima di allenare una delle squadre più forti della storia infatti, l’Hall of Famer del calcio Italiano, vendeva scarpe nell’azienda di famiglia. E’ soltanto grazie all’intuizione di un dirigente-bibliotecario se abbiamo potuto ammirare da vicino la sua rivoluzione calcistica.

L’inizio della Carriera

Non avrebbe senso ricordare i numeri e le imprese di uno degli allenatori più iconici della storia del calcio. La cosa rilevante qui, è il modo in cui tutto questo è iniziato. Arrigo Sacchi quattordici anni prima di approdare a Milanello vendeva scarpe.

Stando a quanto racconta lui stesso, un bibliotecario, tale Alfredo Belletti, era anche dirigente della squadra locale, che stava navigando in brutte acque nella seconda categoria romagnola. Belletti chiese a Sacchi una mano per provare a salvare la squadra ed evitare quindi la retrocessione. Lui accettò. Questa rappresenterà la prima impresa della sua storica carriera. La squadra si salva realmente e l’intuizione del dirigente bibliotecario paga i suoi frutti. E’ l’inizio del mito, il momento topico che, se fosse andato diversamente, avrebbe cambiato completamente il volto del calcio moderno. Infatti, dopo il primo fondamentale successo Arrigo inizia ad allenare; passa all’Alfonsine in promozione poi alcune esperienze in Serie D, prima a Bellaria poi a Rimini. Sempre nella sua Romagna. Quella era infatti la dimensione che si era ritagliato ed a cui credeva di appartenere.

Durante gli anni settanta pertanto, abbandona per un momento il calcio dedicandosi principalmente al lavoro in azienda. Nel 1982 però ritorna e conquista, con la squadra giovanile del Cesena, lo scudetto Primavera. Decide in questo momento di lasciare il lavoro, iscriversi al corso a Coverciano per dedicarsi totalmente al calcio. E’ ufficialmente nata, anche nella testa di Arrigo Sacchi, l’idea di poter essere un grande allenatore. Allenerà di nuovo il Rimini in C1 e le giovanili della Fiorentina, prima della definitiva consacrazione a Parma.

Oggi Arrigo Sacchi compie 76 anni, il maestro ed innovatore del calcio partito dalla provincia grazie all’intuizione di un bibliotecario.

A cura di Edoardo Gregori