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“Insulti razzisti”: vergogna del club | Non potrà accedere allo stadio fino alla fine dell’anno

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Il giocatore non potrà accedere allo stadio fino alla fine del campionato, arriva la decisione dopo lo spiacevole episodio.

Il calcio, si sa, è passione. Ma quando la passione si trasforma in odio, il confine tra tifo e intolleranza diventa pericolosamente sottile. Ancora una volta, uno stadio italiano è stato teatro di un episodio che nulla ha a che fare con lo sport e con i suoi valori.

Una giornata che si è macchiata di vergogna, lasciando spazio a comportamenti discriminatori. Tutto è accaduto in un contesto apparentemente normale: una partita sentita, un clima acceso sugli spalti, la tensione che cresce minuto dopo minuto. Poi, l’inaccettabile.

Alcuni insulti a sfondo razzista, rivolti a un giocatore in campo, hanno gelato l’atmosfera. Parole pesanti, che nulla hanno a che vedere con la competizione sportiva. Parole che riportano indietro nel tempo, a una cultura che il calcio, e la società, pensavano di aver lasciato alle spalle.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Prima la condanna unanime del club, poi la presa di posizione della società coinvolta, che ha espresso di prendere “le distanze da quanto accaduto e comunica che il soggetto in questione non potrà accedere allo stadio fino al termine dell’anno solare“.

I provvedimenti della società

Fino alla fine della stagione, quindi, il giocatore non potrà mettere piede allo stadio. Una misura esemplare, ma necessaria. Perché il calcio non può permettersi zone d’ombra, né può tollerare che pochi individui infanghino il lavoro e la passione di chi ama davvero questo sport.

Un gesto isolato, ma sufficiente per macchiare una giornata di sport. La risposta, però, è stata netta: zero tolleranza. Perché il calcio può essere acceso, rumoroso, viscerale, ma mai disumano.

Il comunicato del club

Di seguito il comunicato ufficiale del Sestri Levante: “In merito agli episodi verificatisi durante la gara Under 14 tra Sestri Levante e Rivasamba, la società Sestri Levante intende esprimere con fermezza la propria posizione. Il comportamento tenuto da un genitore presente sugli spalti, contrario ai valori educativi e sportivi che il nostro club promuove, è stato inaccettabile. La società prende le distanze da quanto accaduto e comunica che il soggetto in questione non potrà accedere allo stadio Sivori fino al termine dell’anno solare.

E conclude: “Il calcio giovanile deve essere prima di tutto un luogo di crescita, rispetto e condivisione. Gli spalti devono rappresentare un ambiente sereno, dove i ragazzi possano esprimersi liberamente e con entusiasmo, sostenuti da adulti che sappiano essere esempio. Ci auguriamo che questo episodio possa servire da riflessione per tutti: il calcio è un gioco, una scuola di vita, e va vissuto con passione, ma anche con responsabilità. La società continuerà a vigilare affinché ogni partita sia un’occasione di sport vero, educazione e rispetto reciproco“.