Il club è “cancellato” dalla storia: sentenza pesantissima | Deve ripartire dai Dilettanti

Il club deve ripartire dai Dilettanti dopo oltre un secolo. Una ferita profonda per il calcio italiano
Il calcio italiano continua a perdere pezzi della sua storia. Dopo più di cento anni di attività, un altro club storico viene spazzato via dal calcio professionistico. Non si tratta solo di una perdita sportiva, ma di una vera e propria frattura culturale, che colpisce tifosi, città, e generazioni cresciute con quei colori addosso.
Il problema, purtroppo, non è nuovo. Negli ultimi anni, sempre più società hanno mostrato fragilità economiche gravi, incapaci di sostenere bilanci gonfiati da spese folli, cattiva gestione o semplicemente dalla mancanza di programmazione. A farne le spese, anche in questa stagione, sono state squadre come Taranto e Turris, escluse dal campionato di Serie C per pendenze economiche che non hanno lasciato margini di salvezza.
Questo fenomeno, altera l’equilibrio dei campionati, mette in discussione la regolarità delle competizioni e penalizza club virtuosi. Squadre che si erano guadagnate un posto tra i professionisti sul campo si ritrovano a dover affrontare avversari che, magari, non avrebbero neanche dovuto esserci.
La conseguenza più grave, però, è la perdita del legame tra una squadra e il suo territorio. Quando una società scompare, a svanire non è solo una realtà sportiva, ma un pezzo di identità cittadina. E ricostruire quel legame, dopo un fallimento, è un’impresa lunga e dolorosa.
Fallire per rinascere: le cicatrici (e le resurrezioni) del calcio italiano
Il calcio italiano, però, insegna che dalle macerie può anche nascere qualcosa di nuovo. È successo, ad esempio, a Napoli: il fallimento del club azzurro all’inizio degli anni duemila portò alla ripartenza dalla Serie C, ma fu solo il primo passo di una rinascita clamorosa. Due scudetti e l’ingresso stabile nell’élite europea raccontano di un progetto ripartito dalle fondamenta, ma con idee solide.
Storie simili anche per Parma e Reggina. Il club emiliano ha attraversato anni difficili tra Serie D e Serie C, ma ha saputo risalire la china, tornando a giocarsi stagioni importanti tra Serie A e B. Più drammatica la parabola della squadra calabrese, che nel 2023 sognava la Serie A e oggi, dopo un altro fallimento, si ritrova tra i dilettanti. Ma anche lì, la passione dei tifosi non si è mai spenta.

Brescia, 114 anni cancellati: addio al calcio professionistico
Dopo 114 anni il Brescia una delle squadre più antiche d’Italia scompare dal professionismo. Il colpo di grazia è arrivato con il mancato rispetto delle scadenze economiche da parte della società, in particolare per stipendi, ritenute e contributi non versati entro il termine stabilito. Una situazione che ha reso impossibile qualsiasi tentativo di salvataggio formale.
Ora la palla passa al Comune, che dovrà cercare una nuova cordata per evitare la ripartenza dai Dilettanti. Si lavora su possibili collaborazioni con altre realtà sportive locali per cambiare denominazione e ricostruire una squadra almeno in Serie C. Intanto i tifosi sono in presidio davanti alla sede della società: la ferita è aperta, e la delusione è enorme.