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Ex milanista batte i rossoneri in Serie D e poi si dimette: “sono stato lasciato solo” | Fu allenato da Allegri

Allegri Imago

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L’incontro amarcord con la sua vecchia squadra si è rivelato fatale: arrivano le dimissioni nonostante una vittoria importante. 

Nel calcio, sport dominato dall’emotività e dai risultati, non mancano storie paradossali: allenatori esonerati o dimessi subito dopo una vittoria. Episodi che raccontano quanto fragile sia l’equilibrio tra successo e crisi, e quanto spesso le dinamiche interne di un club vadano ben oltre il risultato del campo.

Capita che una squadra vinca una partita, magari anche importante, ma che la società abbia già deciso di cambiare guida tecnica. Il caso più emblematico è quello di Claudio Ranieri, sollevato dall’incarico al Leicester City nel 2017, pochi mesi dopo aver conquistato uno storico titolo di Premier League e subito dopo una vittoria in Champions League.

Il successo sportivo non bastò a salvargli la panchina: lo spogliatoio era ormai spaccato, e la dirigenza scelse la strada più drastica. Ci sono poi gli allenatori che, pur vincendo, scelgono di andarsene. È il gesto di chi percepisce di aver dato tutto, o di chi non si riconosce più nel progetto.

Antonio Conte, ad esempio, lasciò la Juventus nel 2014 dopo una vittoria in amichevole precampionato: un successo irrilevante rispetto alla frattura ormai insanabile con la società. Simile fu la decisione di Zinedine Zidane nel 2018, dimissionario dal Real Madrid pochi giorni dopo aver vinto la terza Champions consecutiva, consapevole che il ciclo era giunto al termine.

I risultati nel calcio

Questi episodi dimostrano che la vittoria, da sola, non garantisce stabilità. Le tensioni interne, le divergenze strategiche o semplicemente l’esaurimento di un percorso umano possono prevalere sul risultato.

Il calcio, dopotutto, è un mondo in cui il presente vale più del passato, e dove anche il trionfo può diventare l’ultima pagina di una storia. Una vittoria, paradossalmente, può essere non l’inizio di una nuova era, ma il sigillo elegante su un addio inevitabile.

Marco Amelia (Credit: Nuova Sondrio)
Marco Amelia (Credit: Nuova Sondrio)

Lo sfogo di Amelia dopo l’addio al Sondrio

Le parole dell’ex Milan: “Ho aspettato a parlare, non l’ho fatto neanche dopo la vittoria sul Milan perché si spera sempre che le cose cambino e vengano fatte, non parlo dei risultati sportivi che sono semplicemente conseguenza di tutto.

Ho provato a proteggere l’ambiente col silenzio auspicando che questo portasse l’ambiente stesso a migliorarsi e a mettere in campo quei punti importanti su cui si basava la mia permanenza a Sondrio“.