Arbitro “aggredito” in campionato: portiere espulso | Squalifica fino al 2026″
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L’arbitro è stato aggredito in campionato. Alla fine è stato espulso il portiere: arriverà la squalifica fino al 2026
Negli ultimi anni il fenomeno delle aggressioni agli arbitri ha assunto proporzioni sempre più preoccupanti nel calcio dilettantistico italiano. Dai campionati di Terza Categoria fino alla Serie D, si moltiplicano gli episodi di violenza verbale e fisica nei confronti dei direttori di gara. Una tendenza che mette a rischio non solo l’incolumità dei protagonisti, ma anche la credibilità del sistema sportivo nel suo complesso.
Le cronache settimanali riportano episodi che dovrebbero appartenere ad altri contesti, non a un campo da calcio. Arbitri costretti a lasciare il terreno di gioco tra insulti, spinte o vere e proprie aggressioni, con referti medici e denunce che diventano ormai parte della routine. Si tratta di situazioni che vanno ben oltre l’eccesso di agonismo: rappresentano un campanello d’allarme sociale prima ancora che sportivo.
La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha più volte lanciato campagne di sensibilizzazione per tutelare i direttori di gara. Tuttavia, i provvedimenti disciplinari e le squalifiche, pur necessarie, sembrano non bastare da sole a invertire la tendenza. Occorre un cambiamento culturale che parta dalle società e dai tesserati, promuovendo il rispetto delle regole e del ruolo dell’arbitro come garante della correttezza sportiva.
Anche le istituzioni locali e gli organi di giustizia sportiva stanno provando a intervenire con maggiore severità. In diversi casi, infatti, le sanzioni hanno previsto la sospensione pluriennale dei responsabili o addirittura l’esclusione delle società coinvolte. Tuttavia, la deterrenza normativa non potrà mai sostituire la formazione e l’educazione alla sportività, che restano la base di ogni percorso di crescita civile.
Serie A, stop alle aggressioni!
Un ruolo chiave lo giocano gli allenatori e i dirigenti, chiamati a dare l’esempio con comportamenti improntati al rispetto e alla calma, anche nei momenti più tesi. Trasmettere ai giovani il valore dell’arbitraggio come parte integrante del gioco significa educare a una visione più matura dello sport, lontana dall’idea del “nemico da battere” e vicina a quella di una competizione leale.
L’obiettivo, in definitiva, è restituire serenità e sicurezza a chi ogni weekend scende in campo per dirigere una partita, spesso per passione e con compensi minimi. Combattere le aggressioni agli arbitri significa difendere la dignità dello sport e il suo ruolo educativo.

Aggredito l’arbitro, arriva la squalifica per il portiere
Il Giudice Sportivo Territoriale della Toscana ha squalificato fino al 9 gennaio 2026 il portiere del Forte dei Marmi 2015, Marco Barsottini, protagonista di un grave episodio durante una gara di Promozione Toscana. Dopo essere stato espulso per doppia ammonizione, l’estremo difensore avrebbe offeso il direttore di gara e rifiutato di abbandonare il campo per circa due minuti, aggravando così la sua posizione disciplinare.
Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale, Barsottini avrebbe poi cercato di ostacolare il rientro dell’arbitro negli spogliatoi, continuando con le offese e ponendosi davanti alla porta per impedirne la chiusura. Solo l’intervento di un compagno di squadra avrebbe riportato la calma. La sanzione, tra le più severe della stagione, rappresenta un segnale deciso contro i comportamenti antisportivi nei campionati dilettantistici.
