Il Gela l’ha fatto di nuovo, rimonta storica e ritorno in Serie D dopo sei anni

Rimonta incredibile da parte del Gela. Sotto 2-0 dopo la gara d’andata, i biancorossi battono 3-0 il Canosa e riconquistano la Serie D, sei anni dopo l’ultima partecipazione.
Sei anni dopo l’ultima partecipazione, avvenuta nella stagione 2018-2019, il Gela torna in Serie D, nella maniera più folle e romantica possibile. I biancazzurri vincono 3-0 il ritorno della finale degli Spareggi Nazionali, battendo il Canosa e ribaltando completamente il 2-0 incassato nella gara d’andata.
Una rimonta storica, concretizzatasi solo negli ultimi quindici minuti dell’incontro, ad aumentare ulteriormente il pathos e la gioia gelese. La rete di Agudiak e la doppietta di Savasta mandano in visibilio il “Vincenzo Presti“, facendo chiudere, nel migliore dei modi, il sipario sull’ottima stagione del Gela.
Dopo un testa a testa prolungato con l’Athletic Club Palermo, i ragazzi di Cacciola si erano infatti dovuti accontentare del secondo posto in classifica nel Girone A di Eccellenza Siciliana. Gli Spareggi Nazionali rappresentavano quindi, l’ultima chance per conquistare il ritorno in Serie D.
Nonostante la pressione per il salto di categoria che mancava da sei anni, i gelesi hanno saputo approcciare perfettamente il percorso negli Spareggi. Superato un primo turno a senso unico contro il Venafro, con un punteggio totale di 5-0, i biancazzurri si sono trovati davanti alla sfida più grande della loro stagione. Rimontare i due gol subiti dal Canosa, nella finale d’andata di domenica scorsa. L’impresa riuscita ai ragazzi di Cacciola rimarrà a lungo impressa nella mente dei sostenitori gelesi.
Sei anni dopo, il Gela torna in D: il racconto dei 15 minuti finali
“L’attesa del piacere è essa stessa il piacere“. Questa celebre citazione, attribuita al filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing, descrive appieno il pomeriggio di follia del Gela. Una squadra dalla solida tradizione calcistica che attendeva dal 2019 – anno del fallimento e della ripartenza dalla seconda categoria – il giorno del ritorno in Serie D. Quel giorno è infine arrivato, in silenzio, senza troppi proclami, accompagnato soltanto dal vivido ricordo di un’altra storica rimonta gelese, avvenuta quasi 30 anni fa. Fino al 75′, infatti, il risultato, bloccato sullo 0-0, rimandava per l’ennesima volta il ritorno dei siciliani nella massima categoria dilettantistica.
Ma si sa, nel calcio, finché l’arbitro non fischia, può succedere di tutto. Ed infatti accade tutto in due minuti. Sei anni di attesa racchiusi in due minuti di gioia. Al 75′ Savasta firma la rete dell’1-0 per il Gela. Da quel momento in poi, la partita si risveglia dal suo tepore. Tra la rete di Savasta ed il raddoppio di Agudiak passano 60 secondi. La doppietta di Savasta al 90′, ad evitare anche l’empasse supplementari, è la ciliegina sulla torta. Sei anni dopo il fallimento, il Gela torna in Serie D, l’attesa è stata ripagata.

Il Gela l’ha fatto di nuovo: storica rimonta come nel 97/98
La rimonta dei siciliani, che sugella il ritorno in Serie D, rimarrà a lungo impressa nella memoria collettiva del popolo gelese. Se non altro perché i siciliani non sono nuovi a questo tipo di imprese. Il 3-0 al Canosa che vale la promozione in D, seppur in categorie e circostanze diverse, assomiglia tanto ad un’altra storica rimonta gelese, quella avvenuta nella stagione 1997/1998. Il 7 giugno 1998, l’allora Juveterranova Gela si giocava la permanenza in Serie C2 contro il Chieti, nella gara di ritorno del playout. La gara d’andata, svoltasi una settimana prima, si era conclusa sul punteggio di 3-0 in favore degli abruzzesi.
La gara di ritorno, disputatasi al “Vincenzo Presti“, è ancora oggi uno dei ricordi a cui i tifosi gelesi sono più affezionati. Con le spalle al muro e già virtualmente spacciati, i biancoazzurri compirono il miracolo, vincendo 3-0 ed ottenendo la salvezza, grazie al miglior piazzamento in classifica. Anche in quell’occasione, come nella gara di oggi, a decidere l’incontro fu una doppietta, quella dell’ex capitano Angelo Consagra. Il cerchio, quello chiuso.