Dalla Serie D al Milan, Sportiello si racconta: “Nessuno mi ha regalato niente”
Gli inizi al Zibido San Giacomo. Quindi il settore giovanile dell’Atalanta e la cessione al Seregno in Serie D. La scalata di Marco Sportiello, da pochi giorni nuovo portiere del Milan, è partita dal basso. “Non credo di eccellere in tantissime qualità tecniche, lo dico con tranquillità. Ho tanti altri valori” ha affermato durante la conferenza stampa di presentazione. Dai dilettanti alla Champions League con l’Atalanta, passando dalla nuova avventura in rossonero: l’ascesa di Sportiello è iniziata dai campi di periferia.
Serie D, Sportiello: “Conquistato tutto passo dopo passo”
“Ho fatto la gavetta” è la frase che risuona nelle orecchie di tutti coloro che, un giorno, sognano di diventare calciatori professionisti. “Non ho fatto la Primavera, ho fatto la Serie D” ed è proprio qui che ci fossilizziamo. Dopo il già citato settore giovanile dell’Atalanta, nel 2010 un giovane Sportiello – oggi 31enne – passa al Seregno in Serie D.
Sono circa 28 le presenze fatte registrare. Quindi il ritorno a Bergamo, seguito dalle avventure con Poggibonsi, Carpi e il ritorno all’Atalanta. “Nessuno mi ha regalato niente, mi sono conquistato tutto passo dopo passo. Questo credo sia l’ultimo step della mia carriera. Essere qui è un sogno, e non lo dico ‘tanto per’. Penso di essere maturato molto negli ultimi anni”.
Dai Dilettanti alla massima serie: “Un sogno”
Le divise di Atalanta, Fiorentina, Frosinone e oggi Milan. L’avventura europea con i bergamaschi guidati da Gian Piero Gasperini. Per Marco Sportiello si apre un nuovo, ed entusiasmante, capitolo. “Arrivare in Serie A era un sogno. Esserci per il decimo anno consecutivo è un grande motivo di orgoglio”.
Dai Dilettanti alla massima serie italiana. “In Serie D facevo quattro allenamenti. Ora le sedute sono molte di più. Ma anche le partite, iniziano ad avere sempre più importanza” diceva un giovane Sportiello ai tempi del Ghivibordo. Dalla Serie D alla A. Sacrificio e mentalità giusta: Marco Sportiello è riuscito a coronare il suo sogno.
A cura di Davide Balestra