Fonte: Reggina 1914
Simone Edera si racconta: tra infortuni, difficoltà e la voglia di tornare nei palcoscenici che contano insieme alla Reggina.
Ci sono calciatori ai quali madre natura ha consegnato un talento che va al di sopra della media, calciatori che possiedono qualità tecniche capaci di condizionare da soli l’andamento di una squadra. Spesso, però, il talento viene limitato da imprevisti che possono minare il percorso di crescita.
Un calciatore che purtroppo è stato fin qui limitato nella sua carriera è sicuramente Simone Edera, ala offensiva classe 1997 con un passato molto importante nel Torino, squadra nella quale si è formato calcisticamente fino ad arrivare alla Serie A. Adesso Simone Edera ha sposato il progetto della Reggina, piazza dove aveva già giocato in Serie B nella stagione 2020/2021 e nella quale si era rilanciato a suon di grandi prestazioni, fino all’infortunio che lo ha fermato per quasi due anni. Edera, però, non ha mai smesso di credere in se stesso, dimostrando forza mentale e voglia di ripartire.
“L’infortunio inizialmente non lo accetti, ti disperi, magari piangi a casa. Però io non mollo mai. Con la mia famiglia e i miei amici mi sono sempre detto che avrei fatto di tutto per tornare quello di prima. Non so se ci riuscirò, magari ci vorranno anni, cinque, sei, sette, non lo so. Il mio obiettivo oggi è tornare nei palcoscenici importanti dove ho già giocato. Ci sono degli step da fare ed è per questo che sono sceso di categoria. È dura accettarlo, perché sei abituato a giocare in stadi importanti, in grandi categorie. Quando scendi di tre o quattro categorie fai fatica, qualsiasi calciatore fa fatica. Però se vuoi continuare a fare questo mestiere devi accettarlo. È successo a me ed è successo a tanti altri. Adesso, piano piano, cercherò di togliermi quelle soddisfazioni che mi sono mancate negli ultimi anni.”
Nel percorso di “rinascita” di Edera una parte fondamentale la stanno rappresentando Reggio Calabria e la Reggina, che ha deciso di puntare con convinzione su di lui per la seconda volta, nonostante le difficoltà degli ultimi anni: “Reggio Calabria per me è come una seconda casa. Qui ho conosciuto persone bellissime e calciatori eccezionali. È una piazza che non merita di stare in Serie D: ha una storia importante, ha fatto la Serie A e categorie superiori. Abbiamo sposato il progetto entrambi e speriamo di riportare la Reggina dove merita, possibilmente già quest’anno.”
Rottura del tendine rotuleo, del crociato e del collaterale mediale. È questa la diagnosi, gravissima, dell’infortunio avvenuto a Edera durante Lecce-Reggina del 7 maggio 2021. Le lacrime all’uscita dal campo rimangono tutt’ora impresse a chi stava guardando quella partita, perché era chiaro che non fossero solo per il dolore, ma anche per la paura di chi forse vedeva spezzarsi un sogno: quello di giocare a calcio ad alti livelli. Ma Edera non molla e non ha intenzione di farlo. Con tutta l’umiltà possibile si rimette in piedi, tra fisioterapia, allenamenti personalizzati e la decisione di scendere di categoria, addirittura in Serie D, per poter ritrovare la condizione migliore: “Scendere di categoria per me era uno step necessario. Sono stato praticamente fermo due anni, tra alti e bassi, ed è una cosa che ti cambia completamente. Dopo quell’anno e mezzo, quasi due, in cui non ho giocato, avevo perso tutto: soprattutto i momenti migliori, quelli in cui stavo bene. Quando stai fermo così tanto tempo hai bisogno di ripartire, anche facendo delle scelte che magari non vorresti fare. Devi scendere di categoria, rimetterti in discussione, ed è quello che ho fatto.”
Edera aveva provato a tornare a giocare nei professionisti, ma le cose non sono andate per il meglio: il fisico non era ancora pronto. A quel punto è arrivato il Chieri, squadra che nello scorso campionato ha disputato la Serie D nel girone A: “Quando sono rientrato avevo fatto due prestiti, a Pordenone e alla SPAL, ma non stavo benissimo. Ero tornato per riprovare, ma dopo tanto tempo fermo è molto difficile ritrovare continuità: fai una partita bene e poi magari due o tre stai fuori perché il fisico non regge ancora i ritmi. Allora sono andato a Chieri per riprendere a giocare. Ero svincolato da sette mesi e il presidente mi ha chiesto una mano per le ultime partite.” In questa stagione, nel girone I della Serie D, Edera è tornato protagonista: ha già messo a segno tre gol e tre assist in dodici presenze, segnale evidente che l’ex Torino sta ritrovando la condizione migliore: “Io avevo bisogno di tornare a essere contento, felice. Negli ultimi anni mi mancava proprio questo, perché quando non giochi non sei sereno. Ora sto ritrovando continuità, che è la cosa più bella e più importante. È quello che cercavo da anni. All’inizio eravamo partiti un po’ male, ma ora stiamo crescendo giorno dopo giorno. Posso dire che sì, sono contento e felice, e speriamo che questo momento positivo continui.”
Edera, come detto in precedenza, in estate ha sposato il progetto Reggina. Gli amaranto hanno fin da subito dichiarato di voler vincere il campionato, ma dopo sedici giornate si trovano all’ottavo posto, a sette punti dalla vetta. Dopo aver toccato quasi il fondo con sconfitte pesanti, come quelle contro Messina e Vigor Lamezia, sono arrivate quattro vittorie consecutive che hanno ridato speranza alla squadra e all’ambiente: “Sicuramente adesso stiamo bene e si vede. Da quando è arrivato Torrisi ci ha cambiato un po’ la mentalità: forse era qualcosa che prima ci mancava. Fin dal suo arrivo abbiamo modificato l’approccio, soprattutto a livello fisico, abbiamo iniziato a lavorare tanto e questo si vede sul campo. Giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, stiamo migliorando, siamo in fiducia e arriviamo da quattro vittorie consecutive. Detto questo, non basta: eravamo in una situazione complicata e lo siamo ancora, ma vogliamo continuare a migliorarci giorno dopo giorno e andare avanti, perché la strada è ancora lunga.”
Nonostante le difficoltà iniziali e la distanza ancora importante dalla vetta, Edera non si nasconde e risponde con convinzione alla domanda sulla possibile vittoria del campionato: “Io sono venuto qui per vincere il campionato. Sono arrivato in una piazza importante, una piazza che non merita di stare in questa categoria. Sono venuto per vincere: l’obiettivo è vincere. Ma non è solo il mio obiettivo, è quello del mister, della società e di tutti i ragazzi. Non dobbiamo nasconderci: siamo qui per vincere e lo vogliamo a tutti i costi, anche perché sono ormai tre anni che la Reggina fa la Serie D e merita sicuramente un altro palcoscenico.”
Come detto, la Reggina ha vissuto diverse difficoltà in avvio di stagione, che hanno portato all’esonero di Bruno Trocini e all’arrivo dell’ex Trapani Alfio Torrisi. Il nuovo allenatore sembra aver trovato la giusta alchimia, lavorando soprattutto sull’aspetto mentale e sull’atteggiamento della squadra: “Torrisi ci ha dato spensieratezza. Ci ha fatto capire che si può sbagliare, ma che la cosa più importante è l’atteggiamento. Puoi sbagliare dieci palloni o dieci passaggi, ma non devi mai sbagliare l’atteggiamento. Con il tempo tornano il coraggio e la fiducia, che forse prima ci mancavano. Siamo giocatori forti, abbiamo fatto categorie superiori: non eravamo scarsi prima e non siamo fenomeni adesso. Ci mancava un po’ di cattiveria, quella che serve in queste categorie, e nell’ultimo periodo stiamo crescendo. Questo si vede chiaramente.”
Nell’ultima partita vinta dalla Reggina per 2-0 contro il Milazzo, i protagonisti sono stati Edera e Luca Ferraro, autori di due vere e proprie perle che hanno permesso agli amaranto di centrare la quarta vittoria consecutiva. Tra i due si nota un feeling che va oltre il rettangolo di gioco: “Con lui non ci conoscevamo prima di quest’anno, ma fin da subito è nato un bel feeling, anche fuori dal campo. Passiamo molto tempo insieme, mangiamo fuori, stiamo spesso insieme anche dopo gli allenamenti. Ho conosciuto una bellissima persona, oltre che un grandissimo giocatore per questa categoria.” Sulla punizione decisiva, il retroscena: “Mi ha chiesto un favore perché avevo già segnato: mi ha detto ‘ti prego, posso battere?’. Gliel’ho lasciato, ma gli ho detto che era la prima e l’ultima volta (ride, ndr).”
Torinese doc, cresciuto nel settore giovanile granata e vincitore del campionato Primavera 2014/2015, Edera conosce bene l’ambiente Toro: “Sono contento del ritorno di Petrachi. L’ho avuto ed è uno dei direttori più forti che ci siano in circolazione. Con me è stato super, mi ha sempre aiutato. Cairo ha fatto bene a riprenderlo: è un grandissimo direttore.”
“Il Torino è una società importante, negli anni ha avuto alti e bassi, ma Cairo è un grande presidente, sa quello che fa. I tifosi giustamente si aspettano di più, perché da anni non vanno in Europa, ma possono stare tranquilli: Cairo non mollerà e darà tutto finché sarà presidente del Toro.”