Sanremese, il ds Quintieri difende il progetto: “Classifica bugiarda, la strada è quella giusta”

L’intervista di Seried24.com al direttore sportivo della Sanremese Simone Quintieri
Simone Quintieri cammina tra gli spogliatoi della Sanremese con la sicurezza di chi ha visto il calcio in tutto il mondo. Ex giocatore in Italia e all’estero — da Malta all’Indonesia, dalla Malesia al Kuwait e Qatar — conosce bene cosa significa adattarsi a culture, squadre e situazioni diverse.
Oggi, da direttore sportivo, usa quell’esperienza per guidare una squadra che in avvio di campionato ha raccolto tre pareggi e altrettante sconfitte nel girone A di Serie D. Eppure, dietro i numeri freddi della classifica, c’è una visione chiara e un progetto a lungo termine che Quintieri porta avanti con determinazione.
Nonostante le difficoltà iniziali e gli infortuni che hanno colpito la rosa, il ds mantiene alta la fiducia. La sua priorità è isolare la squadra dalle pressioni esterne, mantenere la professionalità con l’obiettivo di costruire una base solida per il futuro.
Una vita da giramondo del calcio che oggi gli permette di interpretare al meglio le dinamiche di spogliatoio e di comprendere le diversità culturali e tecniche dei giocatori, rendendolo un direttore sportivo con un approccio unico. Simone Quintieri ha parlato ai nostri microfoni, condividendo senza filtri la sua visione, le sfide della stagione e la filosofia con cui guida la squadra ligure.

Sanremese, Quintieri: “L’ambiente è sereno, ho detto ai ragazzi di non guardare i social”
Simone Quintieri ci ha parlato con chiarezza dello stato della Sanremese. Nonostante un avvio di stagione complicato, il ds ha sottolineato la fiducia nel lavoro dell’allenatore e della società: “Inizio subito col dire che sono tranquillo e che l’ambiente è sereno. In questo momento i risultati non rispecchiano il nostro reale valore. Noi crediamo fortemente nel lavoro di Moro, in quello della società e sappiamo bene dove vogliamo arrivare. In passato è già successo che, ad esempio, Gasperini perse sette partite con l’Atalanta, ma non fu esonerato. Allegri, quando era al Cagliari, perse le prime cinque partite, ma non venne messo in discussione. Quando si notano competenze, professionalità e unità d’intenti, alla lunga, se si crede che la strada sia quella giusta, si possono ottenere grandi risultati“.
Continua poi: “È come quando scegli un giocatore: lo scegli per le sue qualità, non perché debba fare 30 gol o solo uno. Dico sempre che ogni anno si semina per arrivare, prima o poi, all’anno giusto per fare il salto di categoria. Sono vent’anni che la Sanremese milita in Serie D, non l’ha mai vinta, ma non sono anni persi: sono stati anni in cui si è seminato qualcosa per poter, un giorno, compiere il grande salto. L’ambiente sta vivendo questo momento nel modo più professionale possibile. Dobbiamo seguire la nostra linea, che è quella di credere fortemente nel lavoro, soprattutto nei momenti in cui le cose non vanno dalla nostra parte. Stiamo cercando di isolare la squadra da tutto e da tutti. Ho detto ai ragazzi di non guardare i social e i giornali, né quando si va male né quando si va bene. Quando nessuno ci crede e tu continui a crederci, poi, quando le cose andranno bene, l’alba sarà ancora più bella”.

Il mondo di Quintieri: esperienza, calma e una visione oltre i risultati
Il ds Quintieri ha poi approfondito il ruolo che ricopre, sottolineando quanto l’esperienza diretta sul campo possa fare la differenza. Per lui, aver giocato a calcio, soprattutto all’estero, non solo ha arricchito la sua conoscenza tattica e tecnica, ma gli ha permesso di comprendere meglio i giocatori, le loro culture e le dinamiche dello spogliatoio: “Se l’aver giocato a calcio mi aiuta nel ruolo di direttore sportivo? Certo. Sono convinto che aver giocato a calcio serva, e non poco. Non sono ipocrita, quando si arriva a certi livelli, la visione è diversa tra chi ha giocato e chi no. Aver giocato, soprattutto all’estero e in paesi asiatici, mi ha dato un valore aggiunto: mi ha permesso di conoscere culture diverse e di capire come rapportarmi ai giocatori. Per me è più facile comprendere i ragazzi che arrivano da Indonesia, Malesia, Cina, Uzbekistan o Thailandia, perché so quali sono le loro abitudini e culture. Questo mi aiuta a toccare i tasti giusti per farli rendere al meglio.”
“Se però non hai mai vissuto certe dinamiche da calciatore, devi prepararti molto bene, perché l’esperienza diretta ti offre una sensibilità diversa. Allargare troppo la cerchia a chi non ha esperienza diretta rischia di danneggiare il movimento: se arrivano allenatori che non sanno insegnare ai giovani perché non l’hanno mai imparato da calciatori, si crea un vuoto formativo, ed è questo uno dei problemi del calcio italiano. Io mi guardo sempre le partite in panchina, mai in tribuna. Il direttore sportivo non è un direttore tecnico o generale: è la parte sportiva vera e propria. Deve capire perché un mister preferisce un modulo, o perché sceglie un determinato tipo di gioco. Se non conosci certe dinamiche, come puoi giudicare un allenatore solo dai risultati?”.

Quintieri rassicura: “L’allenatore Moro non è in discussione”
Nonostante un avvio complicato e i tanti infortuni, il direttore sportivo invita alla calma e conferma la piena fiducia nell’allenatore Moro: “Il mister è tranquillo e non è in discussione. A oggi nessuno, all’interno della società, ha messo in dubbio il suo operato. La nostra è una classifica bugiarda: siamo consapevoli che possiamo fare di più. In molte partite abbiamo dominato per 60-80 minuti, poi magari siamo calati e abbiamo subito gol evitabili. Ma questo fa parte del percorso di crescita. Non possiamo ragionare come tutti gli altri, che dopo cinque sconfitte mandano via l’allenatore. Se fosse così, Gasperini, Allegri o Sarri non sarebbero mai diventati ciò che sono. Serve una visione più ampia.”
“Abbiamo avuto tanti infortunati, ma ora li stiamo recuperando e solo allora potremo valutare realmente il suo operato. Sì, è vero: avremmo potuto avere sicuramente qualche punto in più. Penso alla partita contro il Ligorna, dove abbiamo dominato con il 73% di possesso palla, ma perso per un episodio. Sono cose che capitano. Dobbiamo restare tranquilli e sereni: questa è la squadra giusta per raggiungere il nostro obiettivo il prima possibile, ovvero la salvezza, e poi programmare con calma il futuro.”
“Noi penalizzati anche dagli infortuni. Tobias Del Piero? Ecco quando rientrerà”
Sulla questione infortuni: “Serve un pizzico di malizia ed esperienza in più, ma bisogna anche considerare che da inizio stagione abbiamo avuto dieci infortunati, di cui sei o sette titolari. Giocare spesso con le seconde o terze linee pesa, anche se chi è subentrato ha sempre dato il massimo. A differenza di altre squadre, noi non abbiamo ancora la possibilità di cambiare tre giocatori decisivi dalla panchina. Dalla partita col Vado fino all’ultima con la Lavagnese, la squadra ha sempre mostrato gioco e spirito. Dobbiamo solo cambiare marcia, e lo faremo. Lo faremo restando coerenti con i nostri valori: professionalità, serietà e lavoro quotidiano. Dobbiamo continuare a credere nel nostro percorso, aspettare il rientro degli infortunati e raggiungere la salvezza il prima possibile.”
A chiudere l’intervista, Quintieri aggiorna sul rientro di Tobias, figlio dell’ex capitano della Juventus Alessandro Del Piero: “Tobias? Sta bene, tra un paio di settimane dovrebbe rientrare. Non ha ancora esordito, ma durante il precampionato ha fatto vedere grandi cose e sono certo che ci darà una mano importante, come tutti gli altri che stanno tornando — da Pipicella a Osuji, fino a Deda. Abbiamo bisogno di tutti.”