Talento e spettacolo nella Riviera dei Fiori: Djorkaeff regala alla Sanremese il primo sorriso

L’attaccante francese mette a segno il terzo gol stagionale e regala ai biancazzurri la prima vittoria nel girone A
La prima vittoria della Sanremese in campionato ha il volto — e soprattutto il piede — di Oan Djorkaeff. Il figlio d’arte, classe 1997, continua a lasciare il segno lungo la Riviera dei Fiori: anche nella gara vinta 2-0 contro la Cairese, l’attaccante francese è stato decisivo, firmando una delle due reti che hanno regalato tre punti fondamentali alla squadra guidata da Fossati, subentrato in panchina a Moro.
Per Oan, figlio della leggenda nerazzurra Youri Djorkaeff, è già il terzo gol stagionale, dopo quelli messi a segno contro Gozzano e Valenzana Mado. Un avvio di stagione che conferma quanto il suo talento e la sua personalità siano ormai elementi centrali nel progetto biancazzurro.
Dietro il suo arrivo a Sanremo c’è la firma del direttore sportivo Quintieri, che ha creduto in lui quando molti dubitavano della sua adattabilità alla categoria. E proprio a lui, dopo il gol contro la Cairese, Oan ha voluto dedicare la sua esultanza, un gesto di riconoscenza verso chi ha scommesso sul suo valore contro ogni voce contraria. Una scelta vincente, la sua: in poco tempo Djorkaeff è diventato una delle certezze del club ligure.
In un gruppo in cerca di certezze e continuità, il francese è diventato un vero e proprio punto di riferimento, capace di accendere la manovra offensiva con qualità, intensità e carattere. E se il buongiorno si vede dal mattino, i biancazzurri possono sognare in grande con il loro numero sette francese come faro dell’attacco.

Oan Djorkaeff illumina e trascina la Sanremese alla prima vittoria stagionale
Determinazione, classe e una storia importante alle spalle: Oan Djorkaeff sta scrivendo il suo percorso lontano dai riflettori del grande calcio, ma con la stessa fame e la stessa eleganza che hanno contraddistinto suo padre. A Sanremo ha trovato fiducia, spazio e un ambiente ideale per esprimersi. Con un gol decisivo ha trascinato il club alla prima vittoria stagionale, un netto 2-0 contro la Cairese che conferma quanto il fantasista francese sia ormai il vero cuore pulsante della squadra biancazzurra.
L’altro gol, una splendida rete di Moreo, ha completato una prova collettiva di qualità, ma il peso specifico di Djorkaeff nella manovra offensiva resta indiscutibile: talento, personalità e concretezza al servizio di una squadra finalmente ritrovata.
La sua importanza nello scacchiere di Fossati era già emersa nella sfida contro il Ligorna, quando, dopo il suo infortunio nel finale, la Sanremese subì il gol del pareggio proprio nei minuti successivi alla sua uscita. Un episodio che racconta meglio di mille parole quanto sia diventato indispensabile. Dopo quella partita, Oan appariva visibilmente deluso, segno di un attaccamento profondo alla maglia e al progetto. Adesso, con tre reti in campionato e una leadership sempre più riconosciuta, Djorkaeff è l’anima di una Sanremese che sogna di risalire la classifica con il suo numero dieci come faro.
Il peso di un grande nome: Oan Djorkaeff scrive la sua storia
Nato a Milano il 30 aprile 1997, Oan Djorkaeff possiede doppio passaporto, francese e armeno, e porta sulle spalle un cognome che evoca ricordi di classe e successi. Figlio della leggenda nerazzurra Youri Djorkaeff, protagonista con l’Inter tra il 1996 e il 1999, Oan ha scelto di tracciare un percorso personale, lontano dalle ombre ma nel segno della stessa passione. Dalla Francia agli Stati Uniti, fino a Scozia e Svizzera, ha collezionato esperienze che ne hanno forgiato carattere e identità: 59 presenze, 25 gol e 10 assist negli ultimi tre anni, testimonianza di una crescita costante.
E proprio il padre Youri, intervistato un mese fa da seried24.com, aveva raccontato con orgoglio e realismo il percorso del figlio: “Ho detto a Oan che adesso deve portare il suo peso, perché papà l’ha già fatto. Oggi il campo è suo, io sono qui in tribuna solo per tifarlo. La cosa più importante — e non lo dico solo per mio figlio, ma per tutti — è la gioia di giocare a calcio”. Parole che spiegano bene l’atteggiamento di Oan: quello di un giocatore che non si accontenta del cognome che porta, ma lavora ogni giorno per scrivere la propria storia.