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Reggina, cosa serve al club? Parla l’ex presidente Praticò

In attesa della sentenza definitiva del Consiglio di Stato in programma il 29 agosto, il futuro del club calabrese è al momento appeso tra la Serie B e la Serie D. Di questa difficile situazione situazione che sta vivendo la Reggina ne ha parlato l’ex presidente degli amaranto Domenico, per tutti “mimmo“, Praticò.

Praticò, intervistato dalla “Gazzetta del Sud“, ha espresso tutta la sua amarezza nel vedere la Reggina di nuovo sull’orlo del fallimento solo pochi anni dopo la sua rinascita. Lui che era stato uno dei padri fondatori dell’attuale “Reggina 1914” nel 2015. L’ex patron reggino ha cercato di illustrare i suoi progetti e le sue idee per riuscire a salvare lo storico club amaranto.

Reggina

Reggina, Praticò: “fui costretto a far firmare i miei familiari”

L’ex numero uno della società calabrese Praticò ha spiegato cosa, secondo lui, servirebbe alla Reggina per ripartire al meglio, qualunque sia la categoria. “Per me diecimila tifosi reggini dovrebbero acquistare mini abbonamenti da 100 euro da versare in un conto corrente sotto l’egida del prefetto e da mettere a disposizione della nuova società Reggina come punto di partenza. E nel Cda dovrebbe entrare un esponente degli stessi 10 mila abbonati”.

La necessità primaria per Praticò è la presenza di persone serie con la volontà concreta di fare il bene della Reggina. Come fu lui nel 2015. “Ripartimmo dalla D con 250 mila euro a fondo perduto. E poi dalla C con 350 mila euro oltre ad una fidejussione di 300 mila euro che nessuno volle firmare, per cui fui costretto a farla sottoscrivere ai miei familiari“.

Reggina Praticò

“Inutile far chiacchiere, dobbiamo fare tesoro degli errori compiuti”

Nell’eventualità in cui la sentenza del Consiglio di Stato avesse un esito positivo, la Reggina rimarrebbe in Serie B. Così secondo l’ex presidente Mimmo Praticò dovrebbe ripartire la società calabrese nel campionato cadetto. “Nell’eventualità che la Reggina rimanesse in B, ci sarebbe bisogno di persone serie alla guida per un campionato adeguato. Con garanzie reali, non di 50 mila euro a persona. Se, al contrario, entrasse in scena un gruppo cittadino, i componenti dovrebbero partire da 200 mila euro a testa. In caso di imprenditori forestieri, dovrebbero dar garanzie almeno per 10 milioni personali per i loro progetti. Inutile far chiacchiere. Nessuno valuta che in questa società e nella Reggio calcistica è scoppiato un incendio mostruoso, difficile da spegnere. Oggi per la Reggina piangiamo lacrime amare. Dobbiamo quindi far tesoro degli errori compiuti“.