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Reggina, Lagonigro: “Crediamo ancora nella vittoria del campionato”

Antonio Lagonigro si racconta: tra responsabilità, crescita personale e il sogno di riportare la Reggina tra i professionisti.

Il ruolo del portiere è da sempre considerato il più difficile e delicato da interpretare. Per chi sceglie di giocare in porta non bastano solo le capacità tecniche e fisiche: servono soprattutto quelle mentali. L’attuale portiere della Reggina, Antonio Lagonigro, è nato calcisticamente con i guantoni alle mani e sta dimostrando una grande maturità nel superare tutte le difficoltà che questo ruolo comporta. Quella con lui è stata una chiacchierata lunga, che fa capire tanto dell’uomo prima ancora che del calciatore, ma in fin dei conti, per essere il portiere titolare della Reggina, servono maturità e personalità: qualità che a lui non mancano di certo.

I miei primi ricordi col calcio sono tutti legati a mio padre. È lui che mi ha trasmesso questa passione: da piccolo mi sedevo con lui sul divano a guardare la Serie A. Giocava a livello dilettantistico ed era molto appassionato, io lo seguivo ovunque. Un giorno mi chiese se volessi provare a giocare e dissi subito sì. Nelle partitelle con gli amici lui stava in porta, io lo guardavo e volevo imitarlo. Così ho iniziato immediatamente da portiere: avevo quattro anni quando andai alla mia prima scuola calcio e, anche se da bambini quasi nessuno vuole farlo, io mi ero già innamorato del ruolo. Ero l’unico tra i piccoli.”

Antonio Lagonigro, come molti compagni dell’attuale Reggina, è nato e cresciuto a Reggio Calabria: “Sono cresciuto nel settore giovanile della Reggina, dove sono stato anche convocato qualche volta in prima squadra in Serie B.” Poi, il fallimento del 2023 lo ha costretto ad allontanarsi: “Quando è arrivato il fallimento purtroppo sono stato costretto ad andare via (a Frosinone, ndr), ma la speranza di tornare non mi ha mai abbandonato.”

Le strade dell’amaranto e del giovane portiere, però, erano evidentemente destinate a incrociarsi di nuovo, e molto prima del previsto: “Tornare così presto è stato un privilegio: allenarmi nel ‘campo di sopra’ era il mio sogno da bambino, e oggi far parte della Reggina è motivo d’orgoglio.” Fare il portiere della Reggina, però, non è facile, soprattutto quando sei giovane e devi vincere a tutti i costi. Lagonigro ha però dimostrato fin da subito grande personalità: “L’esordio l’ho fatto in trasferta e paradossalmente mi ha aiutato a gestire meglio le emozioni. Ero felice, non spaventato. L’esordio al Granillo è stato incredibile: entrando ho avuto i brividi, ma non ho mai sentito la pressione come un peso, perché sapevo di meritarmi quel posto.”

Reggina, Lagonigro: “il peso del ‘dover vincere sempre’ ci ha logorato e ci ha fatto “ammalare”.

I primi sei mesi di Lagonigro sono stati esaltanti: dopo le difficoltà vissute a Pistoia, il giovane portiere è ripartito da Reggio, dove è stato protagonista di una grande cavalcata che solo per un punto non ha riportato gli amaranto tra i professionisti: “La scorsa stagione abbiamo vissuto un percorso straordinario, fatto di vittorie e grande entusiasmo, anche se il mancato salto di categoria ci ha lasciato un po’ di amarezza.”

Quest’anno però l’inizio non è stato quello sperato. Lagonigro prova a spiegare il momento negativo così: “Secondo me tutto parte già dalla fine dello scorso campionato. Dovevamo sempre vincere, e infatti abbiamo vinto tutte le partite, ma nonostante questo non abbiamo raggiunto l’obiettivo. Mentalmente il peso del ‘dover vincere sempre’ ci ha logorato e ci ha fatto “ammalare”. Abbiamo iniziato il campionato con un po’ di amarezza addosso. Quando chiudi una stagione così, con un finale amaro, e poi devi subito ricominciare, basta una partita storta per sentirti addosso ancora più pressione. Io non credo molto a fortuna o sfortuna, ma qualche episodio ci è girato contro. È stata una somma di fattori. Adesso però ne stiamo uscendo: l’importante è lasciarsi alle spalle i pensieri negativi e tornare a giocare con freschezza mentale. Questo all’inizio ci è un po’ mancato.”

Fonte: Reggina 1914

Reggina, Lagonigro: “Torrisi ci ha dato energia”

I calabresi, proprio a causa dei risultati inferiori alle aspettative, hanno cambiato allenatore: Alfio Torrisi è subentrato a Bruno Trocini. Lagonigro spiega cosa è cambiato: “Con Torrisi è cambiato soprattutto l’aspetto mentale. Tatticamente lavoravamo bene anche con Trocini, ma lui ci ha dato energia, fiducia e ci ha fatto parlare molto. Vuole intensità, duelli vinti, squadra cattiva e compatta: le ultime partite dimostrano che stiamo andando nella direzione giusta. Torrisi ci ha trasmesso quella cattiveria agonistica che forse prima mancava.”

Anche Lagonigro è finito nel vortice negativo della squadra e, prima di riconquistare la maglia da titolare con il Gela, ha vissuto due partite in panchina. Ma anche in questa fase ha mostrato grande maturità: “Ho attraversato un periodo negativo: può capitare in qualsiasi lavoro. Non mi sentivo bene, non rendevo come volevo. Mi sono fermato, ho fatto i conti con me stesso, ho lavorato per ritrovare serenità. Le due partite in cui non ho giocato mi sono servite: Summa è un ottimo portiere ed è giusto che giochi chi sta meglio. Per me è stata una pausa utile per rimettere insieme i pezzi e tornare pronto. Con il Gela era una prova importante e penso di aver risposto presente.

Lagonigro: “ Siamo ottimisti, la vittoria del campionato è alla nostra portata

Adesso la Reggina sembra intravedere un barlume di speranza e Lagonigro è convinto che la squadra possa risalire e raggiungere l’obiettivo: “Dopo due vittorie di fila il morale è cresciuto e noi crediamo ancora nella vittoria del campionato. Siamo ottimisti, non perché dobbiamo dirlo, ma perché siamo convinti che l’obiettivo sia alla nostra portata. Sappiamo di essere forti, conosciamo le nostre qualità e, se le mettiamo in campo come chiede Torrisi, possiamo fare qualcosa di importante.

Capisco il malcontento, perché la vetta è lontana, ma il campionato è lungo e abbiamo il dovere di crederci. Ci abbiamo creduto anche dopo le sconfitte con Vigor Lamezia e Igea Virtus. Non abbiamo mai smesso. Io sono convinto che ne vedremo delle belle: sarà difficile, ma possiamo farcela. E ci proveremo fino alla fine, fino all’ultima giornata. Poi Ritrovare la curva è stato fondamentale: i tifosi sanno che ce la mettiamo tutta. Il fatto che siano rimasti al nostro fianco ci riempie d’orgoglio. La Reggina non è solo una squadra: è una fede. Per noi la curva è la migliore del mondo.”

Reggina, Lagonigro: “il mio sogno? Vincere il campionato e portare la Reggina in C”

A nemmeno vent’anni i sogni possono essere tanti e a volte forse anche un po’ troppo ambiziosi, ma Lagonigro vuole pensare al presente e alla maglia amaranto dimostrando ancora una volta una maturità e un pragmatismo da veterano: “Non mi piace fissare sogni a lungo termine: io amo giocare a calcio e preferisco darmi obiettivi concreti. Credo che quello che arriva sia lo specchio di ciò che ti meriti. In questo momento il mio obiettivo è chiaro: vincere il campionato e portare la Reggina in Serie C.

Se potessi giocare altri vent’anni con questa maglia, firmerei col sangue. Sarebbe meraviglioso: vorrei giocare tutta la vita nella Reggina. Se dobbiamo chiamarlo ‘sogno’, allora il mio sogno oggi è vincere la Serie D. È l’obiettivo più importante della mia vita. L’anno prossimo magari cambierà, magari sarà ancora più grande. Ma ora conta solo questo. Poi quello che verrà… verrà.”