La Figc si sfila, niente Coverciano per il giovane portiere picchiato a Collegno

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Dopo il sostegno di Buffon, Zoff e Donnarumma, lo stop arriva dal giudice sportivo: un anno di squalifica e nessun invito speciale dalla Nazionale
Sembrava dovesse trasformarsi in una storia di rinascita, con il calcio pronto a stringersi attorno a un ragazzo colpito duramente dentro e fuori dal campo. Invece, il percorso di Thomas Sarritzu, portiere 13enne del Volpiano Pianese aggredito brutalmente dal padre di un avversario durante una gara giovanile con il Carmagnola, ha preso una piega diversa.
Dopo la solidarietà espressa da campioni del calibro di Gigi Buffon e Dino Zoff, era stato persino Gianluigi Donnarumma, attuale capitano azzurro, ad aprirgli – seppur informalmente – le porte di Coverciano: “Vogliamo mandargli un messaggio, certe cose non dovrebbero mai accadere. Lo aspettiamo“.
Ma la decisione del giudice sportivo ha cambiato lo scenario: Sarritzu, infatti, è stato squalificato per un anno per la sua partecipazione agli scontri avvenuti in campo, immortalati da alcune immagini che lo mostrano colpire un avversario a terra nelle prime fasi della rissa.
Una sanzione pesante che ha spinto la Figc a fare un passo indietro, rinunciando a qualsiasi invito ufficiale. Resta così sospeso il sogno di una giornata a Coverciano, che avrebbe rappresentato un messaggio forte dopo le violenze subite.
Figc, il caso Sarritzu: i dettagli
Al termine dell’aggressione il giovane portiere ha riportato la frattura del malleolo e dello zigomo, conseguenze gravi per un episodio che ha scosso l’intero movimento giovanile.
Il sostegno morale di Buffon e Zoff rimane, ma la Federazione ha scelto di non esporsi oltre, per evitare ulteriori polemiche attorno a una vicenda già delicata. Per Thomas, dunque, non ci sarà la ribalta del Centro Tecnico Federale.

Il caso Sarritzu: la squalifica
Il comunicato ufficiale firmato dal giudice sportivo Roberta Lapa e dai sostituti Gianluca D’Angelo, Maurizio Capuani e Gerardo Orlandella: “Vista la gravità della condotta violenta assunta da ragazzi in età giovanissima, che inficia i sani principi dello sport improntati alla correttezza ed al rispetto dell’avversario (…) si squalifica il succitato giocatore“.
E si conclude: “Perché, a fine gara, assumeva una condotta violenta ed antisportiva innescando una rissa e colpendo con manate e pugni il fianco e la schiena di un giocatore avversario, steso sul terreno di gioco. Condotta, questa, che dava adito ad un ulteriore atto di violenza posto in essere da soggetto non presente in distinta, che entrava arbitrariamente ed indebitamente sul terreno di gioco“.