Pochesci: “L’Aquila? Faremmo un bel binomio. La Samb non era imbattibile”

La nostra intervista a Sandro Pochesci, ex allenatore dell’Avezzano, al centro di una trattativa con L’Aquila
Sandro Pochesci è pronto a ripartire. Dopo aver guidato l’Avezzano fino allo scorso dicembre – fino alla decisione di rassegnare le dimissioni – attende un progetto importante che possa rilanciarlo. Negli ultimi giorni vi abbiamo parlato dell’interesse de L’Aquila nei suoi confronti: “Parliamo di una grande piazza del mondo del calcio“, afferma Pochesci ai nostri microfoni.
“Ricordo quando da calciatore andavo a giocare nel loro stadio e vedevo più di 10 mila spettatori sugli spalti. Era una piazza ambita da tanti. E’ l’unico club in Italia i cui proprietari sono i tifosi. E’ la squadra della gente e io ho sempre avuto un bel rapporto con i tifosi. Potrebbe essere un bel binomio“.
L’allenatore quindi conferma la trattativa che, tuttavia, non sarebbe chiusa: “Non è stato trovato ancora nessun accordo. Per poter fare progetti importanti bisogna prima sedersi tra persone serie e capire dove si vuole arrivare”.
“L’Aquila – spiega Pochesci – ha tutto per poter far bene anche nel professionismo, qualora dovesse raggiungere la Serie C sarebbe un esempio per tanti. Perché? Il tifoso è l’unica componente di garanzia per questo sport e ciò allontanerebbe i vari personaggi che si avvicinano ai club per puri scopi personali. E’ chiaro però che questo progetto debba poi essere affidato a persone competenti che possano fiancheggiare al meglio i tifosi. Posso dire che essere il loro allenatore sarebbe motivo d’orgoglio“.
Pochesci: “Samb senza rivali. L’addio di Cappellacci non ha aiutato L’Aquila”
L’ultima avventura in panchina per Pochesci è stata alla guida dell’Avezzano, nel girone F di Serie D. Un girone dominato dalla Sambenedettese: “Non aveva ma non era una squadra imbattibile. Sono stato il primo allenatore a vincere nel loro stadio in questa stagione. Devo dire che ho visto una piazza matura, perché quella sconfitta avrebbe potuto demoralizzarli ma invece non è stato così. Credo che fosse una rosa molto abbordabile, ma non c’è mai stata una lotta per il primo posto. Non c’erano altre squadre ben attrezzate“.
Sulle rivali: “L’Aquila è partita con un progetto ma dopo pochi giorni di ritiro l’allenatore scelto dal club è andato via. Credo che questo abbia inciso e non poco sulla stagione. Il club a quel punto avrebbe dovuto affidare la panchina a un profilo di esperienza. De Feudis è un bravo allenatore e a tratti ha condotto anche bene la squadra ma in passato aveva fatto solo il vice. L’addio di Cappellacci ha cambiato le carte in tavola. Il Teramo invece ha fatto bene ma chiaramente la rosa non era allo stesso livello della Sambenedettese“.

“In Serie D tante rose competitive. In passato mi chiamò la Cavese..”
Se nel girone F è stata la Samb a costruire una squadra importante e competitiva, negli altri gironi ci sono squadre che han fatto altrettanto e che Pochesci ha avuto modo di vedere da spettatore. “Quest’anno in Serie D ci son state parecchie squadre competitive e costruite davvero bene. Nel periodo in cui sono stato fermo ho girato diversi campi e ho avuto modo di veder giocare diverse formazioni importanti. Siracusa, Livorno, Guidonia, Forlì, tutte squadre in cui è stato fatto un gran lavoro a inizio stagione, facendo un giusto mix tra giovani di qualità e profili con tanta esperienza“.
“Fino a pochi anni fa – afferma l’ex allenatore della Ternana – avevo deciso di non prendere in considerazione la Serie D. La Cavese mi chiamò per affidarmi la squadra a nove giornate dalla fine ma rifiutai perché avevo preso un accordo con un altro club di Serie C. Oltre a questo, in quel momento non avevo intenzione di scendere di categoria. Poi in questa stagione ho deciso di rilanciarmi e per questo ho scelto Avezzano“.

Pochesci: “Buon lavoro di Gravina sul lato economico. Ora le riforme”
Nel corso dell’intervista Pochesci ha fatto anche i complimenti al presidente della FIGC, Gabriele Gravina: “Devo dire che ha fatto un buon lavoro dal punto di vista economico. Ha portato diversi introiti nelle casse dei club. Per questo è stato anche premiato e quando si lavora bene è giusto sottolinearlo. Allo stesso modo è stato fatto un buon lavoro sul settore giovanile. L’Italia continua a raccogliere risultati positivi con le varie formazioni minori. Adesso però è il momento di dimostrare di poter far bene anche con la prima squadra“.
“Concordo nella scelta di affidare la guida tecnica a un allenatore come Spalletti. Ora dobbiamo qualificarci al Mondiale, ma non basta. Dobbiam fare anche bella figura. Spero poi che, quanto prima, possa avvenire la riforma dei campionati. Bisogna evitare le situazioni avvenute quest’anno in Serie C e quello che sta avvenendo nelle ultime ore in Serie B. Chi non riesce a dare garanzie al momento dell’iscrizione non deve prendere parte al campionato“.
“Infine – conclude Pochesci – son dell’idea che bisognerebbe dar maggior spazio al Made in Italy. I ragazzi italiani, che già dimostrano le loro qualità in Nazionale e che battono i ragazzi di altri paesi che giocano le finali di Champions, devono avere modo di stare stabilmente in prima squadra. Bisognerebbe creare un ponte tra settore giovanile e prima squadra, magari creando un regolamento che obblighi i club a integrare in prima squadra almeno quattro ragazzi del proprio settore giovanile“.