Peter Crouch è diventato per un giorno mascotte di un club dilettantistico inglese: il motivo
Credits: Instagram Farnham Town
Peter Crouch si è reso protagonista di una simpatica avventura: ha dovuto fare da mascotte a un club di settima divisione inglese, per essere arrivato ultimo al fantacalcio.
Con i suoi 2 metri di altezza, Peter Crouch è sempre stato impossibile da ignorare sul campo. Nato a Macclesfield, l’ex attaccante ha trascorso una carriera memorabile tra Premier League e nazionale inglese, diventando celebre non solo per i suoi gol spettacolari, ma anche per la sua esultanza iconica: la “robot dance”.
Dal Tottenham al Liverpool, passando per Portsmouth e Aston Villa, l’ex centravanti ha segnato oltre 150 gol tra club e nazionale, conquistando tifosi con il suo stile elegante e la sorprendente agilità per un gigante del suo calibro.
Dopo il ritiro, Crouch non ha abbandonato il mondo del calcio: oggi è volto noto della televisione britannica, opinionista rispettato e soprattutto, figura amata dai fan per la sua ironia e spontaneità. E la sua ultima “avventura”, se così possiamo chiamarla, lo conferma.
Peter Crouch ha infatti dovuto pagare pegno per essere arrivato ultimo nella sua Fantasy League, la versione inglese del fantacalcio. Il prezzo? Diventare mascotte per il Farnham Town, squadra di settima divisione inglese che milita nella Southern League Premier Division South.
Peter Crouch e il pegno da pagare per il fantacalcio
La scena è stata a dir poco esilarante: abituato agli stadi gremiti e alle telecamere della Premier League, l’ex attaccante è sceso in campo con il Farnham Town vestito come un vero membro della squadra, dopo di che, al termine della partita, si è lasciato andare con calci di rigore insieme ai bambini e a foto con i fan più appassionati, trasformando un semplice pegno in un’esperienza memorabile e piena di simpatia.
Foto e video pubblicati sui canali social del club inglese, mostrano tutta la giornata del “The Memorial Ground”, l’impianto sportivo del Farnham. Peter Crouch si è dimostrato, ancora una volta, un grande campione: non solo in campo, ma nella vita. Insegnandoci che si può perdere, anche con un sorriso stampato sulla faccia.