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Ciccone, l’addio al Chieti e il futuro: “Il mio Chieti era da vertice, hanno distrutto tutto”

L’ex Direttore Sportivo neroverde Michele Ciccone si racconta ai nostri microfoni: dallo strano addio col Chieti alle proposte per il futuro.

Non tutte le parabole calcistiche si chiudono con il più classico dei lieto fine, e il rapporto tra il Chieti e Michele Ciccone ne è la testimonianza più vivida.

A distanza di tempo, il bilancio di quel distacco sembra non aver premiato nessuno: da una parte un Chieti che attraversa oggi uno dei momenti più complessi e delicati della sua storia recente, dall’altra un direttore alla ricerca della sfida giusta per rimettersi in gioco.

Michele Ciccone non è certo un nome che ha bisogno di presentazioni nel panorama del calcio dilettantistico e professionistico. Con una carriera trascorsa tra il campo e la scrivania, ha alle spalle tante avventure in piazze importanti.

Il direttore ha deciso di raccontare ai nostri microfoni i suoi progetti per il futuro e non solo, parlando anche dell’addio con il Chieti. Tra la voglia di fare chiarezza su alcuni passaggi societari rimasti nell’ombra e la necessità di trovare stimoli nuovi per una ripartenza basata sulla programmazione.

Ciccone: “Addio? Non si è trattato di un esonero”

L’ex ds del Chieti Michele Ciccone ha chiarito le motivazioni che lo hanno portato a lasciare il club neroverde: “Il mio addio a Chieti non è stato un esonero, ma una scelta precisa. Voglio chiarire che lo scorso anno fui io a far intervenire Di Matteo. Il suo supporto economico salvò la società permettendoci di ricostruire tutto da zero.”

E ha continuato: “Durante la stagione, però, è nato un forte contrasto con il Direttore Generale. A quel punto ho preferito farmi da parte per non avere più nulla a che fare con determinati elementi. Quando lasciai l’incarico, insieme all’allenatore Ignoffo, eravamo secondi a soli 7 punti dalla Sambenedettese capolista. Successivamente è stato scelto Amaolo e sono stati acquistati i calciatori che lui pretendeva. Il risultato? È stato un distacco finale di 14 punti dalla vetta e un quarto posto che ha distrutto quanto di buono avevamo costruito. Tra me, lo staff e i calciatori si era creato un legame unico, eravamo diventati una cosa sola.”

Ciccone: “Chieti terzultimo? C’è un colpevole”

Calciatore prima che dirigente, Michele Ciccone si è formato nel settore giovanile del Napoli, crescendo sotto l’ala protettrice di un maestro come Gianni Di Marzio. L’ex Direttore Sportivo neroverde ha deciso di fare luce sulla gestione del club e sugli episodi che hanno portato alla rottura: “Sulla situazione attuale del Chieti ho un’idea molto chiara. Ricordo che prima della sfida interna con la Sambenedettese, mentre io e l’allenatore eravamo a bordo campo per preparare una gara difficilissima, il signor Battisti si presentò sotto la curva con la sciarpa al collo per prendersi gli applausi. Personalmente ho vinto campionati, ho alle spalle oltre 480 partite in Serie D e diverse esperienze in C, ma non mi sarei mai sognato di mancare di rispetto a un collega in quel modo. Battisti chiamava il presidente ogni giorno perché voleva il mio posto; alla fine la società gli ha affidato il ruolo, ma lui ha fallito miseramente.

E sempre su Battisti: “Veniva dai fallimenti di Tivoli e Roma City, e ha fallito anche a Chieti. La responsabilità del momento dei neroverdi è sua: ha avuto carta bianca dalla proprietà, che purtroppo si è fidata delle persone sbagliate. Mi dispiace per il patron, un uomo che ha mantenuto ogni impegno economico, ma è stato circondato da incompetenti.”

Michele Ciccone, tra rimpianti e futuro

Un monumento per il campionato di Serie D, Michele Ciccone ha fatto anche una sua personale analisi sull’andamento della stagione nel girone F: “La classifica del Girone F rispecchia i valori visti finora. Società come L’Aquila, Teramo e Ancona stanno lavorando bene, così come l’Ostiamare che si è rinforzata con profili del calibro di Donsah e Ceccarelli. La vera sorpresa per me è il Notaresco: hanno alzato l’asticella e possono ambire stabilmente alle posizioni di vertice. In negativo vedo male Sammaurese e Castelfidardo; credo non abbiano fatto abbastanza per mantenere la categoria e la loro salvezza sarà durissima. Spero invece che il Chieti riesca a rialzarsi. La piazza e la tifoseria meritano molto di più, mi hanno accolto benissimo e non posso che augurare loro il meglio.”

E sul futuro: “Per quanto riguarda il mio futuro, le richieste non mancano, ma senza un progetto serio e una programmazione reale non ha senso ricominciare. Mi è successo a Chieti e anche a Rimini, dove rimasi dieci giorni in hotel prima di scoprire che la società era sull’orlo del fallimento. Il rimpianto per Chieti è forte perché bastava davvero poco per vincere. Se non fosse stato per un Direttore Generale che voleva fare il ‘Moggi’ della situazione, avremmo potuto giocarcela fino alla fine con la Sambenedettese. Avevo costruito un gruppo forte, composto da grandi uomini e guidato da un tecnico capace come Ignoffo. Con due o tre innesti mirati avremmo lottato per il primato, invece hanno preferito rovinare tutto.”

Published by
Andrea Delle Noci