Lnd, rinnovata la regola dei tre under per le prossime due stagioni
Confermata ufficialmente la regola dei tre under sul terreno di gioco anche per le prossime due stagioni. I numeri emersi, inoltre, parlano anche di un incremento mediatico della D, che nella passata stagione ha raggiunto i sei milioni di persone.
La prima notizia emersa dalla riunione svoltasi oggi a Roma – coordinata da Luigi Barbiero, alla presenza del Presidente della LND Giancarlo Abete, del Responsabile della Commissione Arbitri Nazionale Serie D Stefano Braschi, dei componenti del Dipartimento e del Segretario Mauro De Angelis – riguarda la tanto discussa regola dei tre under in campo per le prossime due stagioni agonistiche. Nel 2026/2027, le squadre dovranno schierare sul terreno di gioco almeno un calciatore classe 2006, 2007 e 2008. Nel 2027/2028, invece, un 2007, 2008 e 2009.
Rinnovata, nell’occasione, anche a Sportradar come partner nel monitoraggio delle scommesse e nella lotta al match fixing.
Abete: “Senso di appartenenza, equilibrio finanziario e valorizzazione dei giovani le nostre priorità”
“Dobbiamo avere l’orgoglio di appartenere a una categoria qualificata e di alto livello, destinata a crescere ulteriormente a fronte di una fisiologica futura riduzione del mondo professionistico in linea con i principali tornei europei – ha esordito nel suo intervento il presidente della LND Giancarlo Abete -. Da questo punto di vista, rimaniamo disponibili a dialogare con le altre componenti, allorché la federazione riterrà opportuno attivare momenti di confronto volti a rivedere i format dei campionati. La Serie D rivendica un ruolo centrale e intende mantenerlo, così come abbiamo fatto tutelando la categoria anche sul delicato tema delle ripartenze. La nostra priorità è chiara: dobbiamo evitare un aumento dei livelli che si tradurrebbe in una crescita dei costi fuori controllo“.
Abete ha poi esteso la riflessione ad altri temi: “Facciamo della partecipazione un valore fondante. Il nostro primo compito è il rispetto degli associati, l’ascolto dei loro problemi e l’assunzione di responsabilità nelle decisioni. In un mercato globale dove i diritti televisivi del calcio di vertice finiscono per depauperare i mercati nazionali, noi puntiamo sul senso di appartenenza, sull’equilibrio finanziario e sui giovani. Anche sul fronte della violenza contro gli arbitri manteniamo la massima vigilanza. Il calcio deve rimanere un fenomeno sociale, ricordando che, specialmente ai nostri livelli, non si fa per profitto economico ma per passione“.
Nella stagione 2024/25, la Serie D ha raggiunto oltre sei milioni di persone
Numeri confortanti quelli emersi dai dati relativi alla visibilità del campionato, che certificano un aumento significativo ed esponenziale del pubblico interessato alla massima serie dilettantistica. Più di due milioni di appassionati hanno assistito alle 3017 partite della passata stagione con un importante incremento delle società che usufruiscono della biglietteria elettronica.
La competizione ha risentito positivamente di questo maggiore coinvolgimento anche da un punto di vista mediatico. Sommando i numeri delle dirette streaming trasmesse su YouTube, Vivoazzurro FIGC e soprattutto quelle prodotte dalle stesse società, la Serie D è stata vista da più di quattro milioni di utenti. Tra gli spettatori offline e quelli online, dunque, si raggiungono i sei milioni di appassionati.

Barbiero: “La D è il campionato che fa giocare più giovani in Italia”
“Voglio ringraziare tutti per questa presenza numerosa e qualificata che dà lustro al nostro Dipartimento – ha commentato Barbiero – Con le società c’è un percorso condiviso, tutte le scelte sono frutto di un dialogo continuo nell’intento di poter sempre migliorare in quello che facciamo. La Serie D è la frontiera del professionismo, un campionato che nelle difficoltà ha mostrato grande maturità creando i presupposti per una realtà ancora più sana, attenta alla gestione economica e alla valorizzazione dei giovani. Proprio su quest’ultimo tema voglio ricordare che, nonostante l’abolizione del vincolo, siamo il campionato che fa giocare più giovani in Italia. Merito anche di Giovani D Valore, iniziativa che ha raccolto tanti consensi e i cui contributi sono raddoppiati grazie al sostegno del Presidente Abete. Senza dimenticare il lavoro svolto dalla Rappresentativa che continua a lanciare tanti ragazzi sui grandi palcoscenici. Invito inoltre le società alla massima attenzione sul tema del Safeguarding: è un obbligo di legge e un dovere morale per la tutela dei minori e dei tesserati. È un ambito in cui bisogna dare il massimo rigore così come quello della salute degli atleti“.
“E’ un’esperienza totalmente nuova per me. Qui ho trovato il calcio vero, in un ambiente affascinante che non mi aspettavo – così Braschi ai dirigenti dei club della D -. Il nostro obiettivo è duplice: da un lato dobbiamo garantire la tutela dei campionati selezionando gli arbitri giusti, dall’altro assicurarci di far crescere la squadra di direttori di gara. Dopo questi primi tre mesi ho riscontrato che i nostri arbitri sono molto bravi, disposti a sacrificare tempo prezioso al lavoro e alle loro famiglie per la passione che li muove. Sono sempre disponibile al dialogo con le società, perché sono convinto che anche gli errori facciano parte di un percorso di crescita comune“.
