5 Aprile 2022

Chieri, la conferenza stampa di Stefano Sorrentino | LIVE

In diretta dal centro sportivo Rosato di Chieri, la conferenza stampa live di Stefano Sorrentino e Luca Gandini

Live dal Centro Sportivo “Fabrizio Rosato” di Chieri la conferenza stampa di presentazione del neo presidente Stefano Sorrentino. Sarà presente anche l’ormai ex numero 1 della società torinese Luca Gandini. Inizio della conferenza alle 11.30.

La conferenza sta iniziando.

Inizia Gandini: “Mi fa piacere una sala piena. Questo è un momento importante per me e per il Chieri. Ne abbiamo viste di tutti i colori. All’inizio ero inesperto e gestivo le cose non da presidente di società di calcio, ma come gestore di una qualsiasi attività. Col tempo mi sono plasmato. Adesso è giunto il momento di andare oltre. Avevo studiato da un po’ di tempo questa situazione e avevo bisogno di trovare la persona che mi facesse fare il passo successivo. Ora l’ho trovata. Non potevo fare finta di niente. Non potevo togliere dieci anni. Cercherò di rimanere vicino alla società. La mia famiglia rimarrà la proprietaria del centro sportivo e spero solo che questo passo voglia dire andare oltre. Servivano competenze diverse dalle mie. Stefano è la persona giusta“.

Ora parola a Sorrentino: “Ringrazio Gandini e la sua famiglia. Quando avevo ricevuto la chiamata, pensavo fosse uno scherzo. Il Chieri è come la Juventus nei professionisti. Tutti sanno che volevo entrare nel calcio dilettantistico, ma il Chieri mi sembra un sogno. Abbiamo cercato di tenerla nascosta e alla fine è venuta fuori. Sono contento che la famiglia Gandini rimarrà al mio fianco. Io cercherò di rubargli quanti più segreti possibili. Dal 1° luglio gli romperò le scatole per molti consigli. Se riuscissi a fare quanto fatto da loro la riterrei una vittoria. Sono contento perché tra le tante persone che poteva chiamare, ha scelto me“.

Riprende la parole Gandini: “Mi porto dietro tante persone che mi hanno affiancato, non solo per quanto riguarda l’aspetto economico ma anche per il tempo dedicato al Chieri. Qui c’è tanta passione“.

Prosegue Sorrentino: “Passare dal calcio professionistico a quello dilettantistico c’è tanta differenza. Le ambizioni sono tante. Da giocatore ho affrontato i migliori attaccanti al mondo e a volte mi sentivo sconfitto già all’inizio. Era tutto una sfida e anche questa lo è. Il problema della Nazionale è alla base, cioè a livello giovanile e dilettantistico. Credo che si possa lavorare bene alla base per formare i campioni del futuro trasmettendogli gli occhi della tigre“.

Sorrentino spiega quali sono i cambiamenti che potrebbe apportare: “Venerdì abbiamo salutato la squadra e a loro ho detto che dal primo all’ultimo io parlerò sempre prima con loro. A me piace parlare, ma anche ascoltare. Qualche persona di fiducia la porterò, ma questa è una nave che fortissima da sola. Quando c’è un cambio, alcune figure vanno portate. Io appartengo a una famiglia di ex calciatori e allenatori, quindi loro mi daranno una mano. Per rispetto, adesso non farò grandi nomi. Poi magari c’è qualcuno che non vuole rimanere a priori. Nella mia testa ho già in messo alcune cose. Prima squadra? Ho vissuto la mia carriera sulle sfide. Ho giocato per anni un quartiere, perché il Chievo era questo. La strada è tanta, ma ripercorrere la strada dei Clivensi sarebbe difficile. Nel calcio non vince sempre il più forte, ma il fatto di essere ambiziosi fa parte del mio carattere“.

Gandini spiega quale sarà il futuro del centro sportivo Rosato: “Il Chieri regge su due scoietà, quella sportiva e quella degli immobili. Resteranno legate. Questo centro sportivo è pensato per i bambini e continuerà a essere Casa Chieri“. E Gandini prosegue: “Sì c’è già un accordo per la gestione“.

Prosegue Gandini spiegando il motivo della cessione: “Con l’arrivo del Covid sono cambiate tante cose. Al di là del Chieri, che ha avuto le sue problematiche. Adesso stiamo patendo quello che è il rincaro delle bollette. Le altre nostre attività necessitano una mia presenza più assidua. La motivazione secondaria è che io sia arrivato al limite delle mie capacità, perché per me è una seconda attività. Quindi serve una competitività e una voglia di tenere risultati e per farlo servono sforzi in più, per questo non credo essere in grado di poterlo gestire in futuro. Noi abbiamo messo le basi. Futuro nel calcio? Per ora non ci ho ancora pensato“.

Sorrentino parla poi del suo progetto sportivo: “Sarò qua 24 ore su 24, perché serve la mia presenza in tutti i reparti. Luca è stato lungimirante per costruire un campo per i portieri. Quindi costruirò la mia scuola portieri e questo è un altro obiettivo. Per il resto da ex calciatore vedo società che spendono per tanti stranieri e credo che sia folle. Questo è un settore giovanile che va spinto. I ragazzi vanno spinti e fatti crescere, magari il Baggio di turno ce l’abbiamo in casa. Il giovane deve essere il punto di forza di questa società“.

Sorrentino sulla possibilità di potenziare il De Paoli, lo stadio del Chieri: “Essendo una proprietà comunale dobbiamo passare da loro. Prima di tutto ci vogliamo focalizzare sul Chieri. Se dobbiamo dare un cambio di marcia, mi concentrerei su quello che c’è già“.

Sorrentino prosegue parlando della possibilità di avvicinare la gente allo stadio: “La gente in Italia si sta disinnamorando del calcio. Di attività cercheremo di farne tante e proveremo a far tornare l’entusiasmo. Magari chi non va a vedere le società professionistiche, potrebbe venire da noi. Il pubblico è importante e con qualche iniziativa proveremo a riavvicinare la gente allo stadio”.

Gandini ripercorre il suo percorso al Chieri: “Momenti belli ce ne sono stati ogni anno. Abbiamo lavorando tantissimo sul settore giovanile che è il fiore all’occhiello della società. Ne sono fiero, sia per la crescita sia per i giocatori portati in società professionistiche. La finale di Coppa Italia è la prima cosa che mi viene in mente, perché è il secondo titolo che il Chieri ha vinto nella sua storia“.

Gandini prosegue analizzando quello che è il mondo della Serie D: “Credo che con i fuoriquota si sia fatto un ottimo lavoro. Quando sono arrivato all’inizio in tanti li facevano giocare perché dovevano. Ora li vedi più protagonisti, anche in zone nevralgiche del campo, infatti alcuni sono arrivati tra i professionisti“.

***in aggiornamento***

A cura di Federico Iorio