21 Maggio 2023

Dagli scherzi a Balotelli all’amore di Catania. Litteri: “Rimarrei a qualsiasi costo”

La nostra intervista all’attaccante rossazzurro, a segno nella sfida poule scudetto contro il Brindisi dopo un calvario infinito:”Nessun problema con Ferraro, commosso per la promozione”

“Finalmente eccoci qua, sono prontissimo, scusa l’abbigliamento”. Temperamento solare, voce pimpante, tono deciso e passionale. Si presenta così, Gianluca Litteri. Rigorosamente vestito in tenuta da allenamento, come a voler a tutti i costi riprendere il discorso campo, visti i soli 80’ giocati in campionato. Le soddisfazioni però non sono mancate. Quali? La promozione in Serie C ed il primo gol trovato con i colori del vulcano e del mare nell’ultima sfida della poule scudetto contro il Brindisi. “Non ho mai mollato nonostante una grande sofferenza e sono stato ripagato- racconta l’attaccante ai nostri microfoni-. Rappresentare questi colori è stata un’emozione forte. La festa mi ha commosso e rimarrei qui con tutto il cuore a qualsiasi condizione”.

“Balotelli? La vittima ideale per gli scherzi”

176 reti segnate, oltre 300 gare giocate in carriera, l’etichetta di bomber affidabile pronta a trascinarlo in ogni sua avventura. Questione di talento e valori umani oltre che tecnici. “Devo tanto ai miei genitori e a tutte le persone che mi hanno aiutato a mantenere la testa giusta nel periodo dell’adolescenza, amo il calcio grazie a loro”.

Si emoziona, l’attuale numero nove rossazzurro, ripercorre con orgoglio i suoi trascorsi nel quartiere catanese Civita che lo porteranno, dopo qualche fortunata esperienza, ad inseguire un dolcissimo sogno a tinte nerazzurre. “Fui visionato da Beppe Baresi dopo una gara di Coppa Italia col Giarre giocata a Voghera-ricorda Litteri entusiasta– feci un provino e scoppiai in lacrime con la mia famiglia appena mi presero, mi voleva anche la Roma ma diedi all’Inter la mia parola”.

San Siro folgora la mente, la Primavera, soprattutto grazie alle 11 marcature datate 07-08, forma l’istinto goleador e regala preziosi legami.Balotelli era il più piccolo del gruppo: la nostra vittima preferita per gli scherzi. Gliene abbiamo fatte tante: dal limone spruzzato in camera mentre dormiva ad intere secchiate d’acqua rovesciate sul suo letto. Mario però era un buono e sapeva stare al gioco. Bonucci? Ha sempre dimostrato qualità ed intelligenza fuori dal comune, immaginavo già il suo percorso da campione”.

Litteri su Ibrahimovic: “Impressionato dalla sua umiltà”

La stimolante tappa milanese però dura poco e per Gianluca (passato nel frattempo in comproprietà al Treviso) è già tempo di fare le valigie. Destinazione? Praga… ma non troppo! Nonostante l’incoraggiante inizio con gol e le indimenticabili emozioni europee tra convocazione in Champions League ed esordio in Coppa UEFA, ecco arrivare una dura batosta per il promettente centravanti: la rottura del crociato.

Il ritorno alla Pinetina per le cure, nonostante l’enorme delusione, regala a Litteri un incrocio speciale. Mi ero allenato solo qualche volta con Ibra ma nonostante questo, da quando mi vide in disparte a pranzo mi invitò a sedere sempre con lui: parlammo della mia vita, del mio periodo allo Slavia e da quel giorno seguirono altre belle chiacchierate. Ricordo un ragazzo simpatico e disponibilissimo. Tutto il contrario di ciò che dipingono”.

A riabilitazione conclusa il telefono dell’attaccante italiano è bollente. “Decisi di andare alla Ternana da Toscano che mi voleva già al Cosenza. Partimmo in sordina ma dalla vittoria esterna a Taranto non ci fermò più nessuno e vincemmo il campionato di C in netto anticipo. Eravamo un grande gruppo, furono anni bellissimi: ho raggiunto le 100 presenze con il club ed i tifosi su Facebook mi scrivono ancora adesso messaggi d’amore. Che orgoglio”.

“Inzaghi è eccezionale. Vicario? Un gatto da big”

Terni è destino, il perfetto antipasto di un legame profondo, impreziosito da 34 gol, un altro campionato di C vinto (seguito poi da annate in B da protagonista) e la sensazione sempre forte di potersi sentire a casa. Cittadella non ha la pressione di altre piazze ma riesce dal primo istante a far sentire in famiglia grazie anche ad un grande tifo. Furono anni bellissimi, Venturato mi sorprese molto e la confidenza con il gol poi fece il resto. Zaccagni? Qualità e gamba erano già il suo forte, fece benissimo ma fui ancora più colpito da Kouame: fisicamente è soltanto da invidiare, possiede agilità e tecnica. Eravamo complementari. Sembrava una molla perché quando lo buttavi giù si rialzava subito”.

Altra esperienza significativa? Certamente Venezia. “Fui cercato insistentemente da Inzaghi a gennaio- ricorda Litteri-e lo ripagai con 7 gol nel girone di ritorno. La piazza è meravigliosa. Il mister è unico: mi diceva sempre di immaginare prima dove sarebbe finita la sfera e io gli rispondevo che tra me e lui vi erano grandi differenze in termini di grandezza. Tacopina? Avevamo un rapporto fantastico, mi accolse benissimo, si sorprese del mio inglese, questo facilitó il nostro feeling perché in caso di sfogo poteva contare su di me. Vicario? Feci notare subito quanto fosse devastante nonostante l’iniziale concorrenza di Audero. Possiede uno stile unico, è completo e merita una big”.

Litteri-Catania: guasto d’amore

Le esperienze lasciano il segno, il tempo per i sogni però non è affatto finito. E così, dopo un periodo a Trieste, Litteri realizza il desiderio di una vita grazie al suo Catania. Dissi a Laneri che sarei venuto anche a piedi, avevo altre offerte ma ho seguito il cuore. Giocare al Massimino è veramente indescrivibile”.

Il tono di voce cambia, gli occhi brillano, segno di un sentimento praticamente eterno. “Voglio ringraziare la mia gente per avermi sempre sostenuto, un amico mi ha chiesto addirittura le mutande in caso di gol, manterrò la parola (ride ndr). Rimpianti? Tanti, solitamente ho bisogno di fiducia ma ho dato tutto. Apprezzo Ferraro per la chiarezza dimostratomi e per aver riportato casa mia tra i professionisti, tra di noi non scorre rancore”.

Calcio, gol e sentimento…ma chi è Litteri fuori dal campo? “Un ragazzo molto focalizzato sul lavoro e la famiglia. Devo tutto alla mia Deborah e ai nostri ragazzi, ogni tanto mi rimproverano come nel caso del colpo di tacco sbagliato all’ultima ma sono da sempre fondamentali”.

Umiltà, sentimento, simpatia. Il viaggio di ‘Litte’ emoziona, in attesa del prossimo gol.

Intervista a cura di Damiano Tucci