3 Febbraio 2022

I fratelli Gargiulo, uno in B e l’altro in D: “Lui ha il vizio del gol. Sogno grandi categorie”

Da Pagani a Cava de'Tirreni, passando per Sorrento. Alessandro Gargiulo racconta la sua esperienza a Santa Maria

Italia, Napoli. Chi nasce qui, o nei dintorni, cresce con il mito di Diego Armando Maradona, perché lì e in Argentina, precisamente a Buenos Aires, pronunciare quel nome significa invocare una divinità. Alessandro Gargiulo è di puro sangue partenopeo, ma essendo cresciuto con la mentalità di chi deve difendere la porta e non attaccarla, si è imposto come difensore centrale sin dai primi passi.

Giovanili di Avellino e Casertana, e una piccola parentesi in Emilia, sempre in ambito giovanile, del Santarcangelo. Poi l’inizio della carriera partita da Aversa per poi proseguire con le maglie di Paganese, Cavese, Bitonto, Sorrento e infine Polisportiva Santa Maria.

Suo fratello Mario è noto per le sue numerose presenze in Serie B, in particolare quest’anno con il Lecce, squadra che ha forti possibilità di ritornare nella massima serie. Mario e Alessandro Gargiulo è solo una delle tante coppie di fratelli calciatori che il calcio italiano ha conosciuto: dai Lucarelli agli Inzaghi, passando per Franco e Giuseppe Baresi e, per restare in ambito partenopeo, Roberto e Lorenzo Insigne con i Cannavaro sullo sfondo.

In esclusiva per SerieD24, Alessandro Gargiulo ci racconta la sua avventura a Santa Maria. “Qui a Castellabate mi sono trovato subito bene. I miei compagni e la società mi hanno accolto benissimo e mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Il mister e la dirigenza sin dal primo istante hanno riposto fiducia in me e spero di esserne stato all’altezza delle loro aspettative”.

Il trasferimento nel Cilento

Un trasferimento nato grazie a un dirigente che ha sempre creduto in lui e nelle sue potenzialità: “Questo trasferimento è nato grazie al direttore Amodio che danni crede in me e nelle mie capacità. Mi ha coinvolto nel progetto di questa società che vuol ambire a qualcosa di importante”.

Il suo idolo

Il suo idolo è una leggenda del Real Madrid, oggi in forza al PSG: “Il difensore al quale mi ispiro è Sergio Ramos, per il suo modo di impostare il gioco e di difendere con grande personalità. Anche se viene criticato da molti per il suo eccesso di foga, per me resta il difensore da prendere come esempio”.

Innamorato del calcio grazie anche a suo papà

L’amore per il calcio si coltiva già da bambini. “La mia passione per il calcio è nata grazie a mio padre che l’ha trasmessa sia a me che a mio fratello. E’ una cosa che ci accomuna e ci lega in modo particolare. Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni, e da lì la passione e l’amore che ho verso questo sport aumentava sempre di più”.

Prima tappa: Pagani

L’arrivo a Pagani e l’esordio in Serie C: “Sono arrivato alla Paganese dopo aver fatto un campionato in Serie D sotto età. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista, sia a livello calcistico che personale perché mi ha permesso di confrontarmi con giocatori di esperienza superiore alla mia, e questo mi ha portato a fare sempre meglio. L’esordio in Serie C è stato un’emozione indescrivibile e spero che ritornerò presto a giocare in quella categoria”.

La parentesi poco fortunata alla Cavese

Da Pagani a Cava de’Tirreni la distanza è minima. “Dopo la Paganese è arrivata la chiamata della Cavese che però è durata poco tempo. Dopo aver fatto il ritiro con loro sono andato in prestito al Bitonto per un anno. In Puglia mi sono trovato benissimo, facevo parte di una famiglia e alla fine avevamo vinto anche il campionato”.

I bei momenti di Sorrento

Tappa a Sorrento, lì dove Alessandro Gargiulo è ancora in contatto con i suoi ex compagni di squadra. “A Sorrento mi sono trovato benissimo sin da subito. Abbiamo ottenuto diversi risultati, anche se gli obiettivi di inizio campionato erano altri e purtroppo non siamo riusciti a centrarli. Ho legato tantissimo con i miei compagni di squadra e infatti con alcuni mi sento tutt’oggi”.

Avere un fratello che milita in Serie B è solo un motivo d’orgoglio

Suo fratello Mario gioca in B con il Lecce, ma quella chiamata è frutto di tanti sacrifici. “Ho sempre preso come esempio mio fratello perché a 14 anni ha avuto il coraggio di trasferirsi in un’altra città lontano dalla mia famiglia per inseguire il suo sogno. L’arrivo a Lecce per mio fratello è una tappa importantissima per la sua carriera, ma è anche il frutto di tutti i sacrifici fatti finora. Ho sempre supportato mio fratello anche quando era in Serie C, e lo farò anche se dovesse arrivare in Serie A. Sono molto orgoglioso di lui. Ogni tanto capita che immaginiamo di giocare un giorno l’uno contro l’altro e ci scambiamo qualche battuta sul fatto che io non lo facessi segnare visto che è un centrocampista con il vizio del gol. Spero anch’io di segnare più spesso”.

Gli obiettivi di presente e futuro

Obiettivo attuale la Polisportiva, con uno sguardo alle categorie superiori: “In questo momento penso al campionato che sto facendo e di fare sempre meglio di partita in partita. Ovviamente per un calciatore il suo obiettivo è quello di giocare sempre in categorie superiori, e mi auguro che questo accada il più presto possibile”.

A cura di Gerardo Guariglia