Nardò, De Sanzo su Sall: “È un talento puro. Appena tocca il pallone, gli brillano gli occhi”

De Sanzo - Ndiaga Sall - Instagram Nardò
L’intervista ai nostri microfoni di Fabio De Sanzo: l’allenatore granata ha parlato del suo percorso al Nardò, e del gioiello classe 2009, Ndiaga Sall.
Dopo un inizio di stagione ricco di alti e bassi, il Nardò è alla ricerca della sua vera identità. Solo cinque i punti conquistati dopo sole sei giornate dall’inizio del campionato, con la squadra di De Sanzo che prova a guardare avanti con fiducia: il pareggio di Fasano ha dato un segnale, ma l’allenatore calabrese sa bene che la strada è ancora lunga.
Alla seconda stagione sulla panchina granata, l’allenatore si è espresso così ai nostri microfoni, sul suo Nardò: “Con la società ho un ottimo rapporto, quando mi hanno proposto di rimanere l’ho fatto volentieri, con orgoglio e passione. È vero, l’inizio non è stato dei migliori, ma il calcio è fatto di cicli: i momenti difficili passano, bisogna solo continuare a lavorare”.
Fabio De Sanzo in un anno e mezzo ha cercato di portare un’identità solida, lavorando sull’equilibrio e sui singoli calciatori, ma ammette che manchi ancora qualcosa: “Questa squadra deve trovare un’identità ben precisa. Stiamo lavorando per migliorare la condizione, la cattiveria e la mentalità. Abbiamo tanti giocatori di esperienza, dobbiamo solo credere di più in noi stessi. I risultati arriveranno se ci sarà convinzione”.
Da quest’anno però, De Sanzo può contare su un’arma in più. Il suo nome è Ndiaga Sall, attaccante classe 2009 che in questo inizio di stagione sta facendo brillare gli occhi ai tifosi granata. Il ragazzo arriva in Italia dal Senegal precisamente un anno fa, dopo 15 giorni passati su un gommone in mare aperto. Parliamo di fatto di un rifugiato politico, arrivato senza documenti, e di conseguenza non può essere tesserato in categorie professionistiche.
Diverse le squadre, anche di Serie A, che nell’ultimo anno hanno provato ad attenzionare da vicino il giocatore, ma che per questi motivi hanno dovuto farsi da parte, permettendo a Sall di crescere in Salento, al Nardò, nel club di De Sanzo alle prese con il girone H, uno dei più competitivi di tutta la categoria, ma che come vedremo di seguito, l’attaccante sta riuscendo a reggere.
Nardò, De Sanzo su Ndiaga Sall: “Quando gli dai un pallone, gli brillano gli occhi”
Sono poche le squadre che scelgono spontaneamente di schierare e far girare l’intera formazione intorno agli under, ma l’allenatore granata, Fabio De Sanzo ha avuto ben poche esitazioni su Ndiaga Sall: “All’inizio un po’ di esitazione c’è sempre, parliamo di un ragazzo di sedici anni in un campionato duro come il nostro. Però l’ho visto in allenamento, poi in partita: reggeva l’urto, aveva personalità. E allora l’ho buttato dentro. Se diciamo di voler far giocare i giovani, quando ne trovi uno così devi farlo davvero”.
Come anticipato prima, Ndiaga Sall arriva in Italia solamente a quattordici anni, senza genitori. De Sanzo ricorda così le prime parole del classe 2009: “La prima cosa che mi ha detto è stata: “Io sono venuto in Italia solo per giocare a calcio.” Quando senti parole così da un ragazzo che ha affrontato un viaggio di quindici giorni su un gommone, capisci che ha qualcosa in più. Ha fame, voglia di fare sacrifici, e questo si vede ogni giorno”.
L’allenatore granata ha proseguito così: “È un bambino, con la timidezza e i vizi della sua età, ma dentro ha un’esperienza che pochi possono immaginare. È arrivato da solo, senza famiglia, e questa cosa lo ha fatto crescere in fretta. Quando gli dai un pallone, gli brillano gli occhi“.

Nardò, De Sanzo su Ndiaga Sall: “Il nuovo Yamal? Deve solo pensare a divertirsi”
Per chi si chiedesse come abbia fatto un ragazzo di soli sedici anni ad aggregarsi così in fretta nei meccanismi di squadra e nello spogliatoio granata, ce lo spiega Fabio De Sanzo: “I compagni lo coccolano, lo staff e la città lo proteggono. È un ragazzo solare, che ascolta e si impegna. A livello offensivo gli lascio molta libertà: gli dico sempre di divertirsi, di non pensare a nulla e di giocare sereno. Deve solo restare umile, come quando è arrivato”.
Il nuovo Lamine Yamal? L’allenatore è granata risponde così: “Niente etichette, nessun “nuovo Yamal”. Ndiaga deve solo pensare a crescere e a godersi il calcio. Ha già vissuto tanto, deve stare tranquillo e circondarsi di persone positive. In questo ambiente è un attimo perdersi“.