Home » Cuore, identità e continuità: l’Atletico Ascoli manda un segnale al girone F

Cuore, identità e continuità: l’Atletico Ascoli manda un segnale al girone F

Atletico Ascoli

Credit: Pagina ufficiale Atletico Ascoli, Simone Fanini DJ

La squadra di Seccardini mette fine all’imbattibilità del Teramo e illumina il suo momento d’oro

C’è un filo invisibile che lega le ultime domeniche dell’Atletico Ascoli: è fatto di fiducia, sacrificio e di quella consapevolezza che nasce solo quando una squadra inizia davvero a credere in se stessa. Settimana dopo settimana, i bianconeri hanno costruito un periodo speciale, fatto di prestazioni solide e risultati pesanti, fino ad arrivare alla domenica perfetta contro il Teramo, ancora imbattuto fino a quel momento nel girone F, caduto sotto i colpi di una squadra ormai matura e sicura dei propri mezzi.

Decisive le reti di Fausto Coppola e Manél Minicucci, che indirizzano il match e rendono vano il rigore trasformato nel finale da Fall per gli abruzzesi. Una prestazione attenta in ogni reparto, con l’Atletico Ascoli capace di controllare i ritmi e colpire nei momenti chiave della partita, spezzando così l’imbattibilità del Teramo.

Il successo contro una delle formazioni più accreditate del campionato allunga a sei la striscia di risultati utili consecutivi, iniziata dall’undicesima giornata dopo la sconfitta per 3-1 contro la Maceratese. Un cammino fatto di continuità e risultati di spessore, impreziosito da vittorie importanti come il 4-0 sul campo del Sora e il combattuto 3-2 contro la Sammaurese.

Numeri alla mano, il percorso dell’Atletico Ascoli è più che positivo: sesto posto in classifica con 29 punti, frutto di 17 partite giocate, 8 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte, con 31 gol realizzati e 18 subiti. Dati che certificano l’equilibrio e l’efficacia di una squadra cresciuta giornata dopo giornata.

Atletico Ascoli
Credit: Pagina ufficiale Atletico Ascoli

Una maglia, 150 volte: Vecchiarello e la forza del gruppo dell’Atletico Ascoli

La vera arma dell’Atletico Ascoli, però, non è mai stata il singolo, bensì la forza del gruppo. Un collettivo che si muove all’unisono, dove ogni interprete sa quando sacrificarsi e quando prendersi la scena. Contro il Teramo questa identità è emersa con forza, anche attraverso il valore simbolico rappresentato da Alejo Vecchiarello, capitano di giornata, che ha tagliato il prestigioso traguardo delle 150 presenze in maglia bianconera. Un numero che racconta appartenenza, fedeltà e storia, suggellato dalle sue parole cariche di emozione: «Ringrazio la società, senza di lei non avrei mai vissuto momenti così unici».

All’interno di questo mosaico collettivo trovano spazio anche i numeri, che parlano di un attacco distribuito e di responsabilità condivise. Francesco Maio guida la classifica marcatori con 4 reti, ma alle sue spalle cresce un blocco compatto e decisivo composto da Fausto Coppola, Lorenzo Didio, Manél Minicucci e Mattia Sardo, tutti a quota 3. Un equilibrio che rende l’Atletico Ascoli imprevedibile e pericoloso. A fare da collante c’è il capitano Matteo D’Alessandro, autentico riferimento dentro e fuori dal campo, leader silenzioso ma costante, capace di tenere unito il gruppo nei momenti chiave della stagione.

Atletico Ascoli
Credit: Pagina ufficiale Atletico Ascoli

Dondoni a bordocampo: l’ex bandiera sempre vicina all’Atletico Ascoli

A rendere ancora più speciale la serata c’era anche la presenza di Niccolò Dondoni, ex bandiera dell’Atletico Ascoli, che ha salutato il calcio giocato lo scorso giugno ma non ha mai davvero lasciato questo gruppo. Il difensore era a bordocampo, vicino alla squadra, testimone silenzioso di una vittoria che sente ancora sua. Il legame con il club e con i compagni è rimasto intatto: Dondoni continua a essere un punto di riferimento per lo spogliatoio, una figura rispettata e ascoltata, capace di trasmettere valori ed equilibrio anche senza scendere in campo.

La carriera di Niccolò Dondoni è il racconto di un percorso solido e ricco di esperienze. Cresciuto nei settori giovanili di Porto d’Ascoli e Sambenedettese, approda poi nella Primavera del Varese, prima di affacciarsi al calcio professionistico. Esordisce in Serie B con Novara e Varese, quindi vive diverse stagioni in Lega Pro con Pistoiese e Albinoleffe. In Serie D diventa protagonista con la Clodiense e soprattutto con l’Avellino, con cui conquista campionato e tricolore. Dopo uno stop per problemi di salute, riparte da Foligno e prosegue il suo cammino tra Chieti, Porto d’Ascoli, Alcione Milano e Baveno, prima di chiudere la carriera lasciando un segno profondo anche all’Atletico Ascoli.