5 Novembre 2021

Da Ascea allo Juventus Stadium: Angelo D’Angelo, capitano sognatore

Angelo D'Angelo si racconta: "Solo la traversa ci negò la Serie A. Contro la Juventus.."

Angelo D'Angelo

Cilentano, originario della piccola ma suggestiva Ascea Marina, conosciuta per il suo splendido mare e le sue spiagge dorate. Angelo D’Angelo si racconta. Primi passi nella Pro Velia, squadra del suo paese, poi giovanili del Cosenza fino al 2003. Dopo una lunga militanza in Serie D con le maglie di Voghera, Reno Centese, Gelbison e Turris, con un paio di presenze in Serie C1 con la SPAL, nel novembre 2009 passa all’Avellino ancora in Serie D. Ed è proprio in Irpinia che la carriera di D’Angelo spalanca le ali: da protagonista compie la cavalcata, in quattro stagioni, dalla Serie D alla Serie B. Nell’agosto 2018, dopo l’esclusione dalla B dell’Avellino, si trasferisce in C alla Casertana. In due anni mette insieme 51 presenze e 11 gol in tutto. Dopo alcuni problemi societari, rescinde il contratto per approdare, poi, a Cava per vestire la maglia della Cavese.

Obiettivo ritornare in Serie C

“Siamo una squadra completamente nuova – ha dichiarato il centrocampista -. A livello tecnico non ci conoscevamo, e avevamo bisogno di un pò di tempo. Nessuno ci aspetta. Speravamo di stare in alto. Siamo a 3 punti dalla vetta, finora il bicchiere è mezzo pieno, ma è normale che l’obiettivo di tutti è quello di vincere il campionato senza sé e senza senza nasconderci. Faremo di tutto per arrivarci”.

Fortino difesa, ma sorride anche l’attacco. I numeri, alle volte, non bastano..

“E’ un ottimo bottino per quanto riguarda i numeri, ma ancora non basta. Dobbiamo dare ancora di più perché l’obiettivo è vincere. Col tempo cercheremo di recuperare tutti gli uomini, perché abbiamo una rosa super valida con giocatori di categoria che hanno vinto tantissimi campionati. Dobbiamo crescere sotto ogni aspetto, perché in questo campionato nessuno ci aspetta e non possiamo sbagliare”.

A 36 anni non c’è tempo per smettere di non migliorarsi

“La mia storia dice che ho una media di 5 gol all’anno, con anche qualche assist – ha evidenziato D’Angelo -. Vorrei non solo portare a questa Cavese la mia esperienza, ma dare una mano anche a livello numerico”.

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Per vincere in questi campionati non serve solo il fioretto

“Sono tutti campionati duri – prosegue l’ex Avellino -. Per vincere le partite, oltre al tasso tecnico, è importante anche l’agonismo con il quale affronti le gare, perché ci sono squadre e campi dove non ti fanno giocare, e bisogna posare il fioretto per munirsi di sciabola alla ricerca a di punti con la cattiveria giusta. Il campionato più duro è senza ombra di dubbio la Serie B. Tasso tecnico importante, non puoi tralasciare nessun dettaglio dal lunedì al sabato perché ci sono giocatori validi sia tecnicamente che tatticamente. Devi stare bene in campo, fisicamente e mentalmente, perché ci sono tanti giovani molto validi capaci di metterti in difficoltà. Quando ero in B, i ventenni che oggi militano in grandi piazze, sono gli stessi con la quale ho giocato contro. Avevano già grandi qualità”.

Tanti chilometri, tanti ricordi. Uno in particolare indimenticabile

“A 36 anni ho fatto tanti chilometri – ha proseguito D’Angelo -. Il ricordo più bello è sicuramente quello ad Avellino. Una cavalcata dalla D alla B. E’ stata una grande soddisfazione. E’ sicuramente questo il punto più alto della mia carriera, dove ho fatto il mio salto di qualità. Qui ho dato tutto e trasmesso tutto, e allo stesso tempo sono stato ricompensato dall’affetto della piazza. E’ normale che ci sono stati momenti duri, perché essere capitano ad Avellino per tanti anni è una grossa responsabilità. Però è stato fantastico, e sul campo abbiamo sempre raggiunto il nostro obiettivo sfiorando anche la Serie A per centimetri con quella famosa traversa di Castaldo col Bologna. Tracciando una linea, il momento più bello è stato l’ottavo di Coppa Italia allo Juventus Stadium. Lì è stato fantastico dal punto di vista emotivo, con tanti tifosi che ci hanno seguito e sostenuto. Juventus-Avellino è stata sicuramente la partita più bella, ed auguro a tutti di poter vivere un emozione così.”

Conclusioni, con tanta voglia di ritornare al 100%

“Spero di dare il mio apporto alla Cavese – sottolinea D’Angelo -. Ci tengo ad evidenziarlo perché purtroppo quest’anno con la non iscrizione della Sambenedettese non ho fatto la preparazione. Mi sto portando dietro un problema al ginocchio che pian piano sto risolvendo. Sto cercando di stringere i denti anche grazie ai medici che qui a Cava sono straordinari. Spero presto di ritornare in campo e dare il 100% per ripagare la tanta fiducia che mi è stata data dalla società”.