Sulle orme di papà, Mattia Lombardo: “Sampdoria nel cuore, ora sogno la Serie C con il Tau”
Mattia Lombardo in azione con la maglia del Tau / Credit: Tau Altopascio
Mattia Lombardo, figlio d’arte ora protagonista con il Tau, si è raccontato ai microfoni di SerieD24.com: dalla famiglia ai nuovi obiettivi.
“Vai, ora tocca a te”. Un passaggio di consegne, simbolico e quasi naturale, o più semplicemente un nuovo capitolo di una storia infinita. Mattia Lombardo oggi gioca in Serie D con la maglia del Tau, ambizioso club toscano del girone E, ma il legame con il calcio ha origini ben più profonde. E indicano la strada di casa, sulle orme di papà Attilio: “La mia passione è nata in modo quasi naturale. Ho seguito il percorso di papà, questo sport è stato come un primo amore per me. Le qualità per affermarmi le ho sempre avute, altrimenti avrei intrapreso un’altra strada”, dichiara il centrocampista ai microfoni di SerieD24.com.
I primi ricordi, quindi, portano a Genova, precisamente sponda Sampdoria: “È la mia squadra del cuore, aver indossato quella maglia è stata una bella emozione. Ho pochi ricordi di papà da calciatore, ero piccolo, se non il passaggio alla Lazio o gli ultimi momenti della carriera con la Samp”.
Un legame indissolubile quello tra la famiglia Lombardo e i colori blucerchiati, rinnovato il 13 aprile 2014: “Non dimenticherò mai quel giorno, esordire al Ferraris è stato davvero incredibile. L’avversario era l’Inter, fu la giusta ricompensa dopo le ottime cose che avevo fatto intravedere con la Primavera. Ero totalmente in trance agonistica, a un certo punto ho quasi pensato di essere da solo in campo. Per me era un passo importante, un altro Lombardo che esordiva con quella squadra”.
Una palla, un sogno, e una figura speciale: Sinisa Mihajlovic. “Quel giorno era squalificato, in panchina c’era il suo vice Sakic, erano come fratelli. Quello che si dice su di lui è assolutamente vero, era una persona diretta e sincera, un motivatore incredibile. Non dimenticherò mai i suoi discorsi pre-partita, sempre ricchi di aneddoti o citazioni. Sinisa era una persona di grande valore“. Il lungo filo rosso con il mondo Samp, però, riporta alla mente di Mattia anche un altro ricordo importante, quello di Gianluca Vialli: “Era un amico della nostra famiglia, papà mi ha sempre detto che era un grande motivatore. Ci ha lasciato tanti insegnamenti di vita, è giusto ricordarlo non solo come calciatore ma soprattutto per la persona che è stata”.
Lombardo: “Il mio cognome non è mai stato un peso. A Lucca impresa indelebile”
Un cognome portato con orgoglio, accompagnato dalla voglia di provare a ritagliarsi uno spazio tutto nuovo nel mondo del calcio. Cadute, ripartenze, ma soprattutto tanta forza: “Papà non ha mai interferito nelle mie scelte, mi ha sempre osservato da lontano. Io sono soddisfatto del mio percorso, continuo ad avere una grande ambizione. Non mi è mai pesato portare questo cognome, un calciatore deve dimostrare sul campo quanto vale. I numeri che ho accumulato durante questi anni sono frutto del lavoro quotidiano”. A testa alta, senza nessuno sconto, provando comunque a lasciare un segno.
Riavvolgendo il nastro dei ricordi la mente torna, dunque, alla stagione 2018/2019, quando Mattia scrivere una pagina indelebile della storia della Lucchese. Una salvezza quasi impossibile, in mezzo al caos societario, conquistata durante il play-out con il Bisceglie: “Siamo andati avanti in totale autogestione, ci lavavamo il materiale da soli e tagliavamo anche l’erba allo stadio. E le trasferte erano sempre una vera odissea. A fine gennaio ci fu un confronto tra noi calciatori e lo staff, decidemmo di andare avanti. In quel momento nacque la nostra impresa”. Un’avventura bella e folle, condivisa con un giovanissimo Matteo Gabbia: “Ora io sono papà e lui marito (ride, ndr). Ogni tanto ci sentiamo, capita di tornare a quei momenti. Eravamo giovani e con tanta voglia di emergere, durante quel campionato si è creata una bella unione con tutta la squadra. Ce la portiamo ancora dietro”.

“Ad Altopascio ho trovato una società seria”
L’impresa di Lucca, tuttavia, non si trasforma subito in una nuova opportunità: “È uno dei miei rimpianti. Avevo 23 anni ed era stata la mia stagione migliore, invece ho faticato a trovare squadra. Il calcio avrebbe potuto restituirmi qualcosa. Mi sono rimboccato le maniche e sono ripartito da Siena, prima di un nuovo stop a causa del COVID”.
Il presente, intanto, lo vede protagonista con il Tau, attualmente secondo in classifica nel girone E di Serie D: “Ho trovato una società seria, capace di stabilizzarsi in questa categoria attraverso la progettualità. C’è una grande organizzazione, questo è il segreto dietro i risultati degli ultimi anni. La speranza è quella di arrivare tra i professionisti, ma senza fretta. Questo club può essere un modello anche a livello di settore giovanile”.
Oggi il centrocampista classe 1995 vive a Lucca, a pochi chilometri da Altopascio, con la sua compagna e suo figlio Pietro, ma le passioni sono rimaste praticamente intatte. Dal trekking alla Formula 1, fino alla passione per i funghi tramandata dal nonno: “Sì, sono sempre le stesse (ride, ndr). Anche se i miei ritmi adesso sono un po’ cambiati”. Semplicità e ambizione: ingredienti fondamentali per chi, come Mattia, non ha mai smesso di sognare.
