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Pergolizzi: “Ho allenato nelle piazze più calde. Oggi è fondamentale credere nei giovani”

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La nostra intervista a Rosario Pergolizzi, allenatore di grande esperienza in Serie D, che ci racconta cosa serva oggi alla categoria

Vicino a tornare in panchina con la chiamata del Giulianova, Rosario Pergolizzi si è raccontato ai microfoni di SerieD24 per spiegare la sua visione e le sue idee di calcio.

L’allenatore siciliano non ha problemi a subentrare in una squadra a stagione già iniziata: “Come tutti gli allenatori mi è capitato di cominciare da inizio stagione ma so anche entrare a stagione in corso come a Palermo, a Reggio e a Campobasso. Sarebbe stato bello ripartire subito ma ci deve essere comunque un’opportunità per partire bene e un bel rapporto con la società”.

Per lui non sono mancate le emozioni in piazze importanti e con grandi pressioni: “Voglio tornare in silenzio, sono di poche parole ma molto rispettoso. Ho allenato in piazze calde e le esperienze in queste piazze sono state ricche di pressioni con la voglia di vincere per forza, questo è un bagaglio unico”.

“Un allenatore porta cambiamento ma arriva soprattutto se c’è un rapporto con la società e con i giocatori. Non cambia nulla allenare da giugno o subentrare in corsa, comunque è vero che le società fanno le squadre con un criterio e quindi può essere sufficiente lavorare sulla testa e portare solo alcuni accorgimenti”, spiega l’ex Campobasso in merito a quello che serve a un allenatore per subentrare nel modo corretto in un nuovo gruppo di giocatori.

Pergolizzi pronto a tornare: “Chi fa questo mestiere lo fa per passione”

Per un allenatore spesso è importante sapersi adeguare a diversi stili di gioco e tipologie di squadre riuscendo a dare un contributo in tutti i gironi di Serie D da nord a sud. Pergolizzi sa come si fa e la sua carriera ne è un chiaro esempio come sottolinea lui stesso: “La mia carriera da giocatore e allenatore mi ha portato ovunque tra nord, centro e sud. Chi fa questo mestiere lo fa per passione e io ho una famiglia che è abituata a viaggiare, non mi conta una città in particolare ma solo la serietà della città e la volontà di creare qualcosa per portare le mie esperienze traendo il massimo da tutti i giocatori e la società per pensare in modo unito”.

“Spesso dove ho giocato sono poi anche tornato ad allenare. Da professionista è importante perché significa che qualcosa ho lasciato. Di allenatori bravi ce ne sono molti ma conta anche il rapporto umano. “Io cerco un obiettivo che è dare il massimo col lavoro e fare dei sacrifici necessari. Voglio allenare, ho fatto il professionista da quasi 40 anni tra calciatore e allenatore e voglio dare il massimo anche per la città e i tifosi: gli allenatori e i calciatori passano ma loro no”, evidenzia l’allenatore vicino alla firma col Giulianova.

Reggina Pergolizzi

Il consiglio alle società: “Serve far crescere i giovani dando loro i giusti stimoli”

Infine, Pergolizzi commenta positivamente l’idea che un club può avere sull’investire nei giovani e di fare con loro un percorso di crescita ben preciso per arrivare a dare una formazione completa a ciascuna ragazzo. In tal senso le sue esperienze pregresse sono state decisive: “I giovani per me sono fondamentali, ho vinto uno scudetto giovanile a Palermo giocando contro Juve, Inter e Milan. Al giorno d’oggi sono fondamentali i giovani e le seconde squadre sono un ottimo esempio. Io penso che di giovani validi in Serie C e D ce ne sono molti. La mia fortuna è di aver fatto molto settore giovanile, questo mi aiuta a fortificare i giovani di oggi che, avendo tutto, necessitano di altri stimoli”.

Nel suo curriculum, l’allenatore siciliano vanta il lavoro con tanti calciatori importanti che hanno imparato molto da lui nel settore giovanile e che sono arrivati a giocare ai massimi livelli in Serie A oppure in Champions League: “Per me è una soddisfazione aver potuto lanciare tanti giovani che ora sono in Serie A, penso a Viti, Fontanarosa, Asllani, Baldanzi, Fazzini. A Palermo sono passati altri come Terranova, Cavani, Acquah, Hernandez e Sirigu, che sono tutti giocatori partiti dal settore giovanile e non so quante plusvalenze abbia fatto in 5 anni il Palermo. Questi risultati che conseguono i ragazzi mi ripagano di tutto. Il calcio non è una scienza esatta ma per me è fondamentale lasciare qualcosa col lavoro”.