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Claudio Ranieri, il Sir partito da Lamezia e Pozzuoli

Termina dopo quasi quarant’anni la carriera da allenatore di Claudio Ranieri, un’avventura iniziata tra Vigor Lamezia e Puteolana

Domenica all'”Olimpico Grande Torino“, Claudio Ranieri si è seduto per l’ultima volta in panchina a guidare una squadra: sembrava esser giunta la fine già un anno fa, ma alla chiamata della sua Roma, Sir Claudio ha risposto presente e l’ha fatta rialzare dopo un avvio complicatissimo.

Un condottiero, sempre amato e rispettato da tutti per i modi gentili, quasi signorili che l’hanno contraddistinto, e non solo in Italia: se adesso è chiamato Sir è perché si è fatto apprezzare anche oltremanica, dove ha centrato una storica impresa alla guida del piccolo Leicester, con cui ha alzato la Premier League.

Eppure Ranieri, una volta appesi gli scarpini al chiodo, non era convinto di voler intraprendere la carriera da allenatore, ma, nel 1986, una chiamata cambiò il suo destino: Gianni Di Marzio, suo allenatore ai tempi del Catanzaro e del Catania, chiamò il presidente della Vigor Lamezia e gli disse di prendere l’allenatore romano, che, come racconta Gianluca Di Marzio: “tra una soppressata e un bicchiere di vino si convinse“.

Fu proprio dalla Vigor Lamezia che iniziò la lunga carriera di Ranieri, che dalla squadra calabrese passò poi alla Puteolana, dove si fece notare in Serie C in una partita contro il Cagliari, un match che svoltò il suo futuro in panchina.

I mesi alla Vigor Lamezia

A raccontare di Ranieri a Lamezia, tra gli altri, è stato, al “The Guardian“, Fabio Fraschetti, libero di quella squadra che vinse il girone I dell’allora campionato Interregionale. Lo ha descritto come un innovatore: aveva portato la marcatura a uomo, poco utilizzata allora.

Già all’epoca, Sir Claudio era un uomo di principi, che parlava guardando negli occhi i propri calciatori. Fu proprio a causa di ciò, secondo la testimonianza di Fraschetti, che Ranieri decise di lasciare la Vigor dopo appena sei mesi: nonostante il primo posto in classifica e la squadra ancora imbattuta, l’allenatore se ne andò per via dei complicati rapporti con il gruppo napoletano presente nello spogliatoio, con cui si scatenarono momenti di tensione, poiché lui pensava che altri più di loro meritassero di giocare.

La Puteolana e quel match che ha cambiato la vita a Ranieri

Dopo l’esperienza alla Vigor Lamezia, passò alla Puteolana, in Serie C. In quegli anni, nella terza serie c’era quel Cagliari che solo diciassette anni prima era diventato campione d’Italia, per poi decadere. Quando arrivarono i rossoblù a Pozzuoli, racconta lo stesso Ranieri, come si legge su BlogCagliariCalcio.net, iniziarono a riscaldarsi su una parte di campo appena seminata, destando la preoccupazione dell’assessore allo sport, rassicurato da Ranieri, che gli disse: “Non li mandare via! Stanno dormendo e non si accorgono. Si riscaldano sull’erba e poi sulla terra battuta non riescono a giocare“. Così la squadra di ragazzini allenata da Ranieri vinse contro il Cagliari strafavorito.

Furono quelle parole rivolte all’assessore, che portarono l’allenatore romano a Cagliari: l’estate dopo i rossoblù cercavano una guida per la panchina e presidente Orrù e il direttore Longo si ricordarono di ciò che aveva detto Ranieri la stagione precedente e decisero di telefonarlo. Col Cagliari, Ranieri vinse la Serie C e la Serie B, salvò la squadra in Serie A e quell’esperienza fu il trampolino di lancio per lui e per la gloriosa carriera che oggi fanno di lui uno degli allenatori più benvoluti del calcio italiano.