Nicolò Pollini: (Credits Photo: Levico Terme/Bar Sport Italia)
Il difensore centrale a SerieD24.com: “Radu mi ha aiutato tantissimo. La Serie D, in questo momento, è la mia categoria”
Classe 2003, difensore duttile e con un passato importante nel settore giovanile della Lazio. Nicolò Pollini, dopo aver sfiorato la convocazione con la prima squadra biancoceleste e aver conosciuto la Serie D in prima persona, oggi è senza squadra. Ma con le idee chiare e una voglia enorme di tornare protagonista.
“Sono un ‘braccetto’ ma posso anche giocare sulla corsia laterale in un 3-5-2. Gli allenamenti con Sarri? Di un’intensità unica…”. dice ai microfoni di SerieD24.com. Ma su quelli torneremo tra poco.
Il suo percorso inizia nel Football Club, prima del grande salto alla Lazio, dove rimane per otto anni, sei dei quali con la fascia da capitano. “Un’esperienza formativa sotto tutti i punti di vista – dice Pollini – . Il sogno della prima squadra? Era a un passo”. Ma andiamo per gradi. Aprile 2022, pochi giorni a Lazio-Milan. “Hysaj e Marusic non erano nella miglior condizione fisica. Iniziava a girare la voce che potessi essere convocato. Ci ho creduto, avevo anche la tuta di rappresentanza pronta” dice scherzando.
Lo stadio Olimpico con la prima squadra, Pollini, purtroppo non lo calca. E pochi mesi più tardi arriva l’addio. “Nel 2022/23 riparto dall’Arzignano, in Serie C, che poco dopo mi gira in prestito al Levico Terme”. Al termine della stagione non arriva il riscatto, e in estate alcuni problemi ne rallentano la continuità.
A febbraio sceglie la Rondinella Marzocco, a Firenze: un’esperienza breve ma intensa, conclusa con una salvezza all’ultima giornata. “Un ambiente stupendo, sono ancora molto legato alla società e ai ragazzi”, ammette.
L’anno successivo arriva la Serie D con lo United Riccione. “Un’altra esperienza molto formativa“. Qui Pollini trova continuità e spazio: gioca praticamente sempre, adattandosi a più ruoli – centrale, braccetto, terzino o quinto a centrocampo. Oggi, dopo alcune proposte dall’Eccellenza, la sua idea è chiara: “La Serie D, in questo momento, è la mia categoria. Sono pronto a sposare un progetto che possa darmi fiducia”.
Il calcio è il quotidiano. Ma parallelo allo studio. “Ho conseguito la laurea triennale e sto terminando la magistrale. Non ho mai mollato, che si parli di calcio o università, perché sono fatto così. Io e la mia famiglia abbiamo fatto tanti sacrifici”.
Oggi Pollini si allena sei giorni su sette, tra campo e palestra, seguito da un preparatore e da un amico che lo aiutano a restare pronto. L’obiettivo è farsi trovare al momento giusto, con testa, gambe e cuore allineati. Il sogno resta grande, forse il più grande di tutti: “Vorrei vincere un Mondiale con la Nazionale”. Intanto, però, Nicolò guarda al presente, con umiltà e determinazione. Per Ripartire. Per rilanciarsi. E dimostrare ancora una volta di meritare il campo.