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Luigi Panarelli: “Sono un allenatore ambizioso e sogno il ritorno al professionismo”

C’è chi allena per restare in gioco, e chi lo fa per lasciare un’impronta. Luigi Panarelli appartiene a questa seconda razza. Allenatore meticoloso, uomo di spessore, uno che nei momenti più difficili riesce a ricostruire non solo le squadre, ma anche la fiducia di chi gli sta intorno.

Dopo l’esperienza alla guida dell’Igea Virtus, Panarelli è pronto per una nuova sfida. Ma non una qualsiasi. “Ho voglia di allenare – dice -. Cerco un progetto importante, serio, con obiettivi chiari. Ho fatto il mio percorso, ora sento di essere pronto per tornare in Serie C.”

Il lavoro fatto a Barcellona Pozzo di Gotto, d’altronde, parla da solo, un lavoro sempre condiviso con la società e che ha portato l’obiettivo della salvezza, seppur rimane l’amaro in bocca per i punti sottratti al gruppo di Panarelli a ridosso dei playoff. Una squadra presa in piena difficoltà, dentro la zona playout e con poche certezze, trasformata in un gruppo solido, che ha chiuso in crescendo. “Sono arrivato in una situazione complicata – racconta Panarelli. Il gruppo era formato da parecchi under. Io ed il mio staff, in condivisione con la società tutta, abbiamo dato una sterzata. Abbiamo mantenuto una bella striscia dal nostro arrivo, affrontando avversari fortissimi. Abbiamo ridato fiducia e identità alla squadra. E questo è ciò che mi porto dentro: la capacità di rimettere in piedi un gruppo, di farlo credere in sé stesso.”

Ma Igea è solo l’ultimo capitolo di un viaggio fatto di lavoro e ambizione. Panarelli ha guidato il Taranto, la Casertana, la Fidelis Andria, il Matera. Ovunque, ha cercato il risultato, ma anche il valore. “A Taranto siamo arrivati a 71 punti, a due giornate dalla fine potevamo ancora vincere il campionato, poi culminato con la finale playoff persa con il Cerignola. Con la Fidelis Andria siamo stati ripescati in Serie C, dopo un’ottima Serie D, dove poi la squadra si è salvata. A Matera invece abbiamo raggiunto un piazzamento ottimo per la società. Ho sempre lavorato, in ogni mia destinazione, per far rendere al massimo le squadre che ho avuto”.

Il futuro di Luigi Panarelli

E adesso? Luigi Panarelli aspetta. Ma non è attesa passiva: osserva, ascolta, valuta. Lo fa con la lucidità di chi ha costruito il proprio percorso con fatica e passione, e ora sa esattamente cosa vuole.
“Non alleno tanto per allenare. Voglio qualcosa che mi stimoli, che mi accenda. Il mio obiettivo è tornare in Serie C, in una piazza che abbia fame e programmazione. Allo stesso tempo, se ci fosse un progetto importante in Serie D, con l’ambizione di vincere, lo prenderei seriamente in considerazione. Voglio un contesto dove ci sia serietà, fiducia, ambizione. Un contesto dove si possa costruire.”

Panarelli non cerca riflettori, ma calcio vero. Vuole un progetto in cui credere, una squadra dove poter lasciare il segno, una casa calcistica da costruire e valorizzare.
E forse il momento è arrivato. Perché chi lavora con coerenza, umiltà e idee chiare, prima o poi trova la sua strada. E una cosa è certa: Luigi Panarelli sarà pronto.

Panarelli e il ritorno al Maradona: “Un’emozione doppia, da ex calciatore e da padre”

Luigi Panarelli non ha mai dimenticato cosa significhi indossare la maglia del Napoli. Un simbolo che va oltre il calcio, che diventa identità, passione, appartenenza.
“Per me è sempre speciale tornare al Maradona”, racconta con gli occhi di chi ha vissuto quell’azzurro sulla pelle. “È un’emozione doppia, perché ci torno da ex calciatore e da padre. Domani per Napoli-Cagliari sarò lì con mia figlia, che è nata a Taranto ma tifa Napoli: vivremo insieme una giornata che non dimenticheremo”.

È un frammento di passato che ritorna, ma con nuovi occhi e un nuovo significato. Un legame che resiste al tempo, che si trasmette, che si rinnova. Perché certe emozioni, quando nascono con il cuore, non finiscono mai.

Ambizione vincente

Luigi Panarelli non è un allenatore che si accontenta. Le sue parole trasudano quella fame autentica che appartiene solo a chi ha vissuto il calcio vero, quello fatto di sacrifici, passione e ambizione.
“La mia ambizione è quella di allenare per vincere un campionato” – dice senza giri di parole. Non un sogno vago, ma un obiettivo chiaro, scolpito nella sua mentalità sin da quando ha iniziato questo percorso. “Sono cresciuto con questa mentalità. Quando costruisco qualcosa, lo faccio per portarlo fino in fondo, per raggiungere il massimo”.

Non è solo desiderio: è visione, determinazione, identità professionale. Panarelli guarda alla Serie C con lo sguardo di chi sa di poterci stare, di chi vuole misurarsi non per compiacere se stesso, ma perché sente di avere qualcosa da dare, da costruire. Dal Taranto all’Igea Virtus, ogni tappa è stata una palestra di crescita, una sfida affrontata con il cuore. E in ogni progetto, Luigi Panarelli ha lasciato un’impronta: quella di un uomo che non si ferma mai alla superficie, che lavora per crescere, migliorarsi e vincere. Sempre.