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Prove di vita dopo un grande dolore, Molla Wague: “Il calcio mi ha deluso, serve un cambiamento”

Credit: Pagina Facebook Isola Capo Rizzuto

Credit: Pagina Facebook Isola Capo Rizzuto

L’ex difensore di Udinese, Leicester e Watford si è raccontato ai microfoni di SerieD24.com. 

“Sto bene dai, adesso sono a Parigi, a casa”, a parlare è Molla Wague, ex calciatore tra le altre di Udinese e Leicester. Si percepisce anche l’accenno di un sorriso timido, e sincero, di un uomo che avverte la necessità di raccontare la sua storia, di aprire le porte a un cambiamento. Ma riavvolgiamo un attimo il nastro.

Quanti di voi avranno visto al cinema il film US Palmese? Ecco, immaginate se la storia di Etienne Morville, che nella narrazione cinematografica è un talento francese in odore di Serie A alla ricerca di nuovi stimoli, prendesse vita anche nella realtà di tutti i giorni. Similitudini che è possibile riscontrare nell’ultima esperienza calcistica di Molla Wague, ripartito la scorsa estate dall’Eccellenza calabrese, per l’esattezza da Isola Capo Rizzuto. Un difensore che ha giocato in Serie A e Premier League tra i dilettanti? Tutto vero. Ed è così che entriamo nel cuore della vicenda.

Io amo il calcio a qualsiasi livello, la categoria per me conta poco. Per questo motivo ho deciso di intraprendere un’esperienza così. All’inizio, però, non era così convinto di partire, per un semplice motivo”. Arriviamo dunque al momento più difficile della vita di Molla: “Il 13 agosto è morto mio fratello -racconta-, ero completamente a terra. La sua perdita mi aveva devastato, lasciare la mia famiglia non era affatto semplice. Allo stesso tempo, i dirigenti dell’Isola Capo Rizzuto mi avevano parlato di un bel progetto e che la mia esperienza avrebbe aiutato la crescita di tutti”. 

“Molla, parti. Fallo per te stesso, per ricominciare e lasciarti alle spalle tutto questo dolore, mi ripetevano le persone a me care. Allora, dopo qualche momento di riflessione, ho deciso di accettare”. Due i fattori che, più di ogni altra cosa, hanno inciso sulla sua scelta: “Il ricordo di mio fratello e l’amore per il calcio. Quando ho pronunciato il mio ‘sì’ la società stentava quasi a crederci -rivela-, un calciatore con un passato come il mio che ripartiva dai dilettanti. I soldi non sono mai stati importanti per me, l’ho fatto perché volevo essere d’aiuto per i ragazzi. Non volevo avere rimorsi”. E allora Molla parte, da solo per la prima volta in carriera, e inizia la sua nuova avventura.

Molla Wague: “Sono ripartito dal basso per ritrovare me stesso”

“L’impatto con le strutture non mi ha impressionato più di tanto, si trattava pur sempre di una realtà dilettantistica”. E per Molla, alla fine, è stato un po’ come tornare alle origini. “Io sono partito dal basso, da quei campi, ho disputato tante partite in Africa e per me non è mai stato un fattore così importante. Volevo solo giocare a calcio, puntualizza l’ex Udinese. Ma come nasce l’idea di portare un’ex calciatore di Serie A in Eccellenza calabrese? “Tutto è partito da un procuratore, in quel momento c’era anche un’altra squadra francese interessata ma non era intenzionato ad accettare. Mio fratello era venuto a mancare da pochi giorni e avevo perso amore verso questo sport. Non ne volevo più sapere nulla”. 

Con l’Isola è stato diverso -sottolinea Molla-, ho pensato che mio fratello non avrebbe voluto vedermi in quello stato. E poi avrei fatto ritorno in Italia, per me una seconda casa. Chi mi segue, in Mali o in Francia, si chiedeva perché avessi accettato una sfida del genere. La mia risposta è sempre stata la stessa: ‘lo faccio per me”. E anche l’impatto con l’ambiente è stato praticamente perfetto: “La gente mi ha accolto benissimo, come se fossi stato lì con loro da una vita. Il calore che ti dà il Sud è davvero incredibile. Non escludo un giorno di far ritorno, anche solo per abbracciare quel popolo”. 

Molla Wague in azione con la maglia del Nantes (IMAGO)
Molla Wague in azione con la maglia del Nantes (IMAGO)

“Avevo fatto una scelta importante, è mancata la sincerità”

In campo, invece, Molla scopre una realtà ben distante da quella che gli era stata prospettata: “Dopo un mese i dirigenti sono venuti a trovarmi casa per informarmi delle difficoltà economiche della società -rivela-, ed è lì che ho iniziato a capire. Ho chiesto perché non mi avessero parlato subito di questa condizione, per me il rispetto e la sincerità sono valori imprescindibili. Non ero lì per i soldi, ma per aiutare tutta la comunità”.  Una situazione che fa maturare quindi in Molla Wague qualche consapevolezza in più: “So che sono situazioni che possono verificarsi nel calcio, soprattutto tra i dilettanti. Perché non dirmelo subito? Avevano pubblicizzato tanto il mio arrivo, ma i contratti vanno rispettati”. 

“È stata un po’ una delusione dal punto di vista umano, non ho nulla di personale contro la società -ribadisce-, e vorrei trovare una soluzione pacifica per questa situazione. Ho chiesto spiegazioni anche agli addetti ai lavori, perché fare determinate operazioni se poi non si ha la possibilità di sostenerne le spese? Oggi sono deluso –afferma– ero ripartito dal basso per ritrovare me stesso dopo le prime vere difficoltà della vita”. Da qui la decisione di tornare a casa: “Sono rientrato in Francia per la mia salute, tra il dispiacere dei miei compagni di squadra”. 

Molla Wague (IMAGO)
Molla Wague (IMAGO)

“Oggi non ripartirei più da un’altra squadra”

Nessuno mi ha dato delle spiegazioni chiare -prosegue- e da quando ho firmato il contratto non ho mai ricevuto un pagamento. Avevo fatto una scelta importante, lasciando la mia famiglia a pochi giorni di distanza dalla morte di mio fratello, mi sarei aspettato più sincerità”. E ancora: “La mia battaglia vale per tutti, io sono andato a Isola Capo Rizzuto per la gente. Sono un ragazzo del popolo. Se stiamo insieme possiamo cambiare le cose, ma fino a ora non ho ricevuto molto sostegno”.

Una situazione che fa nascere in Molla nuove consapevolezze: “Il calcio è cambiato, in tante squadre ormai sono problemi cronici. L’ho vissuto anche in Nazionale, ma penso che per ogni problema ci sia sempre una soluzione. Questo episodio mi ha fatto perdere nuovamente la fiducia verso questo sport. Oggi non sceglierei più un’altra squadra. Avrei preferito ricevere rassicurazioni diverse, ma spero sempre che in futuro le cose si possano sistemare. Voglio far capire che questa professione va rispettata in ogni categoria”. Un anno di scelte, di momenti difficili e piccoli sorrisi. Prove di vita, dopo un grande dolore.