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Manuel Panini: “Ho lasciato il campo, ma non il calcio. Cerco un progetto che mi assomigli”

Manuel Panini (Foto: Salvatore Cannata)

L’intervista di Seried24.com a Manuel Panini, giovane direttore sportivo e vincitore dell’Eccellenza Lazio con l’UniPomezia

C’è un momento, per chi ha respirato l’odore dell’erba per una vita intera, in cui il campo smette di essere una casa. Le scarpe si appendono, le urla dalla panchina diventano sussurri da scrivania. Ma il calcio, quello vero, non ti lascia mai davvero.

Ti scorre dentro, anche quando cambia forma. Lo sa bene Manuel Panini, ex difensore con oltre 400 presenze tra Serie C e D, e fino a pochi giorni fa direttore sportivo dell’UniPomezia, club che ha appena riportato in Serie D con una cavalcata trionfale in Eccellenza.

Una promozione da protagonista, una piazza trascinata in alto, un gruppo costruito con pazienza e intuito. Eppure, nel pieno della vittoria, nel momento in cui tutto avrebbe potuto consolidarlo come figura dirigenziale affermata, Panini ha fatto un passo indietro. O forse, semplicemente, di lato. Ha lasciato il ruolo, ha salutato il club. Ma non ha salutato il calcio. Perché quando ce l’hai dentro, non lo molli. Lo insegui. Anche quando ti costringe a scegliere.

“È stata una decisione maturata nell’ultimo periodo. Ho cercato un confronto con il presidente, ma ho capito che eravamo distanti su tante cose. Così ho preferito fare un passo indietro, sempre con il massimo rispetto e gratitudine verso la società che mi ha dato un’opportunità unica. In due anni abbiamo fatto un grande lavoro, culminato con la vittoria del campionato che l’anno scorso ci era sfuggita per pochissimo.”

Manuel Panini tra le righe: “Metabolizzare per ripartire”

Un addio che brucia, lo si percepisce tra le righe. Perché Manuel non si nasconde, non finge. Il distacco è vivo, doloroso, reale. Le sue parole arrivano dritte, come un suo colpo di testa in marcatura.

“Ero già alla ricerca di tutti gli under e avevo iniziato a intavolare delle trattative per il prossimo anno. Mi ero messo alla grande. Ma adesso è una cosa così fresca che devo ancora metabolizzarla. È stata una decisione che mi ha fatto soffrire tanto. Spero di ritrovare immediatamente un progetto importante in cui potermi inserire, dimenticando ciò che è successo e lavorando per il bene di un’altra società.”

“L’affare sfumato? Amato Ciciretti”

E poi ci sono le sliding doors del calciomercato. Quelle che ti lasciano con un “e se…?” nella testa. Come con Amato Ciciretti. Ex stella del Benevento, Ciciretti attualmente milita nelle fila del Latina Calcio 1932, in Serie C. Un rapporto, quello di Amato con il campo, conflittuale nell’ultimo periodo.

“Eravamo stati vicinissimi a Ciciretti, eravamo arrivati agli ultimi dettagli. Ma lo sforzo economico era importante, e sinceramente, ripensandoci, ci siamo chiesti se fosse la scelta giusta. È un peccato, perché è un ragazzo talmente gentile con tutti che, se stesse in condizione mentale, sarebbe ancora un giocatore da Serie A. È un talento che forse è difficile anche trovarlo in Serie A, ma purtroppo nella vita ci sono situazioni che ti portano a fare scelte diverse.”

Dalla difesa al campo: da calciatore a direttore

Il percorso da giocatore a dirigente non è stato un salto naturale. È stato un cammino pieno di dubbi, paure, responsabilità. Ma anche un’occasione per ricominciare. Con gli stessi occhi di sempre, ma una nuova prospettiva. “Il primo anno da direttore sportivo è stato abbastanza traumatico. Le paure, le incertezze… mi sono buttato a capofitto in un ruolo che conoscevo solo da fuori. Ho cercato di attingere a tutte le conoscenze che i vecchi direttori mi hanno trasmesso. Ma il passaggio dal giocare alla scrivania è qualcosa per cui nessuno ti può preparare.”

E allora eccolo, Manuel Panini. Che oggi osserva la Serie D con occhi esperti, da dentro e da fuori. Un campionato che conosce bene, in tutte le sue sfumature: passioni, trappole, rivelazioni. “È un campionato che sorprende. Il girone E è più tranquillo, a parte le grandi toscane come Livorno, Siena, Arezzo. Il girone G è cresciuto tantissimo, anche per la presenza delle sarde. Ma il girone H, con Puglia e Campania, è il più difficile in assoluto. Ambienti caldi, livello tecnico altissimo, e tanti giocatori scesi dai professionisti. Una battaglia vera ogni domenica.”

Panini Manuel

“Taranto? Piazza maledetta, che ho amato”, l’emozione di Manuel Panini

I suoi ricordi non si fermano a un modulo, a un risultato. Si incrociano con città, volti, storie vissute e respirate. Come Taranto, che Panini ha amato con tutte le sue contraddizioni. “La considero una piazza maledetta. Bellissima, ma piena di difficoltà. Ho giocato lì due anni, è una delle città più belle in cui sia stato, ma ha sempre avuto società non all’altezza nell’ultimo periodo. E adesso, dopo l’ennesimo fallimento, è un vero peccato. Con uno stadio in rifacimento e una tifoseria così calorosa, meritava almeno la Serie B.”

Chi è davvero quindi Manuel Panini? È l’uomo che ha difeso, lottato, costruito. È il centrale cresciuto nel Frosinone, passato per Cavese, Taranto, Foggia, Juve Stabia e tanti altri. È il dirigente che ha portato l’UniPomezia in Serie D. Ma soprattutto è un professionista che non ha mai smesso di credere nel valore del lavoro, dell’identità, del gruppo. E ora guarda avanti. “Il calcio mi ha dato tutto. So che ci sarà una nuova opportunità, magari anche migliore. Voglio rimettermi in gioco, con l’entusiasmo di chi ha appena cominciato e l’esperienza di chi ha già vissuto tanto.” Non è un addio. È solo una pausa tra un treno e l’altro. Il campo forse non lo calpesta più. Ma il calcio, quello vero, ce l’ha ancora dentro. E il prossimo club che punterà su di lui, se ne accorgerà molto presto.