Savoia, 117 anni di storia: Emanuele Filiberto manda un messaggio a Giorgia Meloni
Credits: Facebook Savoia 1908
Il Savoia compie oggi 117 anni. Per questa occasione è intervenuto Emanuele Filiberto di Savoia, con un messaggio anche per Giorgia Meloni.
Nel contesto sportivo, Emanuele Filiberto di Savoia è presidente onorario del Savoia Calcio, squadra di Torre Annunziata. Nel giorno in cui il Savoia celebra il suo 117º anniversario, Emanuele Filiberto di Savoia ha voluto rendere omaggio alla storica società con un messaggio. In seguito vi è stato un ulteriore discorso, questa volta rivolto però alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Nel suo intervento, Emanuele Filiberto ha descritto un ritratto sincero di Torre Annunziata, città segnata da perenni difficoltà e ferite. Ha ricordato come, nel passato, la criminalità avesse oscurato la vita della comunità. Una menzione speciale è stata quella del sacrificio di Giancarlo Siani, che continua a rappresentare un faro per tutta la comunità.
Il principe ha poi espresso rammarico per il divieto di trasferta imposto ai tifosi del Savoia, definendolo una ferita immeritata. Ha denunciato come tali restrizioni, ripetute nel tempo, non siano più strumenti di sicurezza ma ostacoli alla dignità di una città.
Nel suo appello finale, Emanuele Filiberto ha chiesto rispetto, giustizia e riconoscimento per Torre Annunziata e per i suoi tifosi. Un invito a guardare alla città con occhi nuovi, valorizzandone il cambiamento e la forza.

Savoia, il messaggio diretto a Giorgia Meloni
Emanuele Filiberto ha iniziato così il suo messaggio: “In occasione del 117º compleanno del nostro Savoia, una squadra che ha scritto la storia di un’intera comunità, sento il dovere di rivolgere un appello a chi governa questa Nazione, a chi gestisce la sicurezza e a chi ha la responsabilità di garantire equità e rispetto nei confronti dei cittadini. Ci sono città nate per essere comode. E città nate per essere vere. Torre Annunziata appartiene a questa seconda categoria. Una comunità che ha attraversato momenti difficili, spesso raccontata più attraverso le sue ferite che attraverso la sua forza.”
Ha poi proseguito: “Ed è alla luce di questa identità nuova, forte e consapevole che l’ennesimo divieto di trasferta rivolto alla tifoseria del Savoia appare come una ferita immeritata. Una ferita che non colpisce un settore di stadio, ma un intero popolo. Limitare continuamente questa possibilità non è più una misura di sicurezza, è un freno alla dignità di una città che da troppo tempo lotta per liberarsi dai pregiudizi. Il sostegno della propria tifoseria non è un privilegio: è una componente essenziale della vita sportiva. Negarlo sistematicamente significa creare una disparità che incide non solo sulle gare, ma sul cuore della gente.”
Per concludere ha poi ribadito il discorso: “Noi non chiediamo eccezioni. Non chiediamo favoritismi. Non chiediamo di essere più di altri. Chiediamo solo rispetto. Chiediamo giustizia.
Torre Annunziata merita di essere guardata per ciò che è oggi, una città che si alza, che cambia, che prova, che si impegna. Una città che ha sofferto, sì, ma che ha saputo trasformare quel dolore in forza, e quella forza in futuro. Questa città non deve più essere giudicata dal suo passato, ma dal suo presente. Ogni cittadino di Torre Annunziata ha diritto allo stesso rispetto, agli stessi diritti e alla stessa considerazione di qualunque altra città italiana.”
