Enna, Simeoli da record: “Il mio sogno è giocare al Maradona”

Il giovanissimo portiere dell’Enna, Giuseppe Simeoli, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare delle sue esperienze e dei suoi obiettivi
Nonostante il peggior attacco di tutta la categoria, l’Enna è riuscito a ottenere la salvezza diretta. Grande merito va alla tenuta difensiva della squadra e anche alle parate del giovane portiere classe 2006, Giuseppe Simeoli, che, con le sue mani, ha tenuto viva la squadra nei momenti più complicati.
Tutto ciò – afferma Simeoli – è merito del collettivo: “Siamo una squadra che subisce molto poco e , nonostante dei momenti difficili, fortunatamente le cose sono andate per il meglio. I numeri di squadra e i miei dodici clean sheet sono merito anche dei due allenatori che hanno continuato sempre a darmi fiducia“.
Proprio così: l’Enna ha dovuto affrontare il cambio di allenatore sulla propria panchina, un contraccolpo psicologico per il numero uno partenopeo, visto il rapporto con Pagana: “Pagana mi ha portato da Rotunda. Lo stimo molto e per me è un grande allenatore. Inizialmente, il suo addio è stata una scossa forte perché per me era una figura importante, così come Francesco Spantinato (preparatore dei portieri), però sia io sia la squadra abbiamo reagito a questo cambio allenatore al meglio e anche con Passiatore e il nuovo preparatore dei portieri Cimino mi sono trovato molto bene“.
Finita la stagione, Simeoli non ha intenzione di staccare la spina e pensa già alla prossima stagione: “La squadra ha tutte le carte in regola per crescere e migliorare. Io voglio continuare ad allenarmi per arrivare pronto al prossimo campionato perché non bisogna mai mollare la presa“.
Simeoli, le prime esperienze e i progetti per il futuro
Simeoli può vantare delle esperienze nelle giovanili di due squadre professionistiche, come Benevento e Juve Stabia e anche due avventure con la rappresentativa regionale della Campania. Queste tappe l’hanno formato e l’hanno aiutato ad arrivare più pronto a un campionato complicato come la Serie D.
Il portiere in forza all’Enna le ricorda con molta gioia: “Quando ci si allena nelle giovanili di squadre importanti, come Benevento e Juve Stabia, si respira l’aria del professionismo. Vedere la prima squadra allenarsi con tutto lo staff a seguire è molto bello: sono un punto di riferimento per capire dove si può arrivare con l’impegno e i sacrifici. Nei due anni con la rappresentativa ci allenavamo una volta a settimana. Rappresentare la Campania era una grande emozione“.
Forse per la struttura fisica simile o forse per la terra di provenienza, il suo idolo è Gigio Donnarumma, che sta vivendo uno dei momenti migliori della sua carriera: “Mi piace molto Donnarumma: è qualche centimetro più alto di me, ma riesce ad essere molto veloce, nonostante la sua struttura possente“
Simeoli ci ha raccontato quelli che sono i suoi sogni nel cassetto: “Punto ad arrivare ai massimi palcoscenici. A Enna mi sono trovato benissimo, però non so cosa mi succederà un futuro. So che devo continuare a lavorare come sto facendo e come ho sempre fatto. Il mio sogno è giocare al “Maradona”: è uno stadio bellissimo e poterci giocare sarebbe un’esperienza unica per me che sono partenopeo e che tifo Napoli“.
Le emozioni delle prime volte
Questa, per Simeoli, è stata la prima stagione a un livello così alto come il massimo campionato dilettantistico, in cui ha vissuto dei momenti che probabilmente porterà con sé per tutta la vita: le partite nei grandi stadi, le grandi parate e i festeggiamenti per la salvezza.
Una delle partite migliori per Simeoli è stato l’ottavo di finale di Coppa Italia al “Granillo“, in cui i suoi due rigori parati hanno permesso all’Enna di avere la meglio sulla Reggina: “Passare il turno in quello stadio, parando due rigori su tre, è stato bellissimo. Appena entri in campo ti rendi conto dell’importanza e della storia di quella squadra“.
Oltre allo stadio e alla tifoseria amaranto, il portiere gialloverde ha dovuto affrontare altre due trasferte in stadi infuocati e contro squadre ci un certo blasone: “Anche a Siracusa una curva molto calda. A Martina in coppa, giocare di sera è stato molto bello. Contro queste tifoserie, una volta che entri in campo senti il rumore, ma sei concentrato sulla partita, ti isoli e il loro tifo ti carica ancora di più“.
Un’altra partita da ricordare, per l’estremo difensore partenopeo, è proprio l’ultima, contro il Pompei, che ha regalato la salvezza ai siciliani, grazie anche a una prodezza del loro portiere: “Domenica eravamo sotto 1-0 e su un colpo di testa di Puntoriere ho fatto una grande parata. Andare sotto 2-0 avrebbe complicato molto la partita e i piani salvezza. I tifosi sono venuti in massa da Enna a Pompei ed è stato bellissimo festeggiare la salvezza con loro, anche perché era presente tutta la mia famiglia“.

La famiglia alla base della crescita di Simeoli
Se Simeoli è riuscito ad arrivare fin qui, è merito anche della sua famiglia, che, fin dalla prima esperienza lontano da casa, l’ha sempre seguito e supportato, non facendo mai mancare l’affetto, nonostante la distanza.
Nelle sue dichiarazioni, il portiere classe 2006 esprime la massima gratitudine nei confronti dei suoi cari: “La mia famiglia è sempre stata d’accordo su questa mia scelta, mi ha sempre spronato a fare del mio meglio. Durante la mia prima esperienza lontano da casa, a Benevento, ci sono stati dei momenti no, ma loro mi hanno sempre sostenuto“.
Anche ora, nonostante la grande distanza tra Napoli e le città in cui gioca l’Enna, alcuni membri della famiglia non fanno mancare la loro presenza: “Dall’inizio dell’anno mio papà è sempre venuto a vedere tutte le partite e molti incontri le ha viste anche mio nonno. Insieme a loro, anche mio fratello è stato molto presente e sapere della loro presenza lì in tribuna mi aiuta a dare di più“.