Credits: pagina Facebook U.S. Città di Fasano
L’analisi di seried24.com sul 2025 del “Faso”
Il 2025 del Fasano non è stato soltanto un nuovo anno solare: è stata una tappa decisiva di un percorso ambizioso, dichiarato, costruito giorno dopo giorno da una proprietà che non ha mai nascosto le proprie intenzioni.
Programmazione, visione imprenditoriale e un’idea chiara di calcio moderno: il club biancazzurro continua a muoversi seguendo una linea precisa, anche quando i risultati non raccontano ancora tutto ciò che bolle in pentola.
A ribadirlo è stato lo stesso presidente Ivan Ghilardi, intervenuto al Gran Galà del Calcio su Antenna Sud: “L’obiettivo principale per fare calcio è essere una società che auto-produce ricchezza, perché non ci si può basare solo sul botteghino. Noi ci stiamo provando, cercando di mettere su un organigramma importante”. Parole che spiegano più di ogni classifica la direzione intrapresa dal club pugliese.
Il Fasano arriva al nuovo anno con numeri che raccontano una stagione fin qui solida ma non ancora esplosiva: sette vittorie, sette pareggi e tre sconfitte. Un cammino che non basta per guardare tutti dall’alto nel girone H, dove la Paganese ha finora recitato il ruolo di mattatrice, ma che tiene i biancazzurri pienamente agganciati al treno delle grandi. Dopo un avvio scoppiettante, la squadra ha vissuto una fase di assestamento che ha portato a una scelta forte e non banale: l’esonero di Agnelli e l’arrivo in panchina di Pasquale Padalino, un allenatore che non ha bisogno di presentazioni e che porta con sé esperienza, personalità e una carriera costruita anche tra i professionisti. Un segnale chiaro: il Fasano non si accontenta.
“Il campo dice che siamo partiti bene e c’è tanto entusiasmo in città. Noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile. Io, personalmente non ho mai fatto calcio in vita mia e sono alla prima esperienza”, ha aggiunto Ghilardi, sottolineando come la crescita del club passi anche attraverso un percorso umano e manageriale. Ma l’ambizione resta ben fissata: “Ho parlato di Serie C in tre anni perché la programmazione è tutto nelle aziende. Lo vediamo anche dal discorso stadio e del rebranding che stiamo facendo. Vedremo se ci riusciremo in questi tre anni a centrare l’obiettivo”.
Un progetto che non vive solo di parole, ma di idee strutturate. In questa direzione è nata in estate “Fasano Siamo Noi – La Lega dei 100”, un’iniziativa che va oltre la semplice sponsorizzazione e punta a costruire una rete di cento aziende coinvolte attivamente nella crescita del club. Non una raccolta fondi, ma un modello di impresa sportiva, capace di creare valore reciproco tra squadra, territorio e tessuto economico locale. Un modo nuovo di fare calcio, che guarda alla Serie C non come traguardo isolato, ma come naturale conseguenza di un sistema sostenibile.
Fondamentale, in questo percorso, il lavoro del direttore sportivo Montanaro, arrivato in estate e considerato uno dei profili più interessanti e giovani della dirigenza sportiva italiana. Il mercato è stato costruito con ambizione, puntando su una rosa competitiva ma ancora in cerca del definitivo salto di qualità. “Non è ancora finito per noi. Siamo attenti su varie soluzioni. Attaccante esterno? Potrebbe essere una delle soluzioni per poter dare maggiori frecce a questa squadra”, ha spiegato il ds, confermando che il Fasano resta vigile e pronto a intervenire.
E i fatti gli danno ragione. Nelle ultime ore il club ha chiuso l’acquisto di Giancarlo Bianchini dall’Audace Cerignola. Il centrocampista argentino torna a vestire il biancazzurro dopo le due stagioni tra il 2022 e il 2024, nelle quali aveva collezionato 48 presenze e 4 gol. Bianchini lascia il Cerignola dopo 13 apparizioni in Serie C e rappresenta un innesto di spessore, esperienza e identità.
Il 2025 è anche l’anno della continuità nella rifondazione avviata dopo la mancata promozione della scorsa stagione. Un percorso che ha portato inizialmente il Fasano a essere la squadra di riferimento del girone H e che ora punta a tornare stabilmente in cima, senza strappi ma senza paure. In questo contesto si inseriscono anche scelte dolorose ma necessarie, come l’addio a Nicola Loiodice.
“Ho chiesto al ds di trovare i profili giusti per il Fasano, sin dall’inizio. E al momento posso dire di non essermi sbagliato”, ha chiosato Ghilardi. Una frase che racchiude fiducia, metodo e ambizione. Il Fasano non è ancora in Serie C, ma vive ogni giorno come se dovesse arrivarci. Il 2026 sarà l’anno della verità: quello in cui il progetto dovrà trasformarsi in risultati, il sogno in realtà, l’ambizione in identità definitiva. E il club biancazzurro, oggi più che mai, non sembra disposto a mollare di un centimetro.