Piacenza, Fumagalli racconta Franzini: “Nessuno meglio di lui sa come uscire da questa situazione”

credit: Piacenza Calcio
È già iniziata la nuova stagione per il Piacenza, che dopo la fine di un campionato deludente non ha perso tempo e ha subito fatto la sua prima mossa per ripartire.
Dopo 5 anni, è tornato ufficialmente sulla panchina biancorossa Arnaldo Franzini, con cui sono arrivati i più importanti risultati dell’era post fallimento. In primis la promozione in Serie C con record di punti nella stagione 2016/17, poi la Serie B solo sfiorata nel 2019, all’apice del ciclo del suo Piacenza.
Tra i protagonisti di quella squadra c’era, tra i pali, Ermanno Fumagalli, recordman di presenze della storia della Serie C, ritiratosi dopo l’ultima stagione col Messina.
Proprio Fumagalli ha promosso a pieni voti la scelta del suo ritorno ai microfoni di SerieD24.com: “Franzini è una garanzia, conosce la piazza e qua ha fatto non bene, di più. Secondo me è il profilo giusto per ripartire. A livello calcistico poi non devo essere io a dire che è tanta roba. Siamo sempre rimasti in contatto, perché abbiamo passato due anni in cui abbiamo vissuto e sofferto insieme che non si possono cancellare. Io ho una stima pazzesca nei suoi confronti, perché oltre a essere un bravo allenatore è anche una grandissima persona“.
I segreti di Franzini: dalla forza del gruppo alla lunghezza dell’erba
Franzini stesso, nella sua presentazione, ha insistito su un punto in particolare: la forza del gruppo. E Fumagalli, che ha fatto parte di quella che è stata forse la sua miglior creatura, gli ha fatto eco: “Prima di guardare le doti tecniche, guarda i giocatori a livello umano. Alle prime donne preferisce gente pronta al sacrificio. La sua forza è sempre stata quella, perché è l’aspetto umano che fa la differenza nei momenti difficili che in un anno possono arrivare. Da quelli è l’uomo che ne esce e non il giocatore tecnico“.
E, per ricreare un gruppo forte, la strada è una sola: “Sicuramente la prima cosa che Franzini porterà a Piacenza è la sua mentalità. È un allenatore che non tralascia niente, dall’erba che deve essere di tot centimetri a tutto il resto. Penserà solamente al bene del Piacenza, ma chiaramente andrà ascoltato, perché nessuno meglio di lui può sapere come uscire da questa situazione. È assolutamente un allenatore da categorie superiori, ma preferisce questo tipo di sfide. Il suo storico dice che non c’entra niente con la Serie D, perché ha quasi più campionati vinti che giocati. Quindi bisogna farlo lavorare, libero di fare quello che è il bene del Piacenza. Sicuramente lo andrò a vedere“.

Il Piacenza di Fumagalli e Franzini: quella Serie B distante 90 minuti
Se Fumagalli parla dello storico di Franzini il motivo è chiaro: 3 campionati di Serie D vinti, con Pro Piacenza, Piacenza e Lumezzane. Ma l’apice massimo toccato dalle sue squadre è stato nella stagione 2018/19, chiusa al secondo posto in Serie C, a un solo punto dall’Entella. Una cavalcata che poteva diventare storica per il Piacenza, che perse il primato all’ultima giornata: “Il ricordo che più resta è l’amarezza dei 5mila tifosi venuti da Piacenza a Siena. È stata una botta enorme. Durante il percorso ci sono stati momenti belli, anche se alla fine abbiamo dovuto piangere. Rimane quell’amarezza, ma avevamo creato qualcosa di stupendo, coinvolgendo tutta la città. È mancata la ciliegina ma è stato un anno molto bello, con tifosi e società eravamo un tutt’uno. Avevamo coinvolto anche molta gente che di solito allo stadio non veniva, perché le ultime partite avevamo portato 12mila persone“.
E la beffa fu addirittura doppia, perché la promozione sfumò nuovamente a un passo dal traguardo, nella finale playoff contro il Trapani: “La sconfitta di Siena ha fatto più male di quella di Trapani. La seconda era la possibilità di vincere i playoff, ma a livello piscologico la prima ci aveva buttato molto giù. Il Trapani era comunque arrivato secondo dietro alla Juve Stabia e invece noi siamo stati primi per le ultime giornate dopo aver vinto lo scontro diretto in casa. E vedere sfumare la Serie B negli ultimi 90 minuti rimane una botta mentale che è difficile da superare“.
Il valore della maglia
Dalla fine del primo ciclo di Franzini è iniziato il lento declino del Piacenza, ormai da due anni impantanato tra le difficoltà della quarta serie. Da quella Serie B sfiorata sono cambiate molte cose, ma non la piazza calda ed esigente: “Piacenza con la Serie D non c’entra niente, è una piazza a cui anche la Serie C sta stretta, perché le basta un niente per riempire ancora lo stadio. Che il tifoso sia rimasto scottato dagli ultimi campionati è ovvio, ma a livello di piazza merita categorie molto più alte“.
Sulle difficoltà del Piacenza, Fumagalli conclude: “Non so cosa sia successo, forse sono state scelte figure sbagliate. In ogni caso, è facile dire ‘provo a vincere’, mentre sul campo è difficile farlo. Servono mentalità giusta, giocatori affamati e che vengono a sudare la maglia, perché è una maglia storica e gloriosa, di cui bisogna essere orgogliosi“. Gli stessi valori che hanno caratterizzato il primo Piace di Franzini, che ora gli emiliani vogliono ritrovare col suo ritorno.