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Sanremese, l’ex responsabile marketing Schiavone risponde a Masu: “La verità resta visibile a tutti”

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Dopo le dichiarazioni del presidente Masu sulle dimissioni di Schiavone, l’ex responsabile marketing della Sanremese ha deciso di replicare

Il presidente della Sanremese, Alessandro Masu, aveva spiegato con queste parole le dimissioni del responsabile marketing Paolo Schiavone: “Questo signore si è presentato a me e ai miei dirigenti come un tennista professionista (che in realtà non è), come influencer top e ci aveva prospettato una serie di attività che avrebbe fatto per la Sanremese: dal sito internet all’aumento dei followers sui social e diverse situazioni economicamente positive per la Sanremese”.

Ha continuato: “Di tutto ciò, quello che abbiamo potuto toccare è stata la presentazione della squadra a Pian di Nave che, se non fosse stato per il nostro Fabrizio Prisco e il nostro consulente Antonio De Peppo, sarebbe stato un fiasco. Questo è stato il primo biglietto da visita. Da lì abbiamo cominciato a capire il personaggio e poi non è riuscito a mantenere le promesse. Ci tengo a precisare che lui non è mai stato il responsabile marketing ufficiale della squadra.

Queste sono state le parole forti da parte del numero uno della squadra ligure nei confronti di Paolo Schiavone, il quale, però, non è rimasto a guardare: tramite un post su Instagram ha replicato alle dichiarazioni del presidente Masu.

In questo post, l’ex responsabile marketing della Sanremese ha risposto duramente a quanto affermato dal presidente, facendo valere le proprie ragioni e andando a toccare diversi punti: dalla questione del professionismo nel tennis fino al suo ruolo ufficiale all’interno della società.

Schiavone: “I fatti, quelli veri, meritano rispetto”

La replica di Schiavone è iniziata facendo leva sulla questione del professionismo nel tennis: Qualcuno ha avuto il coraggio di definirmi “non professionista”. Eppure sono un tennista con 12 punti ATP, tra i migliori 1600 giocatori al mondo. Tradotto: l’equivalente di un titolare nella Lazio o in un top club di Serie A, considerando solo i principali campionati europei. Nel tennis non si improvvisa: ogni punto si conquista sul campo, non dietro una tastiera. Forse chi parla dovrebbe informarsi prima di lanciare etichette superficiali“.

L’influencer ha poi mostrato la crescita dei numeri social della Sanremese grazie al suo operato: “Durante la mia collaborazione con la Sanremese, i dati ufficiali NJL parlano chiaro: +105% di crescita media, oltre 250.000 persone raggiunte, +500% di interazioni in una settimana. Risultati comunicati al presidente, che all’epoca ne andava fiero. Oggi, a quanto pare, la memoria è diventata selettiva. In quei giorni erano online un sito tra i più curati d’Italia per una società di Serie D, shooting professionali, merchandising, video cinematografici e maglie già acquistate dai tifosi. Tutto funzionava. Tutto cresceva. Poi, inspiegabilmente, tutto cancellato. Non serve aggiungere molto: certe scelte si commentano da sole.

Ciò che Schiavone è riuscito a creare, secondo quanto affermato da lui, è ancora visibile: “Il sito che oggi la società mostra con orgoglio – completo di e-commerce e qualità altissima – è stato creato da me e dal mio team. È ancora online, e i fatti parlano da soli. La verità, a differenza delle parole, resta visibile a tutti.

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Schiavone: “Difficile smentire un documento firmato dalla stessa Sanremese”

Schiavone ha raccontato di come il suo lavoro fosse totalmente gratuito: Non ho mai ricevuto un euro per il lavoro svolto. In cinque giorni ho organizzato un evento con 4 influencer nazionali e un ex Top 50 ATP, portando una visibilità che la piazza non aveva mai avuto. Ho portato entusiasmo vero: influencer, tifosi, bambini, sorrisi. Tutto non pagato. Evidentemente, la riconoscenza non è una valuta che tutti conoscono.

Infine, il tennista ha spiegato la questione del suo ruolo all’interno della Sanremese: “Nel comunicato ufficiale della società si legge chiaramente che affiancavo Lorena Ferrari nel ruolo di responsabile marketing. Difficile smentire un documento firmato dalla stessa società. La serietà si misura con i fatti, non con le parole.