Girone A

Lunardon, il primo 2010 ad esordire in Serie D: “Mi ispiro a Chiellini. Il sogno? Giocare in Serie A”

L’intervista di SerieD24 a Tommaso Lunardon, giovane centrale della Biellese, nonché primo classe 2010 di sempre ad esordire in Serie D.

Ricordate il 2010? Il Mondiale di calcio in Sudafrica, le vuvuzela, il tiki-taka della Spagna, l’Italia campione del mondo in carica eliminata ai gironi. Proprio durante quell’anno nasceva il protagonista dell’ennesima storia targata Serie D: Tommaso Lunardon. Ancora una volta, la quarta serie calcistica italiana si conferma un raccoglitore pieno zeppo di racconti meravigliosi.

Passione, emozioni, speranze, ma anche razionalità e piedi ben piantati a terra. Tra scontri al vertice, calciomercato ed esoneri, la Serie D riesce infatti sempre a ritagliarsi uno spazio per storie uniche e capaci di unire l’amore per il gioco ai sogni più puri. Il 14 dicembre scorso, a tre minuti dal termine del match del girone A tra Gozzano e Biellese, accade infatti qualcosa che, per certi versi, è destinato a segnare un’epoca.

Sul punteggio di 4-0 a favore, l’allenatore dei bianconeri Luca Prina decide di mandare in campo il giovane Lunardon, un ragazzo al secondo anno di scuola superiore. Il difensore centrale della Biellese diventa così il primo classe 2010 di sempre ad esordire nella massima categoria dilettantistica. E come se il dato non fosse già di per sé storico, a rendere il tutto ancora più speciale c’è un dettaglio dal sapore unico. L’esordio avviene infatti contro suo padre, Manuel Lunardon, allenatore del Gozzano.

Sarò sincero, quando il mister mi ha detto di andare a scaldarmi ho sentito le farfalle nello stomaco», racconta Tommaso. Una confessione arrivata nel corso di una chiacchierata in cui il giovane centrale ci ha svelato emozioni e retroscena di una settimana che difficilmente dimenticherà.

Lunardon: “A fine partita ho visto mio nonno in lacrime in tribuna”

Quando sono entrato in campo ho messo però da parte tutta l’ansia e mi sono lasciato andare“. Emozioni, appunto. Quelle di un quindicenne, capitano dell’Under 16, chiamato a esordire in prima squadra al fianco di compagni con anche vent’anni in più sulle spalle. Un ingresso breve, quasi come un premio o un attestato di stima, ma che per Tommaso e la sua famiglia ha avuto un peso enorme.

Appena finita la partita ho guardato verso la tribuna e ho visto mio nonno in lacrime. Nonostante la sconfitta, anche mio padre, quando è venuto a prendermi in macchina, era molto felice. Cosa che succede raramente, perché di solito dopo una sconfitta è piuttosto arrabbiato“, racconta con un sorriso.

Nel corso della chiacchierata, Tommaso si sofferma infatti anche sul rapporto con il padre, ex giocatore di Serie D prima di intraprendere la carriera da allenatore. “Il sabato, quando gioco, viene a vedermi e mi dà consigli sulle letture di gioco e sul posizionamento. È bello confrontarsi con lui, anche se come giocatori non ci assomigliamo molto: lui era un esterno rapido, io invece sono un centrale lento come una tartaruga” (ride, n.d.r.).

Archiviato l’esordio in Serie D e smaltite le emozioni del campo, Tommaso il giorno successivo torna a scuola, vivendo un risveglio decisamente fuori dall’ordinario. “Il ritorno a scuola è stato strano“, racconta. “Tutti mi fermavano per parlarmi, anche persone che in realtà non conoscevo. Mi facevano domande, volevano sapere com’era andata. È stata una sensazione particolare, a cui non ero abituato.”

Credits: profilo Facebook Biellese 1902

Lunardon: “Mi ispiro a Chiellini, ma ammiro molto Cannavaro”

Al di là dell’esordio, per Tommaso Lunardon il futuro è appena cominciato. Con ancora molti anni davanti a sé, gli chiediamo quali siano i suoi punti di forza e gli aspetti su cui sente di dover lavorare. “Devo migliorare un po’ su tutto“, ammette con lucidità. “Sono giovane e ho ancora tanta strada da fare. Mi sento però forte nelle letture e nel gioco aereo, soprattutto perché il mio fisico mi aiuta. Se devo individuare un aspetto su cui crescere di più, direi la rapidità“.

Inevitabile anche una domanda sui suoi riferimenti calcistici, ma Tommaso, da buon difensore centrale non ha dubbi: “Mi ispiro a Chiellini, è il mio idolo sin da quando ero bambino. Ho guardato però anche tantissimi video di Cannavaro e mi ha impressionato molto. Lui era più minuto rispetto ad altri difensori, ma aggrediva chiunque e vinceva ogni contrasto. È una cosa che mi ha sempre colpito“.

Cresciuto nel vivaio bianconero, Tommaso è parte del mondo Biellese da ormai otto anni e racconta con orgoglio l’ambiente in cui sta maturando. Dalle sue parole emergono emozioni da ragazzo, ma anche una sorprendente consapevolezza. “Sono qui da sette, otto anni e sono felicissimo di far parte di una società storica come la Biellese. Le strutture del settore giovanile sono molto belle, lo stadio è stupendo. Mister Prina è molto attento a noi giovani, viene spesso a vederci. Essere il capitano dell’Under 16 è una responsabilità che accetto volentieri: mi dà benzina per lavorare ancora più forte. Cerco sempre di entrare nella testa dei compagni e di aiutarli“.

Infine, lo sguardo si sposta inevitabilmente verso il futuro e i sogni nel cassetto. Consapevole di quanto la Serie D possa rappresentare una vetrina importante, Tommaso non nasconde però ambizioni più alte. “Il mio sogno è esordire in Serie A, è quello che inseguo da quando sono bambino. La Serie D può però aprire tante porte: basti pensare a Gatti o a Messias, che tra l’altro giocava con mio padre al Gozzano. Non so dove sarò tra qualche anno, ma il mio obiettivo è questo. Quindi testa bassa e pedalare!“.

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Vincenzo Antonazzo